Storia di una tromba che si innamora di un pianoforte
Recensione di Adriana Moltedo
Finalement, commedia musicale scritta e diretta da Claude Lelouch, è una sorprendente avventura, emozionante e divertente.
Con Sandrine Bonnaire che interpreta la sorella di Kad Merad, nella parte di Lino un avvocato di successo che sembra avere una vita perfetta, una carriera brillante e una bella famiglia.
Dopo un problema di salute, perde il suo equilibrio mentale e inizia ad avere un comportamento ingestibile.
Disinibito e senza filtri, non riesce più a mentire agli altri e a se stesso.
In preda a una crisi d’identità, molla tutto e intraprende un viaggio avventuroso attraverso la Francia.
Da Parigi va prima in Normandia per poi dirigersi verso la Provenza.
Incontra nuove persone tra cui una donna di cui si innamora e finalmente, decide di seguire la sua vera passione: suonare la tromba.
Lelouch ha oggi 86 anni, ha avuto 4 mogli e 7 figli, tutti che si chiamano con la S iniziale.
Appassionato all’arte cinematografica fin dall’infanzia, nel 1955, ottenuto il diploma, ricevette in dono dal padre una cinepresa, con la quale girò il mondo per filmare documentari.
Nel 1956 fu tra gli operatori di ripresa della prima opera televisiva di Roberto Rossellini, Psychodrame.
Il successo internazionale giunse nel 1966 con la regia di Un uomo, una donna (Un homme et une femme), col quale si aggiudicò un Oscar e la Palma d’oro al Festival di Cannes.
A questo melodramma fece seguito Un uomo e una donna oggi e I migliori anni della nostra vita con la formidabile coppia Trintignant e Aimée.
Ancora abbiamo nelle orecchie la musica della colonna sonora di Francis Lai, che è stato un compositore italo-francese di colonne sonore cinematografiche tra cui il premio Oscar guadagnato per Love Story.
La cinematografia di Lelouch, per quei tempi geniale e innovativa per l’utilizzo della presa diretta e della camera a mano, per l’utilizzo del flashback, per l’attenzione alla fotografia di grande effetto, risultò molto funzionale al linguaggio degli spot pubblicitari che lo imitò.
Il Dizionario Morandini lo definisce esplicitamente un fotoromanzo, «il più bel fotoromanzo della storia del cinema (francese)?» dalla «poetica di carosello pubblicitario», e cita la definizione del film di un critico francese: «un’autentica impresa di seduzione, un tranquillante su pellicola».
Finalement è «Un film sulla Francia, ma anche sui francesi», lo ha definito il regista. «Sulla famiglia, sulla libertà, sulla solitudine, sulle apparenze, sulla musica, sul cinema. Sono sincero quando dico di aver fatto un solo film. Ognuno ha generato il successivo e Finalement è davvero la continuazione di tutti gli altri. Si presenta come un erede ancora più che i suoi predecessori. Ne richiama moltissimi».
A cominciare da I Miserabili, ancora una volta un melodramma.
Adriana Moltedo
Esperta di cinematografia con studi al CSC Centro Sperimentale di Cinematografia di Roma, Ceramista, Giornalista, Curatrice editoriale, esperta di Comunicazione politico-istituzionale per le Pari Opportunità. Scout.