Testi e foto per raccontare nove donne napoletane (dalla campionessa paralimpica di nuoto alla fondatrice di un orto conviviale, dalla ex operaia diventata insegnante alla cantante di musica popolare) ed evocarne una decima, Partenope, che le contiene tutte. I testi sono opera di Deborah Divertito (criminologa, presidente della fiera del libro di Napoli “Ricomincio dai libri”, animatrice culturale e sociale), le foto di Angelo Orefice (fotografo e videomaker).
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Abbiamo rivolto qualche domanda a Deborah Divertito.
Il titolo, Partenope, plurale, contiene tre elementi: Napoli, la coralità e, sottinteso, il femminile. Da quale dei tre siete partiti?
Dall’elemento femminile. Originariamente, doveva essere un libro solo fotografico, in cui donne comuni avrebbero dovuto interpretare donne iconiche del Novecento. Quando Angelo mi ha chiesto di scrivere dei testi, ho preferito misurarmi con donne vive, che avrei potuto incontrare e raccontare in modo diretto. Essendo entrambi napoletani, ci è venuto naturale coinvolgere delle nostre concittadine. Col tempo, ci siamo resi conto che la napoletanità era un elemento caratterizzante del nostro lavoro, tanto che ai nove ritratti veri se ne è aggiunto un decimo immaginario: quello di Partenope, la cui foto è stata realizzata con l’intelligenza artificiale a partire dagli occhi della mamma di Angelo.
Colpisce la tecnica narrativa: interviste senza interviste, quasi un backstage delle interviste stesse. Niente domande in grassetto e risposte fra virgolette, ma una narrazione degli incontri, in cui si mischiano parole e gesti, luoghi e situazioni…
Gli incontri si sono svolti nelle case delle intervistate, perché loro si sentissero a proprio agio e io potessi entrare meglio nel loro mondo. Credo di aver usato un’attitudine all’ascolto che fa parte del mio lavoro di criminologa: non si tratta mai solo di immagazzinare ciò che ti viene detto, ma anche di avere un’attenzione più ampia agli stati d’animo e a ciò che accade intorno. È importante anche sottolineare che le foto sono state scattate sempre dopo le interviste, e che Angelo Orefice mi ha accompagnato in tutti gli incontri, proprio perché si creasse una maggiore confidenza. È stato un lavoro durato due anni.
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Quali, fra le storie che hai raccontato, ti ha sorpreso di più?
Quella di Clara Contadini, l’unica liutaia donna della Campania. Finché lavorava con altri, i clienti non riconoscevano il suo ruolo, pensando sempre che avesse una mansione amministrativa. Allora lei si è messa in proprio. Entrando in un piccolo vicolo del centro storico e poi in un palazzo imprevedibilmente enorme, sono arrivata nella sua casa-laboratorio. Lì, circondata da pezzi di legno destinati a diventare preziosi strumenti musicali, mi sono resa conto della magia e della forza della storia che stavo raccontando: altro che Pinocchio!
Hai trovato delle costanti nelle nove donne che hai incontrato?
La capacità di reinventarsi e poi la grande energia, la forte determinazione che si traduce in uno sguardo puntato dritto nei miei occhi.
Cosa hai imparato da questa esperienza?
Che dentro ciascuno di noi cova una grande voglia di raccontarsi, e che leggere la propria storia nelle parole di un’altra persona che l’ha raccolta e rielaborata, può essere terapeutico. In una scuola media in cui abbiamo presentato il libro, mi hanno chiesto di realizzare un laboratorio di autonarrazione. Tutte le donne a cui abbiamo proposto le interviste, prima ancora che si sapesse esattamente in cosa sarebbero sfociate, hanno aderito entusiasticamente. Nessuna ha voluto leggere il testo che la riguardava prima che il libro venisse pubblicato, segno di grande fiducia. C’è bisogno di scambio, di vicinanza, di tornare alla vita reale.
Storie comuni di donne straordinarie (Marotta&Cafiero Editori, 105 pagine, 18 euro) è un libro originale e prezioso.
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Gi uliano Pavone – Taranto, 1970), giornalista ed esperto di comunicazione scritta, è autore di circa venti libri, fra cui i romanzi L’eroe dei due mari (2010, vincitore di tre riconoscimenti nell’ambito della letteratura sportiva) e 13 sotto il lenzuolo (2012), entrambi pubblicati da Marsilio. Per Laurana Editore ha scritto Gli scorpioni (2022) e Per diventare Eduardo (2024), una storia di formazione in cui appare come personaggio il grande De Filippo..