Non è da perdere il film-documentario su Berlinguer.
Per quelli della mia generazione è un pezzo della nostra storia; per i nostri figli quel capitolo non ancora scritto nei libri del liceo perché ancora impastoiato nei documenti politici di quei famigerati anni ‘70.
Quelli in cui la spinta propulsiva del precedente decennio con le sue false illusioni finiva e, come un sogno al risveglio, ci si ritrovava nelle brutte vicende terroristiche che da destra e da sinistra colpivano ovunque esistesse l’embrione di una nuova modernità. Il film racconta in pari misura il grande politico del partito comunista e l’uomo.
Colui che teorizzava e perseguiva la ‘terza via’, che poneva la questione dell’accordo di governo delle forze politiche popolari, che aveva in mente un percorso autonomo rispetto al grande blocco sovietico. Poi c’è l’uomo: riflessivo e dolce, ma anche fermo e caparbio, forse troppo troppo prono ai diktat dell’ establishment del partito, quello suo però, non quello dell’URSS, come allora si voleva da tutti i suoi detrattori.
Il film, che pure muove intorno alla vicenda politica di quello che dopo fu definito il ‘compromesso storico’, per le immagini (anche quelle di repertorio), l’ambientazione, l’ottima regia e l’interpretazione magistrale di Elio Germano, è dotato di grande forza evocativa, mettendo in luce quella Italia che sembra di un’altra era geologica e invece era solo la ‘nostra’ Italia,
Quella della tanto vituperata Prima Repubblica, in cui anche noi insieme a LEI siamo passati dall’essere bambini all’essere adulti, senza troppe accortezze, dal bel sogno sessantottino al brusco risveglio delle bombe stragiste. Quella in cui dovevamo scoprire che ogni conquista era ben più difficile di quanto fosse stata immaginata.
Come noi, anche Lei, la nostra Italia, ora sembra un po’ sul viale del tramonto; invecchiata non benissimo, con qualche ruga di troppo, dentro la quale sembra essersi smarrito il sogno di Pace, Unità nazionale, Giustizia e Progresso, che invero non fu solo di Enrico Berlinguer, ma anche di altri su altri fronti.
Eravamo troppo giovani noi e Lei per sapere quel che sappiamo con la saggezza dell’età. I sogni, quelli belli (Pace Giustizia Diritti) non sono fatti per avverarsi così… in un PLUF; i sogni sono fatti per indicare ‘un percorso’ se vogliamo dirla con le parole di Enrico. A noi trovare il coraggio di continuare a crederci!
Fosse stata anche solo questa la lezione di Berlinguer (e ovviamente non è così) non sarebbe stata ne’ vana ne’ banale.