Si è di recente concluso a Milano Una Talks, evento organizzato dall’associazione Unaqualunque di Sabina Ciuffini che, dopo gli anni del successo televisivo al fianco di Mike Bongiorno, ha dedicato le sue energie a progetti per rafforzare la presenza delle donne nella società civile.
Una Talks, organizzato con il contributo dell’ENI e il patrocinio del Comune di Milano, riprende il format dei Ted talks americani. Si tratta di contributi di circa dieci minuti, filmati e viralizzati, durante i quali speaker diversi affrontano un tema di cui desiderano parlare, con efficacia.
È stato questo l’obiettivo di Una Talks: abbiamo tante cose da dire e dobbiamo imparare a dirle bene, affermazione controcorrente per molte donne, restie a prendere la scena per illustrare le proprie idee; molte si sentono decisamente più a proprio agio lontano dai riflettori.
Vivere Una Talks in prima persona significa rendersi conto in primo luogo che un discorso di dieci minuti, che parli contemporaneamente e con efficacia alla testa e al cuore, è meno semplice da impostare di quanto si pensi. È come disegnare un racconto breve, quando avresti materiale per scrivere una discreta monografia.
Sabina Ciuffini è stata maestro di cerimonie, regista dell’evento e delle prove, non meno importanti della serata finale. Ha comunicato una rara capacità di girare un testo, una frase, un’informazione, spezzarla e ricomporla finché non sveste i termini tecnici del dato e vibra di emozione, quella che consentirà al pubblico in sala di portare un pezzo di quella storia fuori dal teatro.
Tanti i temi: il lavoro che non c’è, la professione, i tempi che cambiano, le tecnologie, la violenza a cui assistono i bambini – per citarne alcuni – e le cose che bruciano, ispirato al rogo della Città della Scienza di Napoli. Il pubblico in sala era attento, curioso di quell’alternarsi di temi diversi: storie differenti accomunate dal desiderio di raccontare se stesse attraverso la cronaca, il proprio lavoro, gli eventi più personali.
Le prove hanno occupato due giorni intensi, per calibrare le luci, testare l’audio, coordinare gli audiovisivi, sistemare microfoni, gestire il tempo dell’intervento con precisione, provare e riprovare. Un’esperienza quasi televisiva, per molte una novità assoluta.
L’emozione della ribalta c’è stata, quel metro circa di palcoscenico che ti stacca dal suolo si fa sentire, eccome, ma anche il dietro le quinte è stato interessante. Ognuna gestisce la propria attesa in modo diverso: chi si allontana dal backstage e si rifugia in un corridoio buio per domare l’ansia (la sottoscritta), chi ride, chi stringe una mano particolarmente nervosa o se la fa stringere, chi sorseggia acqua o si chiude nel mutismo. Cifra comune, un pieno senso di appartenenza al progetto di parola alle donne.
E’ stato il primo evento Una Talks in Italia, altri seguiranno, perché siamo tante e i nostri contenuti non sono banali. Impariamo a farci sentire.
Paola Giannelli, laureata in Economia e Commercio, specializzata negli USA, è specialista di internazionalizzazione delle imprese, membro del comitato esecutivo Lombardia della Fondazione Marisa Bellisario, Responsabile relazioni esterne del webmagazine La Rivista Intelligente e Presidente dell’associazione collegata.