di Livia Capasso
Inizio la mia ricerca a Napoli con le strade intitolate a donne il cui nome comincia con la “A”. A parte AIDA, l’eroina dell’opera di Verdi, e ANDROMEDA, la figura mitologica greca, compare la poetessa Vittoria AGANOOR ( Padova 1855 – Roma 1910). Napoli le ha dedicato una strada perché Vittoria trascorse parecchi periodi della sua vita in questa città, per il clima più adatto alla salute di una sorella. Poi figurano ANTONIETTA DE PACE (Gallipoli 1818, Napoli 1894), rampolla di proprietari terrieri leccesi, eroina del nostro Risorgimento, e una pittrice, detta ANNELLA DI MASSIMO( 1602-1643), il cui vero nome era Diana De Rosa. Sorella del pittore Pacecco De Rosa e moglie di Agostino Beltrano, pittore anche lui, Annella finì ammazzata per gelosia dal marito. Rimane però una pittrice senza opere che le possano essere attribuite con certezza.
Salto la B per l’assenza di nomi femminili, non volendo tenere in conto né il poco gratificante Vico Belledonne, né via Berenice, dedicata alla regina egiziana, meglio nota per il poema di Callimaco tradotto poi da Catullo.
Ringraziando gli addetti per non aver intitolato una via alla Befana, passo alla C dove trovo subito una via intitolata a MARIA CALLAS (New York 1923 – Parigi 1977), celebre soprano greco con nazionalità statunitense e, passando attraverso una via Carlotta, Carmen (l’eroina dell’opera lirica), arrivo a piazza CAROLINA (Maria Carolina d’Austria che nel 1768 sposò Ferdinando IV di Borbone, diventando regina di Napoli).
Il ponte della “Sanità”, che sovrasta l’omonimo rione, è stato intitolato nel 2011 alla partigiana MADDALENA CERASUOLO: detta Lenuccia (Napoli 1920 – 1999), è stata un’operaia e antifascista italiana, partecipò attivamente all’insurrezione popolare contro l’esercito tedesco che si svolse a Napoli dal 27 al 30 settembre 1943, passata alla storia con il nome di Quattro giornate di Napoli. Contro i guastatori tedeschi difese il Ponte della Sanità con gli altri i partigiani e ricevette una medaglia di bronzo al valor militare.
Trovo poi una via Cintia, dove l’omissione della h trasforma la donna cantata da Properzio nelle sue elegie in una pianta appartenente al genere delle cactacee. Godono fortuna a Napoli anche Cleopatra e Cornelia dei Gracchi e finalmente trovo VITTORIA COLONNA (Marino 1490 – Roma 1547), poetessa amica di Michelangelo che nel suo soggiorno ad Ischia fu circondata dai migliori artisti e letterati del tempo, e una COLOSIMO TOMMASINA che profuse tutte le sue ricchezze ed energie nella presidenza dell’Istituto per ciechi che porta il nome di suo figlio, Paolo Colosimo, morto giovane nel 1913 a Napoli.
Con la D trovo una via LUCREZIA D’ALAGNO (1430 – 1479), figlia di Nicola, primo feudatario del Casale di “Torre dell’Annunciata”, favorita di Alfonso V d’Aragona, re di Napoli; ancora una via ELEONORA DUSE (Vigevano 1858 – Pittsburgh 1924), la celebre attrice amata da Gabriele D’Annunzio, e una Donnalbina, Donnaregina, Donnaromita, tutti appellativi della madre di Cristo e Donn’Anna, la nonna.
Infine la Duchesca, nome di una via ma anche di un quartiere, porta il nome di una villa sorta nella stessa zona e ormai scomparsa, riferito alla duchessa moglie di Alfonso II per il quale fu costruito l’edificio.
N.B. Spesso per identificare le donne si è costretti a fare ricorso agli uomini con i quali sono vissuti, padri, mariti, amanti!
Con la E solo la via Egiziaca richiama una donna, una prostituta egiziana vissuta nel IV sec. poi pentitasi e diventata santa.
Con la F trovo Fiammetta (sarà quella cantata da Boccacio?), una imprecisata Francesca, la famosa nobile patriota PIMENTEL FONSECA( Roma 1752 – Napoli1799), un vico delle Fate (ma saranno quelle della favole, col cappello a punta?); non poteva mancare FILUMENA MARTURANO, protagonista di una delle più note commedie di Eduardo De Filippo, ex-prostituta ma soprattutto mamma, pronta a tutto per i suoi figli. Infine trovo una via e anche una piazza intitolata a Ferrara Carmela: è un nome molto comune a Napoli, ma ignoro chi sia.
La seconda pittrice la trovo alla lettera G: GENTILESCHI ARTEMISIA (Roma 1593 – Napoli 1653), artista di grande talento, seguace del Caravaggio. Ma se non fosse stata figlia di Orazio Gentileschi, sarebbe stata ugualmente conosciuta, tanto da dare il suo nome a strade, piazze e ponti anche in altre città? La via GAETANI VANNELLA è invece dedicata alla moglie di un principe della famiglia Sanseverino che, alla morte del marito rinchiuso in carcere per aver partecipato ad una congiura contro il re, mise in salvo i suoi cinque figli portandoli fuori dal regno e solo uno dei figli poté, alla fine del ‘400, ottenere la restituzione del principato. Via GONZAGA GIULIA (Gazzuolo 1513 – Napoli 1566) è dedicata ad un’altra nobildonna, andata sposa appena tredicenne a Vespasiano Colonna, più grande di lei di 33 anni e in cattive condizioni di salute. Rimasta vedova a due anni dal matrimonio poté, per vincolo testamentario del marito, mantenere i suoi beni a patto che non si risposasse. E Giulia non si risposò, si stabilì nel castello di Fondi, dove animò un raffinato circolo intellettuale. Per la sua intelligenza, unita ad una notevole bellezza, attirò l’attenzione dell’Ariosto e di Bernardo Tasso, padre di Torquato. Via GUACCI NOBILE GIUSEPPINA (Napoli 1821 – Fiesole1869) porta il nome di una poetessa napoletana, patriota del nostro Risorgimento, andata poi sposa all’astronomo Antonio Nobile: nella loro casa di Capodimonte ospitava incontri con liberali le cui istanze sosteneva anche con la sua poesia. Via Grazia e Graziella infine rimandano forse al romanzo di La Martine. Con la I trovo solamente Immacolata, Incoronata e Innominata, tutte evidentemente riferite alla più grande di tutte le madri.
Mi fermo un attimo nell’arido elenco per fare qualche osservazione. Finora mi sono passate davanti vie dedicate a Hans Christian Andersen, Louis Armstrong, Charlie Chaplin, Juri Gagarin, Walt Disney, 12 tra vie, piazze, traverse e corsi dedicati a Garibaldi, addirittura una strada intitolata a Ben Hur, il protagonista del celebre kolossal americano, un’altra a Madama Butterfly, eroina di Puccini, una dedicata a Bakù, capitale dell’Azerbaigian, gemellata con Napoli e infine una dedicata addirittura a Pinocchio!
Ma dove sono finite tutte quelle eroine misconosciute, martiri ignote, violentate, trucidate, decapitate di cui parla Pietro Gargano nel suo libro “Eleonora e le altre. Le donne della rivoluzione napoletana”? Margherita Fasulo e la sorella Clarizia, che tenevano riunioni segrete a casa loro, e furono tra quelle che durante la Rivoluzione del 1799 entrarono in San’Elmo vestite da uomo; Teresa Ricciardi, Scolastica Carrabba, Maria Francesca Alcubierre. E dove è finita Maria Angela Ardinghelli, scienziata e poetessa napoletana del ‘700, di cui le cronache dicono che non c’era uomo di cultura che passasse per Napoli senza fermarsi a parlare con lei?
<<continua>>