di Luciano Anelli
“Ci sono sempre due scelte nella vita: accettare le condizioni in cui viviamo o assumersi la responsabilità di cambiarle”(Denis Waitley)
In Puglia il giorno 27 novembre il Consiglio Regionale potrebbe avere la possibilità di fregiarsi di un cambiamento unico in Italia adottando un principio di DEMOCRAZIA PARITARIA, chiesto da 30.000 donne e uomini pugliesi, votando SI alla proposta di legge popolare cosiddetta Legge del 50/50. La vorranno prendere questa decisione rispettando la volontà popolare ?
Questa proposta, che chiede di modificare la legge elettorale regionale, chiede che le liste elettorali dei vari partiti siano composte dal 50% di ognuno dei due generi (maschile e femminile) pena la inammissibilità e la possibilità (non obbligo) di esprimere una doppia preferenza dei due generi, ma va chiarito che non favorisce le donne, nessun posto per loro viene riservato, non sono quote “rosa” o di altro colore, ma sancisce un principio : reale rappresentanza della composizione della società e pari dignità !
Va ricordato che oggi la legge elettorale in puglia, prevede nelle liste le quote 30/70, pena una multa, che nessun partito ha mai pagato, vista la costante inosservanza ad una norma sancita dagli stessi partiti, sottraendo così denaro pubblico !
Quindi nessuna garanzia o assicurazione di posti in consiglio per le donne, ma leale competizione paritaria. Ma forse è proprio questa che fa paura agli attuali consiglieri !
Alcuni di essi collegano la riduzione dei posti (sa 70 a 50) come obbligatorio, con questa proposta che , sia ben chiaro, non prevede così 25 consiglieri uomini e 25 donne , come molti dicono o pensano. Uomini e donne, di destra, di sinistra e di centro, ma anche donne di associazioni e senza appartenenza politica (nel senso più ristretto del termine ) hanno creduto e sostenuto, raccogliendo 30.000 firme sul territorio, nei supermercati nelle piazze , raccogliendo un senso di disgusto verso il fare politica attuale per un evidente smarrimento dei valori etici da parte di una gran quantità di amministratori pubblici, e della inadeguata capacità di questi ultimi di incidere nella realtà sociale.
Con questa proposta viene, così, offerta la possibilità ai Politico pugliesi di allontanarsi dalla devastante idea di appartenenza ad una Casta che mira solo al proprio guadagno e non al bene comune. Affossarla significa riconoscersi in questo concetto di Casta o di avere PAURA di competere alla pari con le donne nella corsa alla conquista della stima e della delega da parte dei cittadini.
Il cambiamento che si chiede è di modificare radicalmente la visione del fare politica per il bene comune, adottato per primi in Italia un nuovo principio di democrazia paritaria che premi il merito.
L’articolo 51 della Costituzione Italiana sancisce il principio di parità dei generi nell’accesso agli uffici pubblici e cariche elettive. La sentenza n. 33 del 1960 della Corte Costituzionale ne sancisce e rafforza la validità. Un voto negativo ad una richiesta popolare potrebbe dar luogo ad una impugnativa con il consequenziale congelamento della legge elettorale ed una ingovernabilità paurosa.
Condividere le scelte, che regolano la vita della società, delle famiglie, fra i saperi e le diverse visioni di vita sia degli uomini che delle donne può produrre solo il beneficio di norme più adeguate e rispondenti alle necessità di tutti e non solo di una parte prospettica della vita. In tal modo si eviterebbero carenze in leggi che prevengono disagi o aiutano la vita quotidiana delle persone, come quella sullo stalking, limitando i numerosi femminicidi, così come eviterebbe il pensiero che, come detto recentemente dal Presidente Nazionale dell’ISTAT a Bari in un convegno sul benessere organizzato dalla Consulta femminile regionale, la causa di maggior disagio, rilevata da una indagine per stabilire i nuovi parametri del benessere della popolazione , risulti “il licenziamento”, ricalcando la visione prettamente maschile del prestigio e della carriera, dimenticando che la perdita di una persona cara , causa incontrovertibile, crea un disagio enormemente maggiore ai parenti ed amici, come anche la violazione del proprio corpo, uno sconquassamento perenne.