di Caterina Della Torre
Umberto Ambrosoli della ‘’lista civica’’ il 12 Gennaio al teatro Dal Verme apre la campagna elettorale e promette di cambiare la Lombardia.
Ho dovuto superare una coda interminabile che si snodava da Cadorna fino al teatro Dal Verme. Tanto appassionato interesse per la politica mi ha incuriosita e meravigliata.
Poi sono felicemente entrata ed ho trovato un ambiente affollatissimo di gente di tutte le generazioni e di tutti i ceti sociali. Bello, mi sono detta. Verso le 22, lasciando fuori dal teatro moltissima gente, è cominciato lo spettacolo. Perchè adesso si usa così, le campagne elettorali non sono più le monotone esibizioni di un tempo.
Anticipata da un applauso, ecco apparire la sempre simpaticissima ed impegnata Lella Costa, che presenta il candidato governatore della regione, Umberto Ambrosoli.
Arriva ingiacchettato e quasi timoroso di trovarsi al cospetto di un’audience così ricca ed eterogenea. Ma La Costa lo mette subito a suo agio facendogli proporre delle domande sulla sua gestione dagli interessati stessi, giovani e non che già sul palco lo possono facilmente approcciare. Domande e risposte breve, considerati i tempi e una parola che dovrà sintetizzare ciò che richiedono al governatore. E lui promette legalità, sviluppo, Europa, trasporti, ticket sanitari da rimodulare a seconda del reddito. Cinque punti centrali ed un’idea a far da traino: una banca regionale per lo sviluppo.
Un breve stacco con il bravo Vecchioni che non ha cantato ma letto due poesie ed ha terminato declamando «Quel cielo di Lombardia, così bello quando è bello». Infine ecco il candidato finalmente in maniche di camicia, liberato da lacci e laccioli, lui in primo piano a parlare (quasi a braccioi) di quello che intende fare per la Regione.
In prima fila c’è Giuliano Pisapia e il messaggio non può non far riferimento alla sua rivoluzione arancione del 2011, partita anch’essa dal teatro Dal Verme
Parla a lungo Ambrosoli, con una verve che pare innata, e soprattutto si sofferma a lungo su un punto: ”la responsabilità”che ogni persona che venga investita da una candidatura politica ha verso la gente che lo ha votato. La responsabilità di soddisfare i bisogni della gente che lo ha scelto e non solo i propri.
Tale punto mi è sembrato centrale, perchè tutto quello che si farà e si sceglietà di portare avanti deve essere compiuto in quest’ottica, ormai dimenticata dai più che vedono nella politica solo un modo per sbarcare il lunario o peggio di arricchirsi.
Il giorno successivo l’avvocato (perchè tale è di professione) ha chiuso la sua lista civica. Gli ottanta candidati sono (quasi) pronti. A tutti verrà fatto firmare un codice etico, attraverso il quale garantiranno di «operare, anche nella vita privata, nel rispetto della dignità umana, nel dovere di fedeltà fiscale, con “disciplina e onore” come suggeriscono gli articoli 41, 53 e 54 della Costituzione».
Sembra un buon inizio. Speriamo lo sia anche per le donne che lo supportano e che chissà forse faranno la diferenza.