Oggi sarebbe stato il compleanno di mio fratello.
Tre mesi che non c’è più e la giornata è difficile perchè difficile è non far prevalere la rabbia per l’assenza di una persona ancora giovane e che tanto ancora avrebbe potuto e voluto dare.
Difficile il lutto per qualcosa che non è “naturale ” evoluzione del tempo come altre perdite ,dolorose ma razionalmente prevedibili.
Ma, la riflessione che voglio condividere oggi va oltre il dolore personale fermandosi finanche a qualcosa a cui ho pensato in questi mesi.
A quei “segni ” nell’abbigliamento di una volta che usavano dopo una perdita ,tanto bistrattati giustamente per l’imposizione che rappresentavano ma dei quali , alla fine, il senso profondo credo si sia smarrito .
Forse pochi li ricorderanno..il bottone nero sulla giacca (ricordo mio nonno) , alcuni la fascia sul braccio o sui revers della giacca.
I colori scuri, se non il nero per indicare il lutto nei vestiti delle donne. Ok erano una imposizione e ricordo che mia madre per prima ,donna nata nel nostro Sud ma libera di mente e decisamente sempre più avanti ,li ha sempre visti come una cosa a cui ribellarsi .Ma, tolto il livello della “imposizione”, cosa volevano significare nel profondo quei segni “esterni”?
Certamente quello di individuare un “tempo”.
Di mostrare all’esterno che che chi li portava stava vivendo un Tempo speciale, che “aveva bisogno” di Tempo.
Il Tempo del Lutto appunto.
Gli antichi greci, dopo i quali a mio parere niente di originale è stato più pensato dall’umanità, dividevano il tempo fra Kairòs e Kronos.
Kronos ,quello che divora i minuti, le ore, il tempo del fare che passa e conta le nostre giornate. Kairòs, quello interiore.
Quello che da il senso alle nostre giornate, che le riempie, quello intimo che da spazio al nostro sentire .
Ecco forse, pensavo in questi giorni e in questo tempo che scorre cosi velocemente imponendoci di “fare” per recuperare giorni che sarebbero invece dovuti al tempo del lutto, del ricordo e anche del libero concedersi di soffrire che è necessario ,forse di una sorta di bottone nero per l’esterno oggi ci sarebbe bisogno.
Per concedersi di poter rallentare, di poter evitare di parlare mostrando senza remore che siamo “in un tempo speciale ” .
Essere fragili, sentirsi fragili nel momento in cui il dolore è forte richiede saperla gestire questa “fragilità” e riflettevo sul fatto che non è facile, oggi, per niente.
Kronos corre, richiede efficienza, richiede mostrarsi forti ,di riprendere subito in mano i pezzi perchè non possiamo permetterci di perderlo il tempo.
Richiede di avere la fortuna di avere il dono di persone intorno che non vogliano questo correre e “aspettino”.
Che ti diano “quel” Tempo …
Un lusso raro e davvero non per tutti .
Per cui , dato che credo che al giorno d’oggi sia importante parlare di emozioni e sentimenti e, soprattutto, condividerli spero che se questa riflessione è arrivata anche ad una sola persona stretta per un dolore di qualunque tipo fra questi “Tempi che non coincidono” facendola sentire meno sola e meno fragile sia stato già bello .
Il resto cercheremo di farlo come possibile e con le risorse che avremo e cercheremo e …con il Tempo.