di Caterina Della Torre
Tratto dal libro del canadese Yann Martel l’ultimo film di Ang Lee si avvale della tecnologia in 3D mescolando fin dall’inizio vari generi cinematografici e traendo riferimenti simbolici dall’iconografia filmica, da Walt disney al Titanic.
Piscine Molitor Patel (abbreviato Pi) e’ un ragazzo indiano ed è lui in prima persona che racconta la sua storia e quella della sua famiglia ad uno scrittore in cerca d’idee canadese. Una storia che ha dell’incredibile agli occhi di chiunque ed anche dello spettatore stordito dalle immagini in 3D.
Pi E’ attratto dalle religioni fino a iniziare a professarne tre insieme. Suo padre gestisce uno zoo e Patel è affascinato dagli animali. Il padre, a seguito dell’instabile situazione politica ed economica dell’India negli anni Settanta decide di emigrare con la famiglia in Canada. Durante il viaggio la nave affonda a causa di una tempesta che li coglie in mezzo all’oceano, vicino alla fossa delle Marianne. Pi affascinato dalla tempesta era salito sul ponte e non era così rimasto intrappolato nella cabina e si salva insieme ad alcuni animali dello zoo che la barca stava trasportando (li avrebbe poi dovuti vendere in America). Nel naufragio muoiono i membri della famiglia di Pi (i genitori e il fratello) e tutti gli altri animali dello zoo.
Qui comincia l’avventura di sopravvivenza di Pi tra mare in tempesta, animali che si sbranano tra di loro e tentativo riuscito di addomesticare l’unico animale sopravvissuto, la tigre del bengala, Richard Parker. Pi potrà solo fare affidamento alla propria intelligenza per poter sopravvivere e convivere con la tigre.
Pi imparerà a pescare e uccidere e a combattere contro le avversità. Pur temendo spesso di morire e capendo di essere in balia del fato la speranza di sopravvivenza, la fede in Dio e la condivisione degli oggetti e degli spazi con la tigre lo motiveranno facendolo diventare comunque un uomo più risoluto e sicuro. Pi ammira anche la natura che lo circonda.
I due approderanno ad un isola e Pi che poi scoprirà piena di alghe corrosive letali e l’abbandonerà. Infine approderà in Messico dove Richard Parker, con il quale ha costruito un rapporto speciale, fuggirà in una foresta abbandonandolo. Cosa che getta Pi confusione, fino a farlo piangere. Degli uomini lo raccolgono sulla spiaggia, quando ormai non ha più forze.
Una volta rimessosi due uomini dell’assicurazione vengono a fargli visita per chiarire il caso della sua peregrinazione (di duecentoventisette giorni) e Pi trarrà le conclusioni morali e religiose. I due intervistatori increduli chiedono una storia più credibile e Pi narra un’altra storia, senza animali, e li invita a a scegliere tra le due versioni. I due intervistatori sceglieranno la storia con Richard Parker. Ma anche lo spettatore è invitato a scegliere tra la storia ”immaginifica” con gli animali e quella più realistica ma truculenta senza animali.
Ci sono tre importanti religioni d’interesse in questa storia: l’induismo, l’Islam ed il Cristianesimo, rappresentate da Pi Patel.
”Pi Patel, che incarna la sintesi del sincretismo religioso e della curiosità intellettuale di chi non si accontenta della morale comune o di qualcuno che indichi cosa sia giusto e cosa sbagliato (anche se si tratta del padre), in cui convogliare il razionalismo empirista di chi non ha paura di mettere in discussione i dogmi e la (apparentemente contraddittoria) predisposizione alla fede, sotto forma di dialogo univoco con Dio, in cerca di risposte destinate ad arrivare percorrendo sentieri oscuri. In compagnia di Richard Parker, una tigre del Bengala, il cui occhio cela più di un segreto sul destino che unirà uomo e felino nella più surreale delle simbiosi. Metafora dell’esistente o apologo esemplare di come lo storytelling possa aiutare a spiegare anche verità impossibili da accettare e da razionalizzare, Vita di Pi ha tutto quel che si esige da un romanzo popolare, tenero e crudele, nell’era dello scetticismo cosmico.” (Emanuele Sacchi di mymovies)
Un bel film da gustare e su cui riflettere. Non solo per bambini