di Giovanna Cardi
Indietro non si torna, si può solo cambiare la direzione del solco che si stava tracciando.
Da cosa cominciare? Dal peso, aumentato per colpa di delusioni, illusioni, menzogne e sotterfugi.
Questo diario comincia da qui da 80 kg, con una mela ed una bottiglia di acqua da bere, da un pacco di
patatine aperto e richiuso perché la vita è mia!
Ripartire! Cosa significa ripartire? Mi sono fermata dove e per quanto tempo? Ripartire è non cambiare
direzione.
Ricominciare, sì ricominciare, ma da quale punto, Dove mi sono interrotta?
Ripensandoci non devo né ricominciare né ripartire, devo solo ritrovare la forza per rimanere fissa al
timone e decidere la rotta, nuova o no, non importa, l’importante è iniziare.
In primis comincerò ad ignorare chi mi ha fatto del male.
La ferita inferta è profonda, ma non permetterò al sudiciume di infettarla nuovamente.
Quel fetore putrido che emana la ferita, per troppo tempo mi ha avvelenato il respiro. Ferita inferta da chi
non pensavi fosse in grado nemmeno di pensare ad un attacco contro di te. Un attacco subdolo mascherato
da affetto.
Quella stessa persona che non ha avuto la forza di combattere e ha demandato a me l’ordine di attaccare o
indietreggiare a suo piacimento. Ora non prendo più ordini.
Un piccolo passo e forse un giorno riuscirò a lasciare questa gabbia che doveva essere un nido, ma è stato
intrecciato con spine ed erbe urticanti per non darmi la possibilità di vivere.
Ho cercato di strappare le spine ma mi hanno trafitto il cuore.