di Antonella Matranga da Canisciolti
Il principe Siani, come essere divertenti senza volgarita’
Esce oggi nei cinema di tutta Italia IL PRINCIPE ABUSIVO, esordio alla regia di Alessandro Siani.
Il film è una sorta di favola sull’amore, una commedia romantica che si rifà allo stile più classico della commedia americana, con tanto di principessa ed improbabile piccolo regno e innamorato povero in canna, ingredienti classici conditi in salsa napoletana verace.
Il film che miscela volutamente vari generi della commedia, da quella musicale di Gene Kelly a quella del mentore alla My fair lady, fino al nostro Conte Max , racconta la storia della principessa Letizia ( Sarah Felberbaum ) che ignorata dai media e dal suo popolo nonostante le sue numerose attività di beneficenza decide, aiutata dal suo ciambellano Anastasio (Christian De Sica), di cercare fra il popolo un giovane poveraccio e fingere di innamorarsi di lui per far parlare i media. La scelta cade su Antonio ( Alessandro Siani), maestro dello scrocco, che viene ospitato a corte con la cugina Jessica (Serena Autieri) e i suoi amici, creando inevitabilmente una serie di esilaranti intrecci e colpi di scena.
Vi spiego i motivi per cui mi occupo di questo film che non è certo un opera di nicchia, visto che esce in 548 sale, e gode di nomi di grande richiamo come Siani e De Sica, e che secondo me vale la pena di essere visto, aldilà delle nostre visioni da cinefili su regia , linguaggi e interpretazioni varie, e vi dico perchè;
In primo luogo perchè si ride di cuore e in alcuni momenti si ride fino ad avere le lacrime agli occhi, senza l’uso della volgarità, delle parolacce, senza prendere in giro i deboli e senza stereotipi. E questo nel panorama della comicità dei film italiani è davvero un ottimo motivo per vedere questo film. Ho voluto che il copione – ha confermato Alessandro Siani – evitasse tassativamente qualsiasi ricorso alla volgarità. E De Sica che è abituato a ben altri film ”sfogava” fuori dal set. Infatti – ha continuato De Sica – a me nel film ci sono voluti tre mesi per trasformare Siani in un gentlman, a lui tre giorni per fare di me uno zotico.
Il secondo e importante motivo secondo me, è il modo in cui Siani utilizza e rappresenta le due figure femminili del film, senza ammiccare, senza usare il corpo delle donne come specchietto delle allodole, con gran rispetto e una sensibilità che sinceramente mi ha sorpreso e decisamente apprezzato.
Serena Autieri è molto brava e da vita ad una popolana verace, solare, in versione rosso fuoco, che abbaglia, appariscente e procace, ma per niente volgare, perfetta. L’attrice canta, balla, si diverte, piange e s’innamora senza mai strafare. Sarah Felberbaum, d’altro canto, è la biondissima, elegante, e filiforme ( forse un po’ troppo) principessa, il sogno delicato e tenero del principe abusivo. Super vestita e raffinata, la Felberbaum, riesce a mantenere il suo aplomb anche di fronte alle peggiori performance del suo finto innamorato, in modo alquanto credibile e naturale.
Cosa che a quanto pare l’attrice non è riuscita a mantenere – come ha raccontato lo stesso Siani -di fronte all’improvvisazione e alla naturale comicità dell’attore regista, che ad ogni ciak interpretava la scena in maniera diversa lasciando di stucco tutti quanti compreso De Sica, che invece viene dalla scuola della memoria e del perfezionismo su set. Ma non sono stato l’unico a creare scompiglio – ha continuato Siani – nel film c’è l’attore Salvatore Misticone ( che interpreta un divertente traduttore dal napoletano all’italiano) che ha poca memoria e che ogni volta dimenticava o ripeteva le cose in maniera diversa. Ed io – ha ripreso De Sica, che ho una memoria pazzesca, al 50 esimo ciak ho detto:Alessà, ma chi è questo attore, è terribile.
E una commedia romantica con tutti i crismi non poteva non avere i cattivi, che nel Principe abusivo, sono interpretati da Marco Messeri e da Alan Cappelli Goezt , il primo nel ruolo del Re, moralista e rigido in pubblico, e goliardico e sporcaccione nel privato, con la faccia simpatica da furetto dell’attore toscano, il secondo nei panni del giovane Gherets, il vero fidanzato della principessa Letizia, che Cappelli Goezt è molto bravo a rendere bello, antipatico, frivolo e senza spessore come chi non ha nessun pensiero al mondo.
Alessandro Siani e il suo cosceneggiatore Fabio Bonifacci, non riescono volontariamente a fare dei cattivi seri di quelli che però alla fine piacciono. Questi cattivi sono stupidi, vuoti, ed è un modo delicato per affrontare il tema della disuguaglianza fra ricchi e poveri che dimostra, insieme a tutto il resto, una grande serietà e talento in Siani, che ci rivela un personaggio popolare ma non guitto cosa che ritroviamo anche nell’aspetto che Siani preferisce mettere in mostra della sua Napoli. Io non potrei far altro che il napoletano anche perchè non so parlare in italiano, ha precisato Siani in conferenza stampa- e ho voluto mostrare anche una Napoli bella, senza volgarità, senza monnezza e criminalità, e senza stereotipi.
Nel mio film non c’è il mandolino, nè lo spaghetto alle vongole – ma cantano Ohi Vita, Ohi Vita mia, qualcuno ha obiettato – Si, ma è un inno alla vita, ed è un modo per celebrare la grande canzone napoletana conosciuta in tutto il mondo. Trovatemi uno anche a Bolzano che non conosce Ohi Vita, Ohi Vita mia. Grande Siani! Orgoglio napoletano!