Pubblicato da Cacucci editore il volume che raccoglie i risultati del progetto “Isole del tempo”, un’indagine condotta in collaborazione con il Comune di Bari nei supermercati Esse Grande Group per capire come rendere sostenibili ritmi di vita e lavoro
Mentre si continua a parlare di donne e discriminazione di genere negli ultimi fatti di cronaca italiana ed estera, in Puglia esce il volume Isole del tempo. Conciliazione vita lavoro, Cacucci editore, a cura di Emanuela Megli e Rosanna Nicastro, che raccoglie i risultati del progetto “Isole del Tempo”, realizzato da Confesercenti Puglia in collaborazione con Esse Grande Group (supermercati marchio doc), Cescot Puglia, Cat Confesercenti e Comune di Bari.
La ricerca è stata condotta con l’obiettivo di verificare quali fossero i disagi, i bisogni e le domande poste dai lavoratori/trici dell’azienda selezionata, al fine di poter sperimentare un confronto che agevolasse la conciliazione dei tempi di vita e di lavoro. Le donne si sono atteggiate quali “soggetti privilegiati” dell’indagine, in quanto tradizionalmente svantaggiate a causa del “doppio lavoro” che, al di là di ogni retorica di emancipazione, ma anche di oggettivi traguardi raggiunti, le compete, con un carico di fatica generalmente più gravoso di quello riservato agli uomini.
A seguito delle rilevazioni fin qui fatte, dei risultati emersi e delle proposte scaturite dal patto, il Consorzio Esse Grande Group ha dato avvio ad un periodo di sperimentazione di orari flessibili di lavoro strutturati nel rispetto delle esigenze dei responsabili dei punti vendita e dei dipendenti. L’azienda ha inserito un doppio turno per le direttrici di sala nel corso della settimana e per i responsabili dei punti vendita è stato istituito un turno intero di riposo, cioè un giorno intero settimanale di riposo, a rotazione, in modo che ogni direttore possa avere una volta ogni mese e mezzo un turno di riposo di tre giorni consecutivi.
Per rendere equilibrato lo svolgimento delle funzioni giornaliere, l’azienda ha assunto altre due unità lavorative. Per quanto concerne, invece, le difficoltà emerse da parte delle cassiere e delle commesse, sono state inserite in alcuni punti vendita risorse umane di una società esterna che si occupa solo di rimpiazzo della merce sugli scaffali, alleggerendo il lavoro delle cassiere e delle commesse che prima erano addette alla sistemazione degli stessi, e tutelando le esigenze di riposo e di recupero delle dipendenti, nelle ore di lavoro e nel tempo libero.
Al termine di questo percorso si può certamente affermare che la conciliazione del conflitto lavoro di cura – lavoro professionale non può essere messa in carico alle donne, non può essere una conciliazione soggettiva, individuale o di genere, come questo progetto ha provato ad evidenziare, ma sono la società, la famiglia, il territorio a doversi strutturare e organizzare in modo da conciliare “oggettivamente” e soprattutto in maniera sistemica il lavoro di cura e il lavoro professionale di donne e uomini.