Il Valore dell’Incontro e dell’Equità
Viviamo in un mondo in cui la diversità culturale è un patrimonio inestimabile, eppure troppo spesso sottovalutato. Attraversare culture diverse significa arricchirsi, ampliare la propria visione del mondo, comprendere che ogni tradizione racchiude una nobilità intrinseca, una propria aristocrazia interiore. Ma chi stabilisce cosa sia di alto o basso livello?
Personalmente, nutro una profonda ammirazione per la cultura Rom, così ricca di storia, arte e profondità. Spesso viene considerata distante, ma la distanza è solo un costrutto mentale. Nel mio percorso ho avuto la fortuna di incontrare persone con anime straordinarie, vere e proprie anime aristocratiche. E mi sono chiesta: Quanto siete belli? Come siete stati cresciuti in questo contesto?

Fin da piccola, nella mia famiglia curda, si parlava spesso di antropologia. Credo che noi curdi abbiamo un forte legame con la sociologia e l’antropologia, forse perché la nostra storia ci ha resi particolarmente sensibili a queste discipline. Anche la politica ci tocca profondamente, perché siamo nati dentro una realtà che ci ha insegnato a comprenderla e a difenderci da essa.
L’Inconscio Etnico-Culturale
Una storia che mi ha sempre affascinata racconta di un grande re che desiderava un figlio maschio. Disperato, disse alla sua ultima moglie: Se non sarà un maschio, ti ucciderò. Nel frattempo, una donna Rom diede alla luce un bambino. Per salvarsi, la regina e la Rom scambiarono i neonati.
Il bambino Rom crebbe nel lusso del regno, immerso nell’aristocrazia e nell’educazione nobiliare. Eppure, dentro di lui ardeva un fuoco: era attratto dalla musica e dalla cultura Rom, un richiamo ancestrale che non poteva ignorare. Sua madre lo sapeva, e alla fine anche il re cominciò a sospettare: Questo bambino non può essere mio figlio. Noi non abbiamo mai ascoltato questa musica, eppure lui la porta sempre con sé.
Oggi, grazie alla psicologia transculturale e all’etnopsichiatria, possiamo chiamare questo fenomeno inconscio etnico-culturale: un legame profondo con le proprie origini, che resiste anche se si cresce lontani da esse. È qualcosa che va rispettato, perché rappresenta la nostra essenza più autentica.
Il Ruolo delle Madri e il Valore dell’Equità
Durante un viaggio in treno, ho avuto una conversazione interessante con una persona che sosteneva di voler avere molti figli con donne diverse. I figli portano il mio gene, io sono il padre, affermava. Ma davvero la genetica è l’unico elemento che conta?
I figli sono cresciuti dalle madri, e questo implica un profondo rispetto per il loro ruolo. Le madri trasmettono cultura, educazione, valori. Ridurre tutto al solo patrimonio genetico significa ignorare un aspetto fondamentale della crescita umana.
Ecco perché per me l’equità è un principio imprescindibile. Uomini e donne non devono essere identici, né semplicemente pari: devono essere equi. Ognuno con la propria unicità, con il proprio contributo alla società, con la propria dignità. Il rispetto delle differenze è ciò che permette di camminare insieme senza sopraffazione.
Potere e Relazioni Umane
Ultimamente, mi ritrovo a confrontarmi sempre di più con persone provenienti da contesti diversi, tra mediazione culturale, psicologia e pedagogia. Eppure, c’è un aspetto che mi preoccupa: vedo una crescente sete di potere.
Il potere, anche se piccolo, sembra trasformare chi lo detiene. E mi chiedo: è possibile immaginare un mondo in cui il potere non sia uno strumento di dominio, ma di crescita collettiva?
Attraversare culture, comprendere le differenze, rispettare l’inconscio etnico-culturale e promuovere l’equità non sono solo esercizi teorici, ma azioni concrete per costruire un mondo più giusto. Un mondo in cui ogni essere umano sia visto e rispettato per ciò che è, senza pregiudizi e senza imposizioni.