Ci siamo conosciute con Lara Oliveti all’albori di Internet in Italia e poi non ci siamo più sentite ma siamo sempre seguite grazie alla potenza del web che avvicina. E di donne che si sono fatte avanti nel mondo tecnologico, prima pieno solo di mani e menti maschili ce ne sono sempre di più e coprono tutti i settori
La curiosità di conoscere come si è organizzata e cosa stia facendo Lara nella nuova era del web mi ha spinto a intervistarla
Mi racconti Lara cosa hai fatto in questi anni?
Certo! Ricordo ancora con piacere il nostro incontro agli albori del digitale, ricordo te con tua figlia su un palco a Bologna. Direi che entrambe nel nostro settore siamo state delle pioniere. Tu lo sei stata per gli argomenti che tratti e per il modo in cui li porti avanti dando spazio e rilievo alle donne. Io, a fine anni ’90, ho dato vita con la mia socia Marcella alla società Melazeta (il nome è un tributo ai MAC, l’attuale combinazione dei tasti Command Zeta) a Modena e da allora il nostro sodalizio è continuato ed è tuttora attivo. Una filosofa e una matematica informatica che sono diventate startupper ante litteram e imprenditrici del digitale oltre 25 anni fa.
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i nuovi smart glasses
Melazeta, della quale sei la CEO, di cosa si occupa?
Melazeta è una società che si occupa di unire le tecnologie innovative a soluzioni cosiddette game-based e a progetti di gamification. Lavoriamo nell’ambito della didattica, del training, dei beni culturali e del marketing/loyalty. Abbiamo lavorato e lavoriamo con multinazionali e brand di primo livello, con il mondo no-profit per creare progetti di social impact e anche con startupper, di cui tante sono donne. Negli anni Melazeta ha fatto parte dei grandi Gruppi che hanno fatto la storia del digitale in Italia come Banzai e Doing. Abbiamo un bel team interno multidisciplinare di 20 professionisti/e.
Internet, da quando ci siamo conosciute, è cambiato repentinamente. È stato difficile starci dietro?
È cambiato il business e la maturità degli utenti, la quantità e qualità dell’offerta e della concorrenza globale. In particolare, ci sono stati due momenti fondamentali di cambio di paradigma: il passaggio dal web al mobile, quindi all’uso dello smartphone e dei tablet, e quello che stiamo vivendo in questi mesi, ossia l’arrivo dell’AI generativa.
A livello lavorativo, noi abbiamo sempre mantenuto fermo il nostro focus sul prodotto e sulla nostra mission, ossia rendere i contenuti più accessibili, più divertenti, più interattivi per diverse fasce di età e per diversi obiettivi.
La grande sfida è sempre stata quella di essere un passo avanti nello sfruttare le tecnologie di innovazione; quindi, essere pronti alla sperimentazione e al cambiamento, come ad esempio passare dai giochi e interazioni realizzate in Flash alle app mobile, all’inserimento della realtà aumentata e della realtà virtuale. Ora sfruttiamo i metaversi e sempre più le XR e l’AI.
Della Intelligenza Artificiale cosa ne pensi? Nuove opportunità e nuovi timori?
Avendo vissuto tutto il digitale, perché sono in questo settore dal ‘95, ho vissuto tutte le evoluzioni del mondo digitale, quindi dal primissimo Internet ad oggi. Senza nessuna paura di essere smentita, penso che questo momento non sia paragonabile a nessun altro. Si prospetta un cambiamento talmente profondo e radicale in qualsiasi settore e nel nostro modo di agire e addirittura pensare che non ha precedenti nella storia. I timori ci sono per lo stesso motivo che mi entusiasma, perché si apre un futuro totalmente sconosciuto dove tutto quello che ci ha insegnato la storia e l’esperienza sembra non avere più valore.
Dico “sembra” perché confido che il passaggio, la transizione, sarà più lunga di quello che pare oggi e in questa transizione le competenze umane sappiano ridefinire il loro spazio e la loro unicità.
Sei sposata? Hai figli? Se sì, li hai avvicinati al web o sapevano già tutto?
Sì, sono sposata e ho una figlia, Margherita, che ha 19 anni. Come tutti quelli della generazione Z, ovviamente è digitalizzata e nativa digitale, ma devo dire che non è particolarmente interessata alle tecnologie, anche se le utilizza con dimestichezza. Mio marito Andrea fa tutt’altro lavoro, ma è assolutamente molto aggiornato e interagisce con le novità in maniera naturale e professionale. Quindi in famiglia siamo tutti tecnologici, ma senza esserne schiavi e senza utilizzarla al massimo o al meglio delle potenzialità.
Qualche rimpianto sul web di una volta?
Penso che il web abbia avuto un aspetto che è stata la sua forza ma anche il suo peggior difetto, ossia quello di aver abituato gli utenti ai contenuti gratuiti.
Lo stesso errore è stato inizialmente trasferito anche sul mondo delle app mobile e poi su tutto quello che sono i social, che hanno illuso di darci servizi e contenuti gratuiti mentre la merce erano e sono stati per anni i nostri dati. Noto che molte di queste scelte non più sostenibili stanno cambiando e quindi app molto complesse e servizi stanno diventando tutte in abbonamento, con costi di circa 20, 30, 40 € al mese, quando prima erano servizi tutti gratuiti con advertising o al massimo pagare un’app 3 € per sempre. Per non parlare dei magazine online e di altri servizi.
Quindi da una parte ricordo con rimpianto questo “mondo” totalmente vuoto da costruire e plasmare, ma dall’altra anche la difficoltà di dare un valore economico a quello che si faceva, come sicuramente anche tu condividerai. Penso sia stato necessario per crescere di contenuti e servizi, ma dall’altro è stato un enorme problema.
L’altro aspetto, visto col senno di poi, è stato questo trasferire tutto il know-how, tutti i nostri pensieri, tutta la storia, tutta la letteratura, qualsiasi contenuto possibile e immaginabile sul web e capire che oggi è solo una grande enorme banca dati che sta alimentando l’AI. Una AI di cui da oggi in poi non potremo più fare a meno e che andremo a pagare a caro prezzo. Quindi, senza fare dietrologia, da amante dell’innovazione del digitale quale sono, è ovvio che un pochino di ripensamento su tutto quello che è stato e abbiamo tutti contribuito a fare, mi viene. Di formazione sono una filosofa tech, e non posso fare a meno di cercare un equilibrio tra le mie due anime.
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