di Antono Turi
Ieri, come penso la maggior parte degli italiani che frequentano il web, guardavo l’incredibile siparietto veneziano di Berlusconi. Come tutti, inorridivo. Inorridivo di fronte al resoconto di quello che è accaduto ma soprattutto di fronte alla condizione delle donne nel Pdl. Sapete come la penso, se una donna decide di vendersi, deve essere libera di farlo, ci piaccia o no. Eppure lì stava accadendo qualcosa di ancora più incredibile. Un rito di seduzione di bassa lega, perché ritengo che quei giochetti verbali siano molto praticati e apprezzati in ambienti culturalmente meno evoluti (e forse non solo nemmeno lì), veniva però esibito alla luce del sole, in un momento nel quale la protagonista femminile non era libera di rispondere a tono. Insomma, oltre la libertà di una donna, o delle donne, di vendersi, lì veniva definitivamente alla luce una concezione delle donne. Le donne, ci ha ribadito Berlusconi, non sono compagne di strada, compagne di lotta politica, ma materiale da usare nel modo più conveniente per i miei fini.
La cosa sembrava ancora più strana perché nelle scorse settimane Berlusconi da un lato era riuscito a contenere la sua verve, dall’altro aveva fatto uno sforzo di rinnovamento all’interno del Pdl. In televisione, non si vedevano più le solite facce di sempre, Santanché a parte, ma volti nuovi, anche diversi dall’immagine glamour del passato, se vogliamo, anche più preparate. Donne che ben figuravano di fronte alla stessa ventata di rinnovamento espressa dal Pd, anch’esso capace di affidare a a facce nuove la gestione della propria immagine.
Eppure, proprio mentre pensavo questo, sono stato folgorato da un pensiero e cioè che per come si voglia rivoltare la frittata, Pdl e Pd usano le donne allo stesso modo. Le donne, in politica, oggi come sempre, non vanno in televisione. Ci vengono mandate. Ci vengono mandate da vertici politici sempre nelle mani di uomini, che si chiamino Berlusconi o Bersani. Insomma la lotta all’ultimo sangue fra Pdl e Pd è solo apparente. I due partiti condividono le stesse pratiche, la stessa concezione della politica, lo stesso modo di utilizzare la presenza femminile al proprio interno.
Anzi, mai come in questo momento la presenza femminile è stata strumentale, soprattutto a sinistra, dove per cultura le cose dovrebbero essere molto diverse. Bersani ha coinvolto e riconosciuto un ruolo a tutti i suoi competitor nelle primarie tranne che alla Puppato, una delle poche donne che lo spazio se l’era presa, non si era fatta mandare da nessuno. Per non parlare poi della Bonino, un’altra che non le manda a dire a nessuno.
Sarebbe bello che le donne, come si indignano di fronte al video di Berlusconi, si indignassero anche su un uso della loro presenza che più maschilista non è possibile, a destra e a sinistra.
1 commento
Molto indignata e mi infastisce che sbandierino le pari opportunità solo per accaparrasi il voto delle donne e poi in pratica e concretamente il loro pensiero rimane maschilista.