Per re-inventarsi, Elena Moriconi (Les jolis gateaux), ha lasciato i panni di avvocato civilista, ha virato verso un’altra professione che ha rivoluzionato felicemente la sua vita sia di lavoratrice che di madre: il cake design.
In un periodo storico-sociale come quello che stiamo vivendo, con la profonda instabilità di prospettive, sicurezze e certezze, con l’incertezza di punti di riferimento e concrete basi a cui appellarsi e da cui ripartire, siamo tutti fagocitati da un confuso scompiglio emotivo, caratterizzato da delusione, sconforto, rabbia, ansia e stress.
Infatti crisi economica non significa solamente tagli al bilancio e alle entrate familiari, ma anche aumento del rischio di depressione, disturbi d’ansia, psicosi e dipendenze da sostanze. Purtroppo le notizie di cronaca in cui imprenditori, professionisti e lavoratori si tolgono la vita in preda alla disperazione, aumentano vertiginosamente e questo è il vero dramma sociale che dovrebbe indurre a cambiamenti concreti, urgenti e radicali.
Reagire al dramma sociale, economico e lavorativo che stiamo vivendo non è assolutamente semplice, soprattutto quando il rischio di perdere il lavoro bussa alla porta.
Tuttavia su questo fronte gli psicologi sono tutti concordi nel sostenere che una conditio sine qua non per affrontare e reagire alla crisi stia nella capacità di re-inventarsi e riorganizzarsi, nell’opportunità di inventare e creare anche nuove occupazioni, magari completamente diverse rispetto alle precedenti e agli studi sostenuti e perché no, anche fuori dai soliti schemi.
A tal proposito, mi ha colpito piacevolmente la storia di una giovane donna, Elena Moriconi (Les jolis gateaux), che lasciati i panni di avvocato civilista, ha virato verso un’altra professione che ha rivoluzionato felicemente la sua vita sia di lavoratrice che di madre: il cake design.
Che cosa l’ha spinta a cambiare lavoro e ad orientarsi verso il lavoro attuale?
Svolgere con soddisfazione e profitto la professione di avvocato è divenuto, con il passare degli anni, sempre più difficile, con costi molto elevati, anche e soprattutto in termini di tempo trascorso fuori dalle mura domestiche. Uscivo di casa la mattina presto per farvi ritorno, stremata e senza forze residue, solo alle otto di sera; intere giornate passate ad aspettare di fare udienza in Tribunale o in coda per svolgere banali, ma indispensabili adempimenti di Cancelleria, e poi in studio, dove raramente, complice un sistema ormai al collasso, riuscivo a comunicare al cliente notizie diverse rispetto al solito. <il giudice ha rinviato la causa…> Tutto questo, senza che vi fossero entrate economiche minimamente adeguate, niente tempo per me né da dedicare alla famiglia e alla gestione della casa. Da tanto tempo ormai per me il lavoro non era più fonte di realizzazione, ma al contrario causa di profonda frustrazione. Così ho deciso di cambiare, anche se -non lo nascondo- una scelta così drastica mi è costata non poco, o meglio, è stato il frutto di un lungo processo di elaborazione. Comunque le mie intenzioni iniziali erano quelle di aprire un’agenzia di wedding planner, poi l’incontro con la sugar art, questo magico mondo dell’arte di lavorare lo zucchero, avvenuto quasi per caso, è stato folgorante e mi ha indotta a cambiare progetto: mentre realizzavo la prima torta, ho capito che quella sarebbe stata la mia futura scelta professionale.
Ci spiega in cosa consiste il suo lavoro oggi?
Progetto e realizzo, su richiesta, torte decorate con la pasta di zucchero per celebrare qualsiasi tipo di evento. Le mie torte sono uniche ed esclusive, perché le creo “su misura”. E’ un lavoro complesso, ma entusiasmante, in cui la fase progettuale è importante tanto quanto quella della successiva esecuzione: un perfetto connubio di creatività e manualità, dove non deve mancare la capacità di guidare il cliente verso scelte che siano in linea con la sua personalità, al fine di realizzare una torta che risponda ai suoi desideri e al contempo consona al tipo di occasione da festeggiare. La pasta di zucchero offre infinite possibilità decorative, davvero strabilianti, ed è meraviglioso riuscire a creare dal nulla qualcosa di unico, capace di regalare non solo dolcezza, ma anche emozioni.
Lei è anche mamma. Come riesce a conciliare il suo lavoro con il compito di mamma e gli impegni familiari?
Rispetto a prima, i miei orari sono molto più flessibili, posso sia vivere la casa che dedicarmi a mia figlia. Certo, fondamentale è l’apporto di mia madre, che si occupa con amore e dedizione della nipote, quando io sono impegnata, permettendomi di realizzare i vari progetti creativi, che nella fase finale, richiedono anche molte ore di lavoro ininterrotto. Inoltre, ho la piena approvazione del mio compagno, che mi ha sempre sostenuta in questa scelta e che mi dà una mano nel ménage domestico.
Lei ha avuto il coraggio di cambiare e di re-inventarsi una professione, qualità molto importante soprattutto ai tempi d’oggi in cui spesso il cambiamento di lavoro diventa un’esigenza. Cosa consiglierebbe alle persone e alle donne, come lei, che scelgono o devono cambiare lavoro? Quali sono gli ingredienti per riorganizzarsi?
Quello che mi sento di dire è di non aver timore del cambiamento, ma di accoglierlo come un’occasione per scoprire attitudini e capacità diverse da quelle già emerse. La voglia di rimettersi in gioco e la fiducia in se stesse fanno il resto.
Se tornasse indietro, farebbe la stessa scelta?
Senza dubbio alcuno, sì. Non c’è niente di più gratificante che leggere la gioia e lo stupore negli occhi delle persone a cui consegno le torte.
E poi mia figlia un giorno mi ha detto: <Mamma, da quando fai la cake designer, sei più
simpatica e ridi di più. Avresti dovuto farlo prima!>
Penso che abbia ragione…