Alzi la mano chi fra di voi non ha pensato , quando ha letto dell’uscita della mini serie sul caso di Sara Scazzi ad Avetrana , di non vederla assolutamente volendo evitare accuratamente l’ennesima trucida serie crime.
Lo ammetto, io all’inizio l’ho fatto salvo poi pensare che regista dei quattro episodi di “Qui non è Holliwood” era Pippo Mezzapesa , regista che con il suo stupendo film “Ti mangio il cuore ” di qualche tempo prima veramente il cuore me l’aveva mangiato per raffinatezza e bellezza.
Indi per cui sì, li ho visti gli episodi su Disney di “Qui non è Holliwood” e le scuse a Mezzapesa sono assolutamente dovute perchè la visione di questo suo lavoro ci regala quattro straordinari ritratti umani e il racconto cinematografico di un evento gravissimo, l’uccisione della quindicenne Sara Scazzi nel 2010, affrontato con delicatezza , cuore rarissimi insieme all’ approfondimento di rara sensibilità delle infinite sfaccettature dell’animo umano e disumano .
Quattro episodi, uno ciascuno per i quattro protagonisti della vicenda : Sarah, la vittima, la cugina Sabrina , la zia Cosima Serrano e lo zio Michele Misseri interpretati da attori straordinari da cui Mezzapesa ha davvero saputo tirare fuori il meglio .
Una Vanessa Scalera riconoscibile , nel trucco che l’ha trasformata nella zia Cosima, solo per il suo sguardo inconfondibile e poi Federica Pala, che interpreta Sarah Scazzi, Paolo De Vita, Giulia Perulli , Giancarlo Commare, Antonio Gerardi e la grande Anna Ferzetti nel ruolo della giornalista simbolo della presenza dei media in quei giorni ad Avetrana.
Un lavoro questo di Mezzapesa che ha rimesso al centro una ragazza di quindici anni, protagonista di una vicenda orribile, con la sua adolescenza, le sue fragilità, i suoi piccoli sogni e non solo per la fine tremenda che la vita le ha riservato. Con lo sguardo sui suoi protagonisti senza giudizio ma teso e intenso nel descrivere l’umana insondabile capacità di sorpresa che il male può avere arrivando a squarciare affetti e relazioni apparentemente quotidiane , banali, normalmente familiari.
Giudizio che, però, arriva come pro memoria inesorabile, valido per questa come per altre vicende simili, nel mostrare l’evidenza del circo mediatico intorno a una storia che per anni ha fatto sparire dal suo centro proprio Sarah e il dolore per la perdita di una ragazzina di quindici anni .
“Qui non è Hollywood” era la scritta apparsa nell’ottobre 2010 ad Avetrana, sul muro a circa 50 metri dalla casa in cui il 26 agosto dello stesso anno era stata uccisa Sarah e proprio per la questione della rimozione del nome della cittadina dal titolo della serie si era parlato giorni fa con clamore ,forse ingannando i più anche sulla possibile minore diffusione proprio per l’esclusione di quel nome e di quel luogo dal titolo.
Preoccupazione inutile perchè ogni luogo può essere Avetrana e legare il racconto che ne ha fatto la sensibilità della regia di Mezzapesa della commedia e della tragedia umana di questa vicenda ad un luogo fisico forse ne avrebbe sminuito l’universalità , l’intensità. Grazie quindi a Mezzapesa per questo struggente lavoro e grazie anche per il pezzo di Marracash “La banalità del male ” che incornicia gli episodi .
Canzone con un testo dopo il quale è davvero aggiungere altre parole:.
“Sai che il male è banale, ma è comprenderlo che è complesso .
Se ci affascina tutti, è perché tutti lo abbiamo dentro
Ogni caso irrisolto, poi, è soltanto specchio del nostro
Sotto ogni letto c’è un mostro, devi andarci d’accordo.”
1 commento
Adorabile. Grande Milene!