La depressione bipolare, male frequente ai nostri giorni è diventato tema centrale di un libroscritto da una giornalista curiosa e attenta al mondo di oggigiorno, ”Dalla sua parte”, Isabella Borghese.
Nata a Roma dove lavora come giornalista e ufficio stampa. Collabora con Controlacrisi.org, dove è responsabile della rubrica Libri & Conflitti. È autrice di Sovvertire il diluvio (18:30 edizioni) e del reportage Da ex fabbrica occupata a “città” multietnica. E’ deatrice del progetto stilish editoriale Livres & Bijoux (2009).
Quando è nato questo libro e perché lo hai scritto?
Mi sono cimentata per diversi anni nella stesura di racconti già pubblicati, altri non ancora, con tematiche legate alla depressione. Ho poi deciso di scrivere una storia con un respiro più ampio, di
consegnare questo tema a un romanzo, che narrasse la storia di un’intera famiglia. L’obiettivo è stato trattare un tema, quello della depressione bipolare, molo attuale nella nostra società, raggiungere
le famiglie coinvolte, consegnano anche un messaggio di speranza. Il romanzo è nato tre anni fa, quasi quattro, in tre differenti stesure a cui ho lavorato con molto impegno e dedizione.
Il romanzo è nato da osservazioni professionali o personali?
Ho messo a servizio della scrittura parte della mia esperienza personale, molto della mia curiosità in relazione al tema della malattia mentale e molto altro dell’importanza e dell’interesse che nutro nei confronti dell’animo umano, delle relazioni tra gli uomini. Spero di essere riuscita a mettere tutto questo in Dalla sua parte.
Pensi che la linea tra sanità e ‘’malattia’’ sia facilmente oltrepassabile? Perché in tanti oggi la oltrepassano e sono sempre di più?
Io credo che oggi il termine “depresso” sia diventato di uso comune, spesso utilizzato in modo scorretto. Facilmente si confonde la tristezza con la depressione e questo alla lunga ha creato un vero
abuso del termine. In questi tempi di crisi, la mancanza di lavoro, la perdita dell’impiego, il fallimento di piccole-medie imprese, sta causando un numero di suicidi legati tutti alla depressione che
scaturisce dagli stessi fallimenti. Una realtà molto preoccupante. Il Rapporto OsservaSalute 2012 ha presentato una situazione decisamente allarmante: nell’ultimo anno e mezzo sono 153 i suicidi registrati. Parliamo di ben 9 suicidi al giorno. Ecco, questo credo che sia un vero dramma, perché se è vero che le condizioni di vita alla quale siamo in qualche modo costretti a vivere minacciano la nostra dignità e ci sottopongono a continui disagi, facendoci oltrepassare quella linea di cui lei parla, andando verso una precarietà che destabilizza, è altrettanto vero che è doveroso aiutare gli uomini, la cui mente e il cui animo non riescono a reagire alla durezza di questa condizione. Sarebbe dunque utile trovare il modo di prevenire certi processi.
Nel film ‘’Il lato positivo’’ sembra in realtà queste patologie debbano essere superate non dalle malattie ma dall’aiuto dei familiari. Concorda?
Non del tutto. La depressione, intesa come malattia mentale, è una condizione che non si può rimediare con l’affetto dei familiari. E’ importante, giusto, umano che i pazienti non vengano abbandonati (spesso accade anche questo). Ma non è assolutamente sufficiente. Non lo è perché un familiare vive un rapporto affettivo profondo con il paziente, per cui, le dinamiche relazionali non possono consentire che un familiare possa “far guarire” un congiunto affetto da depressione.
Nessuna malattia guarisce con l’amore. Ci vuole piuttosto molta umiltà, anche
da parte di questi, avvalersi di un sostegno psicologico che possa dare agli uomini dei validi strumenti per affrontare la convivenza con un parente ammalato. E mettere le proprie esperienze a servizio degli
altri, come bagaglio di condivisione, comprensione, sostegno. Esistono poi terapeuti, percorsi necessari da percorrere altrimenti si corre il rischio di ammalarsi insieme a chi si ama.
A chi si rivolge il libro, adulti,figli?
Ho utilizzato un linguaggio molto semplice, anche la costruzione delle frasi, molto corte. Questo mi ha permesso di raccontare una storia appetibile per tutti. Sto ricevendo mail di persone molto diverse tra
loro. Questo significa che Dalla sua parte sta raggiungendo: uomini, donne, giovani, adulti. Chi vive il disagio della malattia, ma anche chi conosce la depressione senza viverla. In questo periodo sta
nascendo molta attenzione da parte di blog e pagine face book che trattano di questo tema. Poi però il libro è anche la storia di una famiglia, di una ragazza di 25 anni. I suoi amori. Racconta anche i
legami tra le persone, indaga sull’animo umano.
Ed è per quesato che dalla sua parte sta raggiungendo un pubblico molto vario e vasto.
Piano piano, ma con un lavoro paziente, attento e meticoloso, questo sta accadendo. Ed è un importante traguardo per il mio lavoro.
Isabella Borghese
giornalista e ufficio stampa free lance ufficio
stampa NOVA DELPHI LIBRI www.novadelphi.it
curatrice della rubrica
LIBRI & CONFLITTI su www.controlacrisi.org
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