di Pina Arena
2025: nasce Oltre Pari Amore, osservatorio-laboratorio di educazione alla
parità, un progetto di ascolto contro la violenza di genere.
Ultimo nato dall’esperienza di una scuola-pilota nelle azioni di contrasto alla
violenza contro le donne.
Oltre Pari Amore” proposto a 502 studenti, di età comprese tra i
13 ed i 19 anni, dell’IIS”Vaccarini” di Catania nel quale insegno e coordino i percorsi di
educazione alla parità di genere.
“Penso che questo questionario sia eccessivamente a “favore” delle donne e pare che ogni
domanda sia rivolta ad accusare l’uomo”;(un ragazzo 18 anni)
“L’ho trovato interessante perché spesso non pensiamo ai gesti di violenza che vediamo
quotidianamente e così invece, con questo test, si ci può fermare a riflettere”; (un ragazzo 16anni)
“Posso solo dire grazie, perché questo test potrebbe svegliare tanti dal sonno della violenza” (una
ragazza18 anni)
“Solo una domanda: volete metterci contro le donne?”; (un ragazzo 17 anni)
“Questo test non ha sensibilizzato in nessun modo , anzi ha fatto nascere divergenze nel lettore
che prima nemmeno esistevano. È davvero questo l’obbiettivo del femminismo? fare di tutta l’erba
un fascio e condannare a prescindere l’uomo? “;(un ragazzo 17 anni)
“Mi è piaciuto perché ti invita a riflettere per dare delle risposte concrete”; (una ragazza 15 anni)
“Assurde le domande sul cognome che si sa è una consuetudine” (un ragazzo 16 anni)
Oltre le aspettative, il sondaggio restituisce una valanga di parole e opinioni meditate o
impulsive, collaborative qualche volta, spesso polemiche e risentite, in risposta a 18 domande, in
parte chiuse, in parte aperte. Le risposte chiuse ci aiutano a misurare i termini e l’estensione dei
problemi posti, quelle aperte ad ascoltare voci individuali.
Abbiamo chiamato “Oltre pari Amore” questa “operazione”, perché continua l’esperienza di uno
sportello di ascolto per la prevenzione della violenza contro le donne nato a scuola nel 2017: in 5
anni, fino al 2023, lo sportello reale “Pari Amore”, accompagnato da una pagina fb che ne ha
consentito un’espansione on line, ha accolto 202 richieste di aiuto da parte ragazze e ragazzi, che
chiedevano consulenza e ascolto per aver vissuto o per aver assistito a situazioni di violenza.
Negli anni del covid, lo sportello ha perso la sua identità per la chiusura e la perdita della possibilità
degli incontri reali, fisici; ne ho, allora, immaginato pian piano una continuazione che mettesse a
frutto quell’esperienza e quel prezioso patrimonio di testimonianze.
Ed ecco, dopo lo sportello, l’idea di un osservatorio che ripartisse dall’ascolto dei bisogni della
comunità scolastica, attraverso un sondaggio interno, per “elaborare” insieme percorsi di genere
che diano risposte individuali e collettive a problemi condivisi.
Il sondaggio ha quattro sezioni: la prima sezione ha un impianto psicologico, la seconda sociale ,la
terza tocca i temi del lavoro di scuola; la quarta riguarda il gradimento del test ed eventuali proposte
per futuri sviluppi.
La prima parte è stata elaborata dalla psicologa responsabile del Centro antiviolenza Thamaia, Vita
Salvo, la seconda dalla sociologa Graziella Priulla; la terza nasce dal mio lavoro di insegnante che
lavora sulle problematiche della parità di genere, la quarta è stata voluta da un gruppo di studenti
che hanno curato la disseminazione del sondaggio.
Ad una prima lettura, gli esiti del sondaggio solo in parte si discostano da quelli dei grandi
sondaggi nazionali -segno delle comuni problematicità emerse- ma presentano alcune peculiarità:
in primo luogo la sezione-scuola-didattica aperta a riflessioni senza parafulmine; in secondo luogo
la restituzione dei dati complessivi e particolari perché ogni studente possa ascoltare e leggere se
stesso\a e le compagne o i compagni con cui condivide la quotidianità della vita scolastica.
Nessuno potrà dire: io non c’entro, io non sono coinvolto\a. Lì ci sono tutti e tutte con le parole che
nascono dalle loro emozioni, dalla loro lettura dei problemi posti e quindi di sé. Loro sono in quel
sondaggio. Possono rileggere le loro parole e da quelle possiamo ripartire insieme per cercare
risposte.
Le domande sono state pensate per dare centralità ad ogni studente e le risposte arrivano generose,
nella libertà che dà l’anonimato e nell’evidente coinvolgimento emotivo dei più.
Sono interessanti anche le contraddizioni che emergono da alcuni dati e le differenze di prospettive
maschile\femminile: le ragazze soprattutto, ma anche i ragazzi, da una parte mostrano di conoscere
(anche per merito della scuola) le dinamiche della violenza e le problematiche della parità di
genere, sanno cosa sia il linguaggio violento, ma poi scivolano sui più rocciosi stereotipi e
pregiudizi; le ragazze rivendicano libertà ma poi confusamente, come i ragazzi, attribuiscono la
causa della violenza alla gelosia incontrollabile; emerge il disagio dei ragazzi che rispondono
riproducendo gli stereotipi del potere punitivo e del possesso; alle ragazze si chiede cura di sé e
bellezza, forza ai ragazzi; è il 10% delle ragazze a chiedere che si aiutino i ragazzi a ragionare; il
35%esprime sfiducia nel possibile rientro del problema; il 10% dei ragazzi chiede, spesso con toni
risentiti, perché non si parli di violenza femminile sui ragazzi ma soltanto di violenza maschile
sulle ragazze; ragazze e ragazzi chiedono perché a scuola non si fanno corsi di educazione
sessuale.
E ora? Ora che abbiamo raccolto le loro parole, riflessioni ed emozioni, quale uso didattico,
formativo, educativo faremo del sondaggio? Il sondaggio sarà presentato a gennaio dal gruppo di
studenti che ne ha curato l’elaborazione tecnica e la somministrazione.
Ci sarà da lavorare per un anno intero e sarà solo il primo. Ne potrebbero nascere laboratori di
grammatica civica, di educazione affettiva e sentimentale, di filosofia vissuta, di scrittura
esperienziale e diaristica, di lettura dei testi delle canzoni, di rilettura della storia, di riscrittura dei
libri di testo, soggetti cinematografici e teatrali che piegano le tecnologie al racconto di storie dai
finali diversi da quelli che la cultura patriarcale ci ha consegnato.
Il 2025 inizia per noi con un archivio di cui far tesoro, con un tesoretto da spendere, far fruttare e
condividere con le scuole che vorranno unirsi a noi in questa battaglia di parità e libertà.
Chi vuol partecipare può scriverci a fnismct@gmail.com. Ri-cominciamo da qui.




