di Caterina Della Torre
Un sogno avverato ed una nuova opportunità, quella politica.
Valeria Lauriola, 35 anni, nata a Milano, nubile, laureata in Scienze della Mediazione Linguistica e con un master in Pubbliche Relazioni Europee, ha lavorato in varie agenzie di comunicazione a Roma e Milano e alla fine si è fermata sul Gargano, a San Giovanni Rotondo, dove ha cambiato vita, aprendo una piccola libreria indipendente.
Perchè una libreria?
Ho deciso di investire su un sogno di quando ero bambina, quello di vivere contorniata dai libri e di andare, come spesso faccio, controcorrente: in un momento in cui la carta sembrerebbe scomparire, sopraffatta dalla tecnologia, io rimango tenacemente ancorata all’amore per i libri.
E in politica come ci sei arrivata?
Mi sono sempre interessata di politica, o meglio, ho sempre avuto un atteggiamento “politico”, a ripensarci…fin dai tempi della scuola elementare, quando prendevo posizione in favore di qualche compagno di classe che secondo me era stato ingiustamente accusato. Ho sempre provato un forte slancio per la giustizia sociale.
Il mio primo passo consapevole verso la politica è avvenuto quando avevo 15 anni e ho deciso di entrare a far parte dei giovani di Rifondazione Comunista.
Erano gli anni in cui Berlusconi era da poco entrato in campo e mi ricordo infinite manifestazioni a Roma, la voglia di partecipare, di esserci, la rabbia e la passione.
E poi dopo la morte di Rifondazione?
Ho scelto SEL perchè vivo in Puglia e sono consapevole più che mai di come Nichi Vendola abbia reso la Puglia una “regione laboratorio” citata e lodata in tutto il mondo, di come abbia investito, a differenza di molti, sui saperi, sulla cultura, su progetti di finanziamento basati sulla creatività giovanile come Arte Facendo e Principi Attivi. Inoltre la mia regione è leader nella produzione delle energie rinnovabili, ha, insomma, uno sguardo rivolto al futuro, invece che al passato.
Ma con la crisi?
C’è molto fermento, nonostante la crisi. In Puglia SEL dovrebbe andare abbastanza bene, anche se la crisi, le misure di austerity e i vincoli imposti dal Patto di Stabilità, hanno causato dei danni anche qui. Eppure, i dati ISTAT dal 2005 al 2012 sono assolutamente straordinari: mentre la media delle regioni del Sud vede l’occupazione scendere di 3 punti percentuali, in Puglia c’è un aumento del 4,4%. Anche rispetto alla media italiana, mentre la disoccupazione giovanile è aumentata del 5%, in Puglia è diminuita del 2,2%. Spesso si è riusciti ad internalizzare (penso a molti insegnanti), invece di fare outsourcing, come hanno fatto molte regioni italiane. Per questi motivi, sono fiduciosa del risultato positivo che SEL otterrà.
Quali saranno le tue priorità se vieni eletta?
Per me le priorità maggiori sono ovviamente il lavoro, perchè viviamo un periodo di vera emergenza sociale, soprattutto per quanto riguarda l’occupazione giovanile e femminile.
Investire sul sistema di welfare: più asili nido pubblici per le mamme lavoratrici, un’università e una scuola migliori, che sono stati purtroppo in questi anni duramente provati dalla riforma Gelmini.
E poi l’ambiente: ci vuole una riconversione ecologica dell’economia, un piano verde per il lavoro, che smetta, per esempio, di fare affidamento sui combustili fossili e che investa invece seriamente sulle energie rinnovabili.
Infine, i diritti civili, perchè in Italia siamo ancora molto indietro su questi temi. Certi argomenti devono essere finalmente affrontati e l’Italia deve tornare al passo con le nazioni più evolute.
Che ne dici delle donne italiane?
Le donne in Italia vivono davvero male: da una parte c’è il femminicidio, che vede livelli inauditi di violenza contro le donne, con dati agghiaccianti come una donna uccisa ogni due giorni per mano di mariti, fidanzati o ex.
Dall’altra, vige una vera segregazione di genere: basti pensare che secondo un recente dossier di Svimez, l’associazione per lo sviluppo dell’industria nel Mezzogiorno, attualmente lavora a malapena una giovane donna su quattro. Tra le donne che lavorano, poi, è stato dimostrato che a parità di stipendio, il salario femminile è del 18% più basso, a parità di mansione, rispetto ad un collega uomo.
Il paradosso è, tra l’altro, che in Italia, su 100 laureati, almeno 58 sono donne e solo 42 uomini. Le donne escono più numerose e più preparate dalle università.
Allora dov’è il premio al merito, di cui tanto si vaneggia in Italia?
Cosa proporresti per aumentare il lavoro alle donne?
Per aumentare il lavoro delle donne ci sarebbe sicuramente bisogno di investire in infrastrutture sociali e politiche di welfare, come maggiori asili nido, sia pubblici che aziendali, le scuole a tempo pieno, il sostegno fiscale alle imprese che aiutano i loro dipendenti nella condivisione delle responsabilità familiari tra donne e uomini tramite la flessibilità degli orari di lavoro, fornire incentivi all’occupazione femminile e molte altre misure.
Invece attualmente vediamo che l’intero stato sociale (la cura dei figli, dei genitori, dei parenti, persino acquisiti) ricade tutto sulle spalle delle donne.
E i giovani?
La Puglia ha bisogno dei giovani e delle nuove idee, invece i giovani più meritevoli spesso sono proprio quelli costretti ad emigrare. Uno, tra i tanti miei sogni per la Puglia, è quello di vedere le menti migliori rimanere, per contribuire tutti insieme, a condurre la nostra regione a livelli di eccellenza.