Tutto ciò che era accaduto finora ad allora sembrava essere solo il preambolo al romanzo della sua vita, ma in realtà era la sua vita, quella che aveva voluto e vissuto fino in fondo, quasi con ingordigia come un bambino che svuota il barattolo della nutella leccando alla fine le dita. Carlotta non si era tirata indietro di fronte a niente, ma ora qualcosa o qualcuno dall’ esterno aveva messo uno stop al suo girovagare, esperire, mettersi in gioco. Sembrava una maledizione o una punizione. Ma lei non voleva darsi per vinta. Rivoleva la sua vita.
Dell’avvocato non aveva saputo più nulla, aveva voluto chiudere il mondo delle sue amicizie alla visione di quello che sarebbe potuta diventare: un’invalida da scarrozzare su e giù.
Ma un giorno lesse su Internet e sui giornali che un professore del centro Italia, cercando di aiutare la moglie a sottrarsi a quella beffarda malattia, la sclerosi multipla (eh sì), aveva studiato un metodo che avrebbe migliorato la vita di molti ‘’sclerati’’ semplicemente aprendo le giugulari con un’intervento poco invasivo. Paura, speranza, di nuovo dubbio, tensione, ricerca, negazione, ancora speranza e alla fine il salto decisivo: trovare qualcuno che la esamini per considerare la possibilità di operare.
Erano passati alcuni anni dal momento in cui aveva preso quella decisione ed era riuscita ad ottenere di sottoporsi all’intervento che credeva sarebbe stato risolutivo. Infatti subito dopo aveva cominciato a camminare, aveva sempre piu’ forza e avrebbe voluto spaccare il mondo. Tanto che organizzò con pochi amici ancora disponibili un viaggio a Fueventura l’isola del vento come la chiamavano molti. Infatti sulla piattezza del territorio spirava un vento fortissimo che rendeva possibile ai surfisti di volare sulle loro tavole o ai velisti di volteggiare sulle onde.
Volteggiare e surfare non poteva, ma immergersi nelle fredde acque sì, osservando le vele colorate che si spostavano sulla superficie come farfalle in festa. E il vento le imprimeva la gioia di vivere, di correre, danzare, volare. Ecco perchè amava il vento.
Non era male si disse, riprendendosi dal sopore che il caldo del sole le aveva iniettato nelle vene.
Ma mentre stava muta e assorta sulla spiaggia spazzata dal vento, si sentì investire dal saluto in inglese di un bel giovane di passaggio. ‘’Hi, are you alone’’ L’ inglese tradiva la produncia tedesca.
‘’Yes I am’’, tagliò corto Carlotta non volendo continuare la conversazione ma nemmeno indurre pietà nei suoi riguardi. Del resto da sola, seduta per terra a prendere il sole poteva essere una qualsiasi bagnante.
Ma sentiva che i guai erano in arrivo…