di Antonio Turi
Riprendono le provocazioni di Antonio Turi. Avrete tutta la mia comprensione se lo criticherete.
Caterina
”Semplicemente non capisco. Un politico, donna, viene designato dalla peggior politica al mondo a dirigere un importante museo il cui direttore si era dimesso in seguito a polemiche sul bilancio di previsione. Coro di proteste dalla società civile ma altrettanto rapida levata di scudi di numerosi movimenti femminili: è importante che una donna diriga una istituzione di questa portata, brava è brava, lasciamola lavorare, dicono.
Un altro politico, donna, va semplicemente a fare il suo mestiere, sfilare durante la presentazione di una collezione di moda. Ci va perché chiamata, non designata da nessuno. La società civile tace, o meglio, non fiata perché, in fondo, sono fatti suoi e buon per lei. Ma la stampa e i movimenti femminili si scatenano. Per giorni scaricano veleno puro. Un attacco che trova in un, a mio modo di vedere, vergognoso articolo pubblicato sul Fatto quotidiano la sua punta d’iceberg. Si deve vergognare, dice l’articolo, la signorina, di esporre le sue grazie in quel modo e di guadagnare così tanto e così facilmente. Perché invece lo stipendio di direttrice di museo è ‘na cosetta da niente.
Insomma, nonostante nel primo caso ci siano tutti gli ingredienti del clientelismo che ha dato vita alla classe dei boiardi di stato, da parte delle donne ci sono soprattutto parole di stima e di apprezzamento. Nel secondo, solo attacchi, senza neppure rendersi conto della contraddizione che creavano. E cioè negare che una modella possa fare politica. Un medico, un avvocato, un dottore sì, una modella no. Perché mestiere da buttane è, ahhh!
Ok, mi si obbietterà che nel caso della modella la carriera politica è cominciata in quanto “nipotina” di un importante uomo politico. Ma anche l’altra, la neodirettrice è cugina di un personaggio pubblico di gran peso. E allora? Come la mettiamo?
Sì, è vero, fra le due ci sono differenze di percorso e di Cv, ma ci sono anche 23 anni di attività in più. Perché negare alla più giovane la possibilità di dimostrare di valere, chissà, molto di più della sua compagna di genere?
Forse in un momento così delicato della nostra vita sociale sarebbe bello vedere almeno le donne meno in balia del vento che tira e trovare in loro quella completezza di analisi che difetta invece al mondo maschile. Ma, sembra, per ora è una speranza vana.”
1 commento
Consiglierei ad Antonio Turi di leggere la biografia della Melandri http://it.wikipedia.org/wiki/Giovanna_Melandri