UN INVITO AD ACCOGLIERE L’GNOTO
Di Arianna Lepre
“Diario dal deserto” di Arianna Lepre, già presentato con successo al Mondadori Bookstore di Crema, è disponibile per l’acquisto su Amazon.
“The Journey of a thousand miles begins with one step”, ovvero “Il viaggio di mille miglia comincia con un passo”: questa citazione dal Tao Te Ching, testo fondamentale del taoismo e opera cinese più tradotta di tutti i tempi, dà l’avvio ad una narrazione inedita e avvincente.
Dal superamento delle selezioni per la compagnia Emirates (scoperte in modo del tutto casuale durante il periodo del Master di specializzazione in Interpretariato a Pisa) al trasferimento a Dubai, nella residenza Sarab (nomen omen, un autentico miraggio nel bel mezzo del deserto), passando per la settimana di induction– un “momento esplorativo e conoscitivo” insieme ai new joiners, i nuovi arrivati, nella sede della compagnia- e per il serrato ed estremamente tecnico corso di addestramento, fino ai voli come cabin crew a bordo dell’aereo passeggeri più grande del mondo, l’Airbus A380, “The Giant of the Sky”(Il gigante del cielo).
“Mi sembrava una nave. Aveva quattro motori eppure era silenziosissimo. Alle volte mi chiedevo come potesse riuscire a volare: era un aereo, ma sembrava una balena! Lo chiamavamo Big Mama.”
Arianna Lepre sembra prendere il lettore per mano e portarlo alla scoperta del suo “nuovo, pazzo lavoro”, accompagnarlo in un presente vertiginoso, metterlo a parte di una straordinaria accelerazione esistenziale, tra fisiologici saliscendi emotivi e costruzione di nuove consapevolezze.
<<“Time flies, and you as well”. Il tempo vola e anche tu, mi disse una collega quando mi accorsi che mancava pochissimo a Natale>>.
Inizia per Arianna una vita diversa: ritmi frenetici, inevitabile deficit di sonno e incontenibile Wanderlust animano la sua nuova quotidianità, fatta di momenti di nostalgia ed entusiasmi inarrestabili.
“Una giostra sulla quale è facile salire, ma dalla quale è molto difficile scendere”, fra turn-around(i voli più brevi, quelli che prevedevano l’immediato rientro a Dubai), voli a lunghissimo raggio (Ultra Long Range), day off “domestici” “tra lavatrici, lavanderie, spesa e quel poco di casa che ci riportava un po’ alla realtà”, fugaci rientri in Italia e avventurosi layover, le soste di un giorno o più che diventavano l’occasione per sempre nuove esplorazioni e per il consolidarsi di belle amicizie.
Significativo, sul finire del libro, questo passo:
“Ripensai ai momenti più belli di quei tre anni: il volo sull’Himalaya per il mio ventisettesimo compleanno, che in Nepal combaciava col Capodanno del 2074 (che festa quella notte a Katmandu!). L’arrivo al Capo di Buona Speranza in Sud Africa, la passeggiata sulla Muraglia Cinese, i canguri e i koala in Australia e i leoni in Africa. Le colline verdi della Nuova Zelanda e i deserti degli Emirati e della Giordania. Il mio primo rodeo in Texas. Il mare azzurro delle Maldive e le tartarughe delle Seychelles.
La baia di Hong Kong e i suoi grattacieli nella nebbia. Un sabato sera a Dublino al pub, la neve atterrando a Monaco di Baviera. I pescatori del lago Inle in Birmania e i templi di Angkor Wat al tramonto in Cambogia. Ma anche le mie risate e i miei pianti, le mie paure. I colleghi che diventano tuoi amici, i tuoi amici che diventano la tua famiglia. Dubai che odi e poi ami, la casa a Sarab e le coinquiline diverse (sette in tre anni). Le storie andate male, le delusioni e il nervoso.
La solitudine. E la gioia di avercela fatta, perché quei tre anni erano andati. Tante cose erano cambiate, io ero cambiata: la ragazzina che aveva appena finito di studiare era diventata una donna. Il mio modo di vedere le cose, le persone, la politica e i Paesi del mondo erano completamente diversi: non influenzate da libri o televisione bensì dalle esperienze dirette che avevo fatto di persona e visto con i miei occhi. Non ero più solo una ragazza italiana, ma una cittadina del mondo. La mia casa poteva essere un Airbus 380, l’hotel Jumeirah di Shangai o il villaggio in Birmania.”
“Diario dal deserto” è una suggestiva storia di incontro con un “diverso” al quale ci si accosta con uno sguardo vergine; è l’accettazione del guanto di sfida lanciato dal vero viaggio di scoperta: non solo gioiosa incoscienza, ma anche-soprattutto- la proiezione in un altrove estraneo, che viene acquisito alla toponomastica personale nel modo più autentico, attraverso il prisma empirico dell’esperienza e del vissuto.
Arianna Lepre sembra dirci, con Magris, che “viaggiare non vuol dire soltanto andare dall’altra parte della frontiera, ma anche scoprire di essere sempre pure dall’altra parte”; lo fa con una voce profondamente libera, fresca, leggera, che plana sulle cose dall’alto e sembra accarezzarle con benevolenza.
In una fetta di mondo spesso temuta, giudicata, disprezzata, Lepre intercetta non solo gli umori, le visioni, le suggestioni del mistero ma anche reminiscenze familiari, affinità, parentele archetipiche.
In questo senso “Diario dal Deserto” suona come un invito, una volta lasciate a casa le convinzioni che ci portiamo appresso, ad un volo senza bagaglio; un invito ad accogliere l’ignoto, a smarrirsi nel mondo e, insieme, a ritrovarsi.
Biografia
Arianna Lepre è nata a Milano il 13/04/1990.
Da sempre appassionata di lingue e culture straniere, dopo la laurea in interpretariato si trasferisce a Dubai, dove diventa assistente di volo.
Emirates è l’esperienza che le cambierà la vita: a bordo dell’aereo passeggeri più grande al mondo inizierà a viaggiare in tutti i continenti. Oggi vive in Italia, dove continua a volare e scrive dei suoiviaggi nel tempo libero.
Riferimenti social:
Ig:https://www.instagram.com/diario.dal.deserto/
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