– Ti piacciono gli stornelli romani, Hans? Ma è fantastico! Io ho un’intera collezioni di vecchi dischi in vinile, quando torniamo te li faccio vedere. Sono un po’ rovinati, li abbiamo messi in soffitta, ma credo che si sentano ancora bene, ho anche un giradischi, lo usava mia madre quand’era ragazza…
Sabrina stava imbottendo Hans di chiacchiere, mentre Alice prendeva appunti, e cercava di ignorare quei due, ma ogni tanto lanciava loro qualche occhiata torva.
Era furente: oltre a tutto il resto, la distraevano parecchio. Avrebbe voluto che fossero rimasti a casa. Già, ma lei sapeva bene che Sabrina amava comportarsi in quel modo sfacciato: magari, giusto per farle rabbia. Oppure no. Sabrina non era cattiva, era così di suo, “caciarona” e desiderosa di compagnia, senza malizia. Però le veniva una gran rabbia ugualmente. Che cosa c’entrava, lei, studentessa di Sociologia, in quelle loro passeggiate romane, compiute per studio? Assolutamente nulla. Non avevano bisogno del suo aiuto, avevano testi che illustravano la storia dei monumenti, delle chiese, dei luoghi più belli.
Invece quel mammalucco di Hans non era stato capace di dirle di no. O forse, se lo avesse fatto, si sarebbe comportato da maleducato, già.
Eppure, di tanto in tanto, le sembrava che sollevasse su di lei uno sguardo accorato, quasi come a chiederle aiuto.
Possibile, che non fosse “vittima” del prorompente fascino di Sabrina? Lei piaceva un po’ a tutti, lo sapeva. Gli uomini, di solito, non le resistevano. E quelli che non le resistevano… be’, sapeva “svegliarli” con i suoi modi da gatta in calore, dannazione! La conosceva molto bene.
A un certo punto, però, qualcosa accadde.
E fu quando parlarono del programma pomeridiano.
– No, no. Niente fontana di Trevi, oggi – disse Sabrina come sempre, di prepotenza. – Vi porto a vedere una mostra interessantissima, di certo vi piace, è su…
Allora Hans si intromise, pur se garbatamente: – Scusa, Sabrina. Ti dispiace? Vorrei andare alla fontana di Trevi. Insieme ad Alice.
Sabrina restò per un attimo interdetta. E a dir la verità, lo stesso accadde ad Alice, che non riuscì a capacitarsi di tutto questo.
Hans non si era “svegliato” per accorgersi del fascino della procace cugina. Tutto al contrario! Si doveva essere scocciato della sua intraprendenza. Inaudito…
Così Sabrina, con un sorriso sportivo, anche se non doveva essere particolarmente abituata alla sconfitta, “incassò”.
– Come preferite. Sarà per un’altra volta. Okay, come non detto. Oggi pomeriggio andrò al mare, magari. Di certo incontrerò un bel po’ di amici. Divertitevi allora…
Alice guardò Hans negli occhi, stupita. E Hans guardò lei. Poi, però, si sfuggirono.
Ma quel pomeriggio stesso erano alla fontana di Trevi, con tanto di monetina alla mano.
– Davvero ci credi, Hans? – gli domandò Alice.
– Sì, ci credo. Chiudo gli occhi. E… tornerò – rispose. Con te, avrebbe voluto aggiungere. Ma non disse altro.
Intanto Alice aveva chiuso gli occhi con un lieve sospiro. Il ponentino cominciava a farsi sentire. Nessuno intorno, che strano: poteva essere davvero il momento giusto.
E invece…
La suoneria incominciò a trillare in quel momento.
Alice aprì gli occhi, infastidita. Il motivetto era quello di “Nel blu dipinto di blu”.
– Scusa, Hans, ma non era la sveglia, questa? – gli domandò.
– Ehm… sì. Non lo so come mai si è messa a trillare adesso. L’avevo programmata alle sette e mezza del mattino. Ma sono le cinque del pomeriggio. C’è qualcosa che non va. Io non sono molto bravo coi cellulari.
“Me ne sono accorta”, avrebbe voluto dirgli Alice. Hans però aveva un’espressione tanto triste e mortificata che non ne ebbe il coraggio.
Eppure, il momento magico era sfumato. Alice e Hans salutarono la fontana di Trevi con malinconia, poi lui incominciò a concentrarsi sulla guida prima, sul telefonino poi, con il terrore che ricominciasse la sveglietta.
Invece, poco dopo, fu la suoneria dei messaggi a trillare, con il motivo di “Arrivederci Roma”, che aveva introdotto quel mattino. E li accompagnò per tutto il viaggio, sin quando non tornarono a casa della cugina Paola.
Sabrina doveva essere ancora al mare, ma Alice era di cattivo umore ugualmente. Forse, quella sera, sarebbero potuti uscire un po’ assieme, lei e Hans. Ma a che sarebbe servito? Tanto c’era sempre qualche dannato impedimento tra loro!
– Stasera verranno gli altri miei cugini: Miriam con suo marito, Roberta, e poi Maria. Si cena fuori, che ne dici? Dalle parti di Trastevere – annunciò Paola. Poi si volse verso Hans: – Non sei ancora stato a Trastevere, ragazzo?
– Non ancora – rispose, – ne ho sentito parlare.
– E’ uno dei quartieri più noti e caratteristici di Roma. By night, poi, è particolare. Te ne farai un’idea.
Anche Alice acconsentì di buon grado. Si ricordava di Trastevere, dell’immutato fascino di questo luogo stupendo.
<<continua>>