Seconda Parte
Irvin contemplava il liquido dorato che riempiva il suo bicchiere, sonore risate femminili provenivano dall’interno della locanda, i familiari schiamazzi degli uomini quella sera lo disturbavano più del solito e le flebili luci delle lanterne sembravano abbagliarlo.
Il vecchio Cove of Silence, locale frequentato perlopiù da uomini di mare di ogni sorta, era adorno di reti e tipici arnesi da pesca. Sulle pareti spiccavano orripilanti teste di pescecani, esibite da i marinai più scaltri come trofei di pesca, vari quadri raffiguranti navi alle prese con prestanti tempeste e infine quelle maledette insegne ritraenti i presunti avvistamenti della sua adorata sirena…
Aveva lavorato sodo tutto il giorno, senza tregua, voleva tenere a tutti i costi la mente occupata, desiderava finalmente smettere di pensare agli avvenimenti accaduti quella mattina, tuttavia il ricordo di quel viso etereo non cessava un attimo di affiorare in lui.
Sospirò adagiando il boccale sul banco, istintivamente alzò lo sguardo fuori dalla finestra, il mare appariva una torbida pozza scura in lontananza, sembrava così inospitale e minaccioso… Non poteva essere la casa di ciò che quella mattina aveva ammirato senza fiato.
Forse in quel periodo aveva lavorato troppo… di sicuro stava uscendo di sennò, pensò.
Kieran il vecchio proprietario della locanda gli si avvicinò scrutandolo perplesso, si conoscevano da anni ed era capace di intuire i suoi pensieri con una sola repentina occhiata.
Irvin assunse un espressione pacata e disinvolta, sentiva che non poteva parlare con nessuno dell’accaduto.
-Tutto bene?- chiese l’uomo asciugando con un vecchio panno uno dei pesanti boccali.
-Certo, sono solo un pò stanco…- rispose Irvin infilando una mano nelle tasche per tirare fuori poche monete, non vedeva l’ora di sparire da quel luogo infernale.
Kieran respinse le due monete, – va pure… offre la casa- rispose nel solito tono burbero, Irvin sorrise di sottecchi, era uno dei pochi uomini con cui aveva dei contatti, gli voleva davvero un gran bene, pensò.
-Grazie amico, buonanotte- rispose infilandosi il lungo giaccone scuro.
Una volta uscito in strada, venne investito dal fumo dei sigari degli uomini di passaggio, una carrozza passò di fianco alla strada illuminandola per un istante con le sue luci.
Irvin accese la piccola lanterna ad olio, il sentiero di casa era buio e molto distante dal centro del villaggio.
La notte si faceva sempre più fredda e solitaria, mano a mano che si avvicinava alle scogliere il mare batteva con forza contro le rocce lasciando scie schiumose al suo passaggio.
L’aria salmastra iniziò a farsi sentire accarezzando il suo viso, la luna piena era alta nel cielo e illuminava la superficie marina con lievi tratti soffusi, facendola apparire un magico specchio argenteo.
Irvin fissò estasiato il paesaggio, quel luogo era la sua dimora fisica e spirituale, non si sarebbe mai separato dal suo oceano, il suo rifugio, la sua vita.
La mente lo riportò a lei, chissà dov’era celata in quella massa oscura…
Si fermò su un piccolo promontorio poco distante dalla sua casa, contemplò attentamente ogni debole scrematura delle onde, sperando di vederla affiorare in superficie, ma nulla…
Raccolse due piccole pietre da terra, in vicinanza due scogli facevano capolino dalla riva, tirò i due sassi in corrispondenza delle rocce, una volta caduti in acqua sembrarono scintillare.
Nulla sembrò muoversi, eppure aveva la fastidiosa sensazione di essere osservato, si rimise in cammino verso casa senza più degnare di uno sguardo l’oceano che via via si faceva sempre più scuro e furioso, dandogli l’inquietante impressione di udire una voce chiamare il suo nome…
Lorelei lo aveva seguito per tutto il tragitto, costeggiando la scogliera selvaggia e nascondendosi tra le rocce qua e la.
Aveva temuto per un attimo di essere stata avvistata, lui scrutava le acque con sguardo gelido, di certo si era accorto di lei adesso che finalmente era venuto a conoscenza della sua esistenza.
Tuttavia lei continuò a seguirlo finché lui non era arrivato in una piccola casa su un promontorio che dava su una piccola baia nascosta.
Lorelei si immerse in quelle acque più morbide e calde del profondo oceano a cui era abituata, da quel luogo poteva spiare benissimo l’interno dell’abitazione per mezzo di una finestra semi aperta.
Lo vide entrare e sfilarsi la giacca di dosso, per poi dirigersi verso un’altra delle stanza che non riusciva a scorgere, si avvicinò di più salendo su una roccia, se qualcuno si fosse trovato a passare di li per lei sarebbe stata la fine, ma la curiosità prese il sopravvento al timore.
Quando riuscì a visualizzare la scena, vide Irvin adagiarsi su un letto, non era solo però, con lui vi era qualcuno che lei non riusciva a vedere.
Quando l’uomo si alzò dal letto, lo vide tenere una mano delicata tra le sue, rabbrividì quando una chioma bionda fluente scivolò su quelle mani, celando il viso di quella che doveva essere una donna.
<<continua>>