Perchè andrò a l’Aquila
Faccio parte del movimento Rete delle donne per la rivoluzione gentile dalla sua nascita, avvenuta nel 2010, pochi mesi dopo che la straordinaria avventura delle Donne Pugliesi per Nichi Presidente aveva contribuito a imporre ai partiti del centro sinistra le primarie per scegliere il Candidato Presidente al Consiglio regionale.
Il fatto che Vendola non venisse ricandidato mi sembrava incomprensibile, pensando alle tante cose buone che stava facendo durante il suo primo mandato. Ancora una volta sentivo che la politica stava prevalendo sui sogni e i bisogni delle persone. E non volevo accettarlo. Dunque l’incontro con le altre donne fu un momento magico che ci permise anche di comprendere come la nostra voce potesse essere forte e incisiva.
Dopo la vittoria di Nichi Vendola fu naturale restare insieme, per continuare a far sentire la nostra voce. E fu naturale rispondere alle domande di tante altre donne in tutt’Italia che avevano apprezzato la nostra giusta rivendicazione. E fu naturale unirci, per continuare questo percorso, per far sentire la nostra voce ma soprattutto con l’intento di donare alla politica il nostro modo femminile di vedere i problemi, con lo sguardo di chi i problemi li vive tutti i giorni e il punto di vista di chi, non essendo dentro i partiti, cerca di andare oltre certe logiche purtroppo diffuse a destra come a sinistra. Anche quelle di noi che provenivano da un’esperienza di partito avevano voglia di cambiare il modo di fare politica. E hanno voglia perchè continuiamo a percorrere la strada insieme.
Ma soprattutto veniamo dal mondo delle associazioni, dalla scuola, dalla cura dei nostri cari, dai ruoli di mamme e figlie, e c’è tra noi chi lavora per le donne migranti o le donne che subiscono violenza, così come ci sono le professioniste e coloro che fanno politica nei partiti e nelle istituzioni; ci unisce il bisogno di portare anche nella politica il nostro sentire.
Inoltre, quasi tutte noi conoscono la difficoltà di crescere dei figli e in particolare delle figlie in una società piena di falsi modelli, senza prospettive di lavoro, senza ideali, senza valori etici.
Io in particolare sono nella Rete e andrò a l’Aquila per me, per i miei figli, per i nostri figli. Dopo ormai 13 anni di impegno in rete (internet) a favore della maternità, adesso credo che partecipare a questa Rete sia importante anche per proporre un’altra dimensione del lavoro di cura e perchè convinta che se essere mamme è anche un lavoro, essere mamme ci fa crescere anche nelle capacità di relazionarci, di fare, di offrire agli altri. Non sottovalutiamo questa straordinaria esperienza che comprende in sè tante di quelle professionalità che inseriamo nei curriculum!
E, chi l’ha detto che la produttività non possa dipendere dalla cura? Laddove lavoro di cura non è solo quello che le donne svolgono quando si occupano di una casa, dei figli, degli anziani, ma un qualcosa che si manifesta anche nel processo di produzione e di lavoro, cura dell’organizzazione, cura delle relazioni, cura del governo, cura delle attività, cura dei beni comuni, cura dell’ambiente in cui si vive, cura di tutto ciò che ci appartiene, come persone, come cittadini, come utenti.
Io sono convinta che noi mamme, ma in generale noi donne, siamo molto più brave a prenderci cura.
Spero che a l’aquila saremo in tante! http://www.assemblea.rivoluzionegentile.it/
Donatella Caione, mamma, ex informatica, co-fondatrice della comunità Mammeonline, è appassionata, da quando i modem andavano a 1200 bps, di tutto ciò che ha a che fare con Internet e la comunicazione in rete. Adesso è responsabile della Casa Editrice Mammeonline (www.casaeditricemammeonline.it), che si sta sviluppando sempre più nell’area dei libri per bambini, è molto interessata ai problemi collegati alla scuola (www.lascuoladellemamme.net) e alla nuova questione femminile.