Pericoli e opportunità
Impegnato a districare i meccanismi complessi della narrazione cinematografica, Schrader mette in luce un’entusiasmante quanto intricata relazione tra intelligenza artificiale e creatività artistica. Con lui, Gloss ha visto in prima persona la paura esistenziale che si è impadronita delle menti di registi e sceneggiatori, improvvisamente messi di fronte a strumenti di intelligenza artificiale generativa in rapido sviluppo. Dopo aver “ingurgitato” surrettiziamente tutto il loro lavoro, rinchiudendolo in modelli proprietari e cercando di rivenderlo a coloro che staccano gli assegni per i loro sforzi creativi, non c’è da meravigliarsi che l’intelligenza artificiale sia vista con sospetto e aperta ostilità.
Questa tecnologia è da considerare come un nemico da boicottare, oppure come un ulteriore strumento nell’arsenale creativo? Un esempio calzante di quest’ultima possibilità è il regista Chris Boyle dello studio londinese Private Island. Nel suo corto satirico “Meme, Myself and A.I.”, Boyle utilizza gli strumenti dell’I.A. in modo concettuale, prendendosi gioco sia dell’I.A. stessa che dell’uso superficiale che alcuni creativi ne fanno.
Dol’s è luogo delle indicazioni di Gloss circa Torino (fascino discreto), quelle sulla GenAi continueranno sul blog L’ironia e la cultura assieme alla bellezza ci salveranno.
L’esperienza umana
Boyle ha cercato di creare personaggi dalla testa avvolta da enormi quantità di dati (i famigerati Big Data) e da qui ci rivolge la domanda: come dare un senso all’esperienza umana?
Nel XX secolo la domanda era cosa distingue un animale dall’uomo. Nel XXI secolo invece la domanda è cosa distingue una macchina intelligente dall’uomo?
L’attesa. La ricerca. Due fattori che però ancora non distinguono l’uomo dalla macchina intelligente. E allora cosa li tiene separati? La morale rivolta a sé, l’etica indirizzata alla società? E che ne faremo del tempo che ci avanzerà? Una risposta possibile e l’essere eterno qui, oggi.
Risposte possibili
E anche: essere empatici con la tecnologia o grazie alla tecnologia? Sono dinamiche del futuro, ma già immortali nel nostro quotidiano. Se l’arte, la bellezza, la cultura sono mezzi di compartecipazione del dolore e della gioia, allora la tecnologia deve diventare empatica.
La prospettiva con Piero Della Francesca diventa scienza, matematica, prima ancora degli scienziati. L’arte prima della scienza. Entrambe guardano avanti. L’uomo è l’ego, la bandiera del mondo, lo specchio dell’infinito. Ma l’ego è perfettibile, ammesso ci interessi la perfezione. L’ego è macchina, l’uomo no. Allora perché la AI non opprima l’umanità, dobbiamo rendere la macchina intelligente imperfetta, insegnandole la bellezza dell’errore.
Chi ne parla, cosa dice?
Esemplificativo un video di SAINt JHN – Body On Me – YouTube (pubblicato il 15 novembre 2024) e che aveva già realizzato 411.082 visualizzazioni al 29 gennaio 2025.
Una signora che sembra appartenere alla Gen Millennial apre una super scatola dov’è stato stoccato un robot umanoide, dalle sembianze di SAINt JHN. Il testo è puramente erotico e perfino sessuale, ma il video rappresenta le nostre paure nei confronti della GenAI, specie se dai tratti umani.
Istruzioni Ikea
“Synchronize your Device”, è questo forse l’unico momento del video in cui avviene il contatto anticipato dal titolo della canzone. Da quell’istante il robot esegue tutte le operazioni di servizio previste dall’umanoide di Musk, dal pulire i pavimenti a lavare i piatti.
Il testo della canzone riporta più volte la parola paura/spavento e rabbia. Il regista di Body On Me, Alex Gargot, visualizza i nostri timori nei confronti della GenAI, specie se in forma umanoide. Proprio come se ne è parlato il 23 di gennaio presso le OGR Tech a Torino.
(seguente)