di Peter Shaffer
uno spettacolo di Ferdinando Bruni e Francesco Frongia
con Ferdinando Bruni, Daniele Fedeli
costumi di Antonio Marras
In scena fino al 2 marzo al Teatro Elfo Puccini di Milano. Poi in tournée
Quello che mi conquista a teatro è la capacità di far propri testi classici o famosi, reinventandoli. Senza tradirli, ma insufflando nuova vita. Regalare al pubblico qualcosa di nuovo , senza accantonare la tradizione. Ci ho pensato spesso guardando la meravigliosa messa in scena di Amadeus, a opera di Ferdinando Bruni e Francesco Frongia.
Il testo di Peter Shaffer, portato in teatro nel 1979 a Londra e poi a New York, è lo stesso su cui si è basato il film del 1984 che ha dato notorietà mondiale a Antonio Salieri: Amadeus, di Miloš Forman, con protagonista F. Murray Abraham.
La storia è conosciuta: Salieri affermato musicista alla corte di Vienna vede insidiato il suo potere dall’arrivo di un giovanissimo genio. Mozart, poco più che ventenne, traboccante talento, vitalità e passioni, irriverente, scanzonato, compone opere meravigliose, senza rendersi conto di suscitare la meschina invidia di Salieri.
Che lo avvelenerà. O forse no. Perché potrebbe trattarsi solo di una leggenda, di un sospetto ampliato proprio da Salieri stesso, con la speranza di diventare immortale e pur di essere ricordato, accetta di prendersi sulle spalle l’assassinio di un grande musicista.
Sul palco le scene si susseguono, alternando i ricordi di un Salieri ormai anziano e sconfortato, alla cronaca dell’arrivo di Mozart alla corte di Vienna, dove conquista tutti con la sua bravura, uno spirito libero che trasforma la musica e la traghetta verso la modernità. Stanco di opere che si rifanno a eroi del classicismo, sogna di portare in scena passioni moderne e storie attuali, magari ambientate in un bordello.
Ferdinando Bruni fa di Salieri un personaggio complesso, con punte di isteria, momenti di struggente desolazione, attimi di perfidi intrighi, un uomo che non è riuscito ad arrivare dove voleva e che di tanto in tanto si rivolge al pubblico svelando la messa in scena e osservandosi dall’esterno. Un uomo tradito dal destino che cerca in tutti i modi di annientare quel giovane che vive come insopportabile antagonista
Daniele Fedeli è un Mozart folletto, che non si ferma davanti a niente, che si concede sberleffi e battute anche volgari, che seduce donne con la sua prorompente sessualità e che soffre per la mancanza di quel padre protettivo che gli stava così vicino. Rimasto solo, ha paura di perdersi. E si perderà. Forse avvelenato dal rivale, forse consumato dal suo stesso talento.
Sul palco la scena è scarna, solo alte quinte verde chiaro, ma a sostituire la scenografia ci sono i sontuosi costumi di Antonio Marras che si ritagliano un ruolo da veri protagonisti. Grazie ai tessuti damascati, ai broccati, a abiti così elaborati da sembrare sculture si è trasportati nel lusso di un Settecento prerivoluzionario, con sovrani votati all’arte e feste di corte. Che se anche non si vedono, si intuiscono nei gesti, nelle stoffe che avvolgono i protagonisti, nelle proiezioni caleidoscopiche da lanterna magica che trasformano la scena.
Un apologo sulla disperazione, l’invidia e la meschinità messo in scena con la grazia lieve di un ballo del Settecento. Applausi a tutti.
Amadeus
di Peter Shaffer
uno spettacolo di Ferdinando Bruni e Francesco Frongia
con Ferdinando Bruni, Daniele Fedeli, Valeria Andreanò, Riccardo Buffonini, Matteo de Mojana, Alessandro Lussiana, Ginestra Paladino, Umberto Petranca, Luca Toracca
luci Michele Ceglia, suono Gianfranco Turco
costumi di Antonio Marras
assistente ai costumi Elena Rossi, assistente alla regia Giorgia Bolognani
realizzazione costumi Elena Rossi, Alessia Lattanzio, Monica Fedora Colombo, Grazia Ieva
realizzazione scene Marina Conti, Giancarlo Centola, Tommaso Serra
produzione Teatro dell’Elfo
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