di Antonio Turi
Ha fatto molto rumore, in questo inizio d’anno, la candidatura al parlamento da parte del Pd di Michela Marzano, la filosofa docente salita agli onori della cronaca per una serie di apparizioni in vari salotti televisivi. La scelta di Bersani ha scatenato una violenta polemica che, dopo aver animato la rete, è sbarcata sul blog della Marzano, dove una nota della nouvelle candidat lamentava il tono a suo dire violento usato da molti.
Siccome sono stato uno di quelli che alla notizia della candidatura ha subito ironizzato e in modo anche forte, ho provato a spiegare alla Marzano, questa volta in modo pacato, le ragioni del mio dissenso.
A tutt’oggi il mio post risulta ancora in moderazione, quindi non leggibile da chi frequenta il blog della Marzano. Ma aldilà di questa polemica, ci sono delle considerazioni di forma e di metodo che possono essere estrapolate e, spero, accendere un dibattito sul ruolo che le donne dovrebbero avere, almeno da noi, a sinistra.
Ritengo che non ci sia nessuna differenza fra la candidatura di Michela Marzano fatta dal Pd e quella di, per citare un nome, ma ovvio che ce ne sarebbero altri, Nicole Minetti nel Pdl. Tutte e due le signore hanno acquistato visibilità in un salotto, televisivo la prima, casalingo la seconda, tutte e due sono state scelte per decisione di un vecchio leader di partito, tutte e due saranno il frutto non di una libera scelta degli elettori ma della forza di un apparato di sostenerle.
Oddio, alla fine forse una differenza c’è. Che l’apparato e il sistema che sostiene la Marzano è piagnone, lamentoso, veterotutto e incapace di incidere sulla realtà e sul futuro (insomma, purtroppo l’immagine del Pd oggi), mentre la Minetti è invece supportata da correnti capaci almeno di esprimete vitalità, deteriore, ma pur sempre vitalità.
Ma purtroppo niente di nuovo sotto il sole, da questo punto di vista. Un partito vecchio come il Pd, non può che esprimere gioventù precocemente invecchiata, e oltre alla Marzano penso alla Serracchiani, che ha già preso in toto quel sorrisetto di superiorità di fronte alle idiozie degli altri che caratterizza la sinistra da D’Alema in avanti. Solo che stretto fra gente che sghignazza sui terremoti e altra che sorride con superiorità su tutto, il nostro paese intanto se ne va a rotoli.
7 commenti
Non conosco l’intero intervento inviato al blog di Michela Marzano che ho avuto modo di incontrare diverse volte (non in salotti televisivi), parlandoci anche a 4 occhi, ma se questo stralcio è la sintesi o la parte meno aggressima, mi domando cosa sarà il resto. Le asserzioni e il raffronto è irriverente, anche se comprendo che la finalità additata è la metodologia di scelta. Però, francamente una scelta è ben diversa dall’altra. Con Michela si cerca di riportare in Italia ed al servizio del paese una delle 250 migliori menti del mondo (spero di non dover sottolineare) aldilà della partecipazione ai salotti televisivi, che non sono l’ambiente abituale di Michela, a differenza dell’altra 2promossa” non per la mente o l’apporto alla collettività che poteva arrecare , ma sicuramente candidatura di scambio favori !!! Sono due esempi di donne completamente diverse e non per l’aspetto esteriore, ma per l’essenza che spesso sfugge agli uomini che, nella maggior parte dei casi, considerano doveroso per una donna, per essere considerata, assuefarsi per corpo o mente al volere maschilista del branco dominante, alla stregua di una comprimaria, se non di oggetto.
Mi spiace, Michela Marzano, se pur calata dall’alto, è un’ottima scelta . Una persona ed una mente forse sconosciuta al pubblico, come tante altre fuggite dall’Italia, che potrà dare, se la si lascerà non imbrigliata, ottimi apporti ad un miglioramento culturale e sociale, per la sua sensibilità, derivata soprattutto dalla sofferenza di una vita difficile, ma non per questo “piagnina”. Il raffronto, se pur provocatorio, è irriverente per tutte le donne e gli uomini che credono nel valore delle persone e nelle differenze. Mi dissocio come uomo e come votante !
Sarà che conosco Michela Marzano per i suoi libri -saggi molto rigorosi- e non per la partecipazione a qualche salotto in TV (non avendo la televisione), ma non vedo proprio come si possa paragonare un’ottima filosofa come lei (che, peraltro, ha approfondito molto spesso nei suoi testi il tema della condizione e dell’immagine della donna, sia sul piano epistemologico che su quello politico) con Nicole Minetti, sulla quale non faccio commenti.
Non era tra i candidati alle Primarie dei Parlamentari? Beh, ma se il problema è questo, allora suggerisco tutt’al più di criticare Bersani (che, comunque, nella fattispecie ha fatto un’ottima scelta), non la Marzano.
Certo, preferisco anch’io le Primarie -ovviamente- come metodo di scelta dei candidati, ma magari tutte le scelte “fatte calare dall’alto” fossero di questa levatura!
L’unico timore che ho -conoscendo la politica italiana- è che non la si lasci lavorare con la dovuta libertà. Ma, se non si tenterà di ostacolarla o imbrigliarla in logiche di partito o di palazzo, potrà dare al paese un contributo enorme in termini di crescita civile e culturale. Ce ne sarebbe un gran bisogno.
Sig. Turi , l’accostamento tra le due donne è frutto della sua ignoranza. Michela Marzano è una DONNA colta e intelligente. Ha scritto dei libri che la Minetti dovrebbe studiare e, forse pure lei,, anche se dubito fortemente che possa avere un quoziente intellettivo sufficiente per capirne il significato. La filosofa ha partecipato ad alcuni salotti televisi per elevarne il livello culturale. Non si è rifatta nè il seno nè le labbra per partecipare a quei salotto, ma per la sua intelligenza e cultura è stata chiamata. Ha scritto un libro: Sii bella e stai zitta. Io non so se lei sia bello o brutto, ma posso dirle “Stia zitto”.
Concordo con i precedenti commenti! Inoltre vorrei ricordare che Bersani ha scelto , senza esserne obbligato, di fare le primarie al contrario di tutti gli altri partiti.. circa l’80% dei candidati sono stati scelti dalle primarie , circa il 40% sono donne – quale altro partito ha fatto la stessa cosa?
Io penso che questo post sia una dimostrazione abbastanza paradigmatica di un fatto “sistemico” ormai sotto gli occhi di tutti: il “metodo”, in questo caso le regole, ha preso il sopravvento sul “merito”, i contenuti delle proposte.
Infatti si paragonano le due donne, paragone da rispedire al mittente solo andando a guardare la bibliografia dei libri pubblicati dalle due, non per quello che sono ma per come sono state scelte. E il giudizio del metodo di scelta ha prevalso, nella logica di Turi, sul giudizio del merito delle singole.
E’ evidente che così facendo non andremo da nessuna parte. E’ urgente aprire un dibattito serio e pacato su che Italia vogliamo per poi decidere le regole per realizzarla. Quelle di oggi sono evidentemente a rappresentanza di un Italia che non c’è più, se consentono tali paragoni. E allora è il caso rifiutarsi di annichilirci sui dettagli: sono ormai irrisolvibili e servono solo a riempire gli spazi televisivi e virtuali di “baruffe chiozzotte”… per gli amanti del “wrestling” dialettico.
caro luciano
questione di punti di vista. il tuo rientra nell’ottica di chi ritiene di avere la verità in mano e di poter dare giudizi di valore. io (dici) so cos’è bene e cos’è male, so chi vale e chi no, ho la capacità di distinguere, gli altri sono spazzatura. il mio nell’ottica di chi sapendo di non avere nessuna verità crede nell’importanza della forma (metodo è una definzione un più banalotta ed elementare, prima del metodo viene la forma). la forma e le regole sono la base della garanzia per tutti.
al tuo “io so” può tranquillamente opporsi un altro “io so” e non se ne esce più. per esempio, ancora, la bibliografia dei libri scritti dalle due figure che ho portato a esempio non è detto che sia un criterio di selezione: la marzano può aver scritto mille libri ed essere una emerita cretina, avendoli pubblicati solo perché ben inserita nel sistema (guarda che non lo penso, sto solo cercando di farti degli esempi) mentre la minetti potrebbe essersi rifatta tette e labbra e altro ancora ma questo non significa che non possa essere un’ottima amministratrice (anche qui, non lo penso, ma logicamente è così).
nel tuo intervento dici una autentica assurdità: che prima dobbiamo decidere che italia vogliamo e poi stabilire le regole. penso che una fesseria più grande non la potevi scrivere. il dibattito sul paese che vogliamo deve venire dopo la definizione delle regole in cui avviene. altrimenti che facciamo, una guerra civile per decidere il paese e il fatto è che qui ci sono delle regole che tagliano fuori il paese dalle decisioni. decisioni che vengono prese da due leader, o da un leader da una parte e da un apparato dall’altra, se preferisci. e queste regole di selezione impediscono al paese di partecipare alle scelte prima e di approvarle o meno poi attraverso le elezioni, visto che se bersani o berlusconi decidono che la marzano e/o la minetti devono andare in parlamento le candidano in un collegio bloccato e le due ci andranno. e allora di fronte a tutto questo io ti ribadisco che per me sia la marzano che la minetti accettando di stare in questo gioco sono frutto dello stesso metodo e sono la stessa cosa: un danno per l’italia
La causa di questo dibattito e’ l’assurda, ingiusta legge elettorale che abbiamo, definita “porcata” dal suo stesso fautore (Calderoli) . E’ necessario il merito per avere una forma di sostanza e non superficiale, racchiusa da regole condivise e rispettate da tutti per costruire un Paese civile, in cui le diverse opinioni possano coesistere rispettandosi. Con le “ragioni” o “verità” non si costruisce una società in armonia e aperta, ma chiusa in caste autoreferenziali, in fazioni che favoriscono gli scontri distruttivi..