Regia di Paolo Genovese
Con Edoardo Leo, Pilar Fogliati, Claudio Santamaria, Emanuela Fanelli, Rocco Papaleo, Claudia Pandolfi, Marco Giallini, Vittoria Puccini, Maurizio Lastrico e Maria Chiara Giannetta
Dal 20 febbraio al cinema
È la sera del primo appuntamento tra Lara, single delusa dagli uomini, e Piero, prof separato. Lei lo ha invitato a cena, ma ora è assalita da mille dubbi: come vestirsi, che luci accendere, che atteggiamento avere. Nel frattempo lui risponde ad altri interrogativi: preservativo sì o no (e, nel caso, quale)? Fattostà che si presenta a casa di lei con fiori e gelato («Addirittura?» commenta Lara e già si capisce che il suo vissuto con gli uomini non è esattamente un idillio). Il film è la cronaca, quasi in tempo reale, della loro prima serata insieme. Confidenze, silenzi, imbarazzi, slanci, ripensamenti, dubbi e…
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Il cuore del film però, è un altro. Alle vicende reali della coppia si alternano le voci che i due protagonisti sentono nelle loro teste. La parte erotica e quella sentimentale, la razionalità e l’istinto, l’entusiasmo e il vittimismo. A interpretarle sono quattro attrici per lei e altrettanti attori per lui. Otto personaggi che battibeccano, si confrontano, a volte litigano per guidare Piero e Lara nei gesti, nelle parole, negli atteggiamenti. A voler trovare dei film che giocano sullo stesso terreno, si possono citare fra gli altri per un verso “Inside out” (1 e 2) e per un altro “Io e Annie” (1977, con Woody Allen e Diane Keaton).
Tante le soluzioni narrative studiate dai cinque sceneggiatori, per rappresentare visivamente il funzionamento dei i pensieri. I due protagonisti non trovano le parole? Ecco gli attori che ne impersonano le diverse anime aprire affannosamente dei cassettini fino a trovare il termine giusto. Per non parlare del significato di una pedalata sulla cyclette, della ricerca di un equilibrio e di una liberatoria esibizione musicale, di cui non vi spoileriamo il significato.
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Basti dire che i due protagonisti affrontano i dilemmi, le paure e le speranze della maggior parte di noi. E che il film, senza un calo di tensione per un’ora e mezzo, diverte e convince, strappando grasse risate e suscitando più di una riflessione. Come per le migliori startup, più dell’idea conta l’execution, che è perfetta, in un meccanismo narrativo che non mostra una falla. Ma a fare del film un gioiellino, oltre che la scrittura, è anche l’interpretazione da parte di un cast in stato di grazia.
Fila tutto così liscio, che funziona anche… il product placement! Se dobbiamo trovargli dei micro difetti, possiamo citare un Edoardo Leo che fa sempre un po’ troppo Edoardo Leo. E un sottofinale che poteva durare anche un paio di minuti di meno. Ma il finale è da ricordare. Il ritrovarsi dei maschi con le femmine (non più contro) allarga il cuore e fa uscire dalla sala con il sorriso.
Un dubbio. Questa è una recensione al femminile. Che ne penseranno gli uomini? Non lo troveranno troppo arzigogolato e cerebrale?