C’è un gioiello in questi giorni su Netflix e si chiama Adolescence.
Una miniserie in quattro episodi che chiunque di noi dovrebbe vedere.
Soprattutto chi ha la ventura di essere genitore di un adolescente in questo complicatissimo tempo.
Complesso perché , se per tutti noi genitori proteggere come possibile i nostri figli dai pericoli era la missione della vita e questi pericoli, anche nelle immaginazioni più vivide, potevano essere quantomeno individuabili, oggi questo non lo è più e conoscere quello che accade nel mondo dei ragazzi è sempre più difficile.
La storia inizia con l’irruzione violenta della polizia in una tranquilla villetta inglese per catturare Jamie, tredicenne chiuso nella sua cameretta, accusato di aver ucciso a coltellate Katy, sua coetanea , la sera prima.
Non è il racconto di una specifica storia ma, come raccontato da Stephen Graham , autore e sceneggiatore della serie nonché interprete straordinario del padre di Jamie, prende tuttavia spunto da reali crimini perpetrati da giovani. “C’era stato un incidente in cui un ragazzo ha pugnalato una ragazza. Mi ha scioccato. Cosa sta succedendo?”Ha detto Graham durante la presentazione della serie nell’evento Netflix .
” Che cosa sta accadendo in una società in cui un ragazzo pugnala a morte una ragazza? Qual è il fattore di istigazione in questo caso e nei tanti che sono seguiti? Cosa succede? Come siamo arrivati a questo?“».
Adolescence sono quattro episodi meravigliosamente girati tutti con un unico piano sequenza,
con riprese intensissime sui volti e le emozioni dei protagonisti che restano sempre in primo piano.
Un racconto in cui le domande di due genitori sgomenti non trovano risposte a situazioni nuove, mai pensate possibili e in contesti sconosciuti . Contesti inquietanti e facilmente accessibili col web che fanno apparire ingenue le frasi relative ai momenti in cui , pensando al figlio tranquillo chiuso in camera sua, pensavano :
“Che male può fare chiuso lì dentro?“.
Perché questa serie , ci mostra chiaramente come i pericoli ai quali sono esposti oggi i ragazzi sono davvero mondi sconosciuti .
Durante l’indagine vediamo che persino la Polizia all’inizio interpreta le emoticon dei messaggi di Instagram dei ragazzi indagati che sta analizzando come affettuose mentre, invece, diventano bullizzanti e pesantissime quando finalmente tradotte nel significato del linguaggio degli adolescenti.
Cosi come i genitori e la stessa polizia , insieme a noi che assistiamo, si inoltrano nella conoscenza di epiteti come “incel” o del mondo della manosfera , che scopriremo motore della rabbia e della violenza cruda sulle ragazza .
Si legge in un articolo del 2021 dell’ International Journal of Gender studies ( “Fare maschilità online: definire e indagare la manosphere ) che “Nell’ultimo decennio si è assistito all’espansione di una rete di spazi e gruppi on-line frequentati principalmente da uomini che condividono l’interesse a discutere di questioni riguardanti le relazioni di genere, la sessualità e, più in particolare, i significati associati alla maschilità .. Questo fenomeno è stato etichettato come “manosphere”.Fenomeno in cui “.. Una rete di soggetti converge su due aspetti: la critica nei confronti del femminismo e la rivendicazione assoluta di una maschilità sotto assedio che deve essere difesa e riaffermata rappresentando un legame fra questi soggetti che , in uno spazio online , si sentono vittime e legittimati allo sfogo della propria rabbia “. Sulle donne .
Cosi Jamie, il protagonista, ragazzino minuto e gentile, inizia a conoscere ed usare il linguaggio di questa “comunità”, gli “incel“, di quei maschi che in online si descrivono come “celibi involontari” incolpando con violenza e rabbia crescente le donne per le loro difficoltà a stabilire legami sentimentali . Una cultura, quella incel esplosa in questi anni in siti clandestini con toni violenti, compresa quella della l’esaltazione della violenza sessuale pur di ottenere quello che spetta all’uomo e gli sarebbe dovuto dalle donne.
Insomma una storia questa di Adolescence che ci riporta alla consapevolezza che oggi un mondo di influenze di ogni tipo può raggiungere i ragazzi , positive certamente ma anche tremendamente negative e pericolose.
Cosa fare? “ Come ho fatto io a creare Jamie?” si chiede il padre in una delle ultime straordinarie scene.
In cosa abbiamo sbagliato, chiede a sua moglie.
Cosa succede nella mente dei nostri ragazzi, quali le pressioni , le insicurezze e le sfide che possono generare la violenza che vediamo all’improvviso, in una mattina normale, nella tranquilla villetta di quella famiglia con l’irruzione della polizia in assetto di guerra, per arrestare unapparente innocuo ragazzino dal viso pallido e gli occhioni sgranati.
Non voglio farvi spoiler ma l’ultima tenerissima scena in quel mare di sconcerto e sgomento lascia senza parole.
Quattro episodi che narrano una vicenda violenta e cruda senza che ci sia un momento solo in cui questa violenza sia rappresentata se non negli occhi e nei volti di chi cerca solo di capire
Che siano i genitori, il detective o la psicologa che segue Jamie per la perizia.
Non perdetevi questo incredibile lavoro perché fa riflettere su mondi sconosciuti ed impervi del nuovo inquieto vivere anche tutti noi .
E, sicuramente, cercare di capire è l’unica strada per entrare in territori in cui mai avremmo immaginato di dover entrare ma che esistono e, davanti ai quali, chiudere gli occhi non è certamente la soluzione.