di S. Merlin Chesters
Dopo anni di precariato in Italia, vicino ai 40 anni mi sono decisa ad emigrare all’estero e cominciare una nuova vita. Di ciò, non ne ha beneficiato positivamente il mero aspetto finanziario e lavorativo della mia esistenza, ma nel Regno Unito ho anche incontrato l’amore e circa 9 mesi dopo ci siamo sposati.
Mia mamma piangeva come una vite tagliata al matrimonio, sia di felicità sia perché..sotto sotto mi aveva ormai annoverato nella lista delle locali ‘zitelle’. Nella provincia toscana da cui vengo, la mentalità è ancora molto provinciale. Ed è radicata, più di quel che si pensa. Non sei single, sei senza un marito. Convivere sì, ma solo perché costretti dalla situazione economica, altrimenti il giudizio di mamme e nonne assomiglia a “sono andati già a convivere, chissà quando si sposano”. Il fatto di non sposarsi per niente perché la coppia non è proprio interessata alla cosa in sé non rientra proprio nella generale corrente di pensiero.
Tralasciando come viene vissuto l’argomento matrimonio in Italia, che meriterebbe un articolo a parte, mi voglio concentrare sul dopo. Dopo essermi sposata, non credo di essere sopravvissuta un solo giorno senza sentirmi porre la domanda “Ci sono novità?” (sia da mia madre che da amici italiani), che tradotto in semplice linguaggio è un modo per chiedere se ci sono bambini in arrivo. Avendo una famiglia bi-nazionale poiché ho sposato un cittadino britannico, il contrasto appare piuttosto stridente. I miei suoceri non si sono mai dimostrati ossessionati dal pensiero di avere nipotini e mia suocera si è lanciata in un “Ti piacerebbe avere dei figli?” solo una volta, quando ci siamo visti di persona lo scorso Natale. Le ho risposto la verità, “No, perché non ci interessano”. Il discorso è morto e sepolto lì, senza nessun dramma. Nonostante la stessa risposta sia stata da me a tutta la compagine italiana, mamma compresa, nessuno l’ha registrata come verità!
Dopo la milionesima volta che mi sono sentita chiedere la stessa domanda ed io ho fornito la stessa risposta, mi sono trovata al punto di mentire e creare scuse per ovviare al problema. “No, perché ora mi sono ammalata ai piedi, una gravidanza in queste condizioni sarebbe pesante e pericolosa”, “Abbiamo giusto comprato casa adesso, ci sono troppe spese”, ecc. A tutt’oggi, nessuno si è arreso e probabilmente non lo faranno finché diventerà inopportuno chiederlo poiché avrò oltrepassato il limite biologico per procreare.
Mi sono spesso domandata perché in una nazione dove la crescita demografica è ormai in salita e intorno al 1,4% (era meno dello zero fino al boom dell’immigrazione), ci si debba ancora così preoccupare di non avere figli, di non poterne avere o di non volerne proprio.
Nel Regno Unito, le donne che non hanno figli rientrano nella definizione ‘childless’. Non devi spiegare a nessuno perché non lo sei, può essere una tua decisione, della coppia o altri motivi di qualsiasi natura, incluso quelli fisiologici. Quando mi sono trasferita insieme a mio marito nel Nord Inghilterra, il primo giorno che sono andata a registrarmi per il medico NHS (la ASL italiana), ho quasi risposto seccata alla domanda se avevo figli. Al che l’infermiera che mi stava prendendo i dati mi ha risposto quasi imbarazzata che “guardi signora, è solo per prendere i dati e inserirli nel computer, dobbiamo compilare i fogli e se ha figli da registrare qui insieme a lei”. Io mi sono sentita mortificata per il mio atteggiamento e perché avevo risposto in un tono seccato e totalmente ingiustificato a una domanda veramente semplice.
Qui non si presuppone che in una coppia la donna deve per forza fare figli per essere completa. Ci sono tante coppie senza figli, come tante che ne hanno tre o quattro. Come, tra le altre cose, non si dovrebbe presupporre che una donna è incompleta senza un partner. Siamo donne complete ugualmente, con una personalità e un’identità senza avere bisogno di procreare. Come io rispetto la scelta di avere figli, perché mi devo sentire sotto accusa per non averne? In generale, la società italiana spesso discrimina chi effettua la scelta di non averne. Una delle ragioni principali, se non la principale, è senz’altro di origine religiosa, la seconda è la famiglia originale. Le altre ragioni sono spesso ‘figlie’ di una società improntata da secoli sulla famiglia patriarcale…e sulla discriminazione della donna in sé, un oggetto che senza ‘accessori’ non è completo, relegato a una funzione inutile.
Anni fa mi è spesso capitato di sentire mie amiche discutere riguardo a tal amica che “sì, quella non fa figli, tutta improntata sulla carriera!”. Di nuovo, si cerca una giustificazione per trovare un motivo al fatto di non fare figli. La cosa peggiore è che le mie coetanee si dovrebbero essere ‘aggiornate’ dopo le varie lotte per i diritti delle donne e il femminismo, invece in alcuni casi ragazze giovani dimostrano di essere più retrograde delle loro stesse mamme. L’equazione donna=madre è persino riduttiva, mette la donna sul piano di solo scopo come fattrice. Anche credere che tutte le donne abbiano un istinto materno è sbagliato, purtroppo ho persino un’amica che ha fatto figli per far contenti tutti gli altri e la società, tranne che se stessa. Trovo ciò davvero aberrante. Essere mamma è una grandissima responsabilità a vita, non ci si improvvisa mamme per caso o, peggio, per forza. O si vuole davvero, o no.
Sinceramente, né io né mio marito ci sentiamo in colpa per non volere figli (sono altresì felice di aver sposato un uomo a cui averne non interessava, esattamente come me). Non ci sono ‘ragioni’ occulte o due carriere sfolgoranti dietro una determinata decisione. Non ci piacciono i bambini, né ci sono mai piaciuti, e non credo ci sia niente da vergognarsi a dirlo. Perlomeno nel Regno Unito non c’è.
9 commenti
Condivido: aver (o non aver) figli è una scelta legittima, ma che paradossalmente finisce per penalizzarti. Sul lavoro gli incarichi più rognosi li affidano a donne senza figli («tanto non hanno famiglia…» ma perchè un marito, casa…cos’è?) e anche dalla società così abituata ad avere 40enni madri di pargoli che se li fai a 29 o 30 anni («però sei una mamma giovane», che significa quasi immatura)…
Ciao Rita,
Per affrontare anche il discorso lavorativo in Italia, riguardo a donne over 35, ci sarebbe bisogno… di tre articoli! Senza tirare in ballo i figli direttamente (cioè se uno li ha e non li ha), sul luogo di lavoro dopo i 35, se hai solo fidanzato o marito e casa… presumono che i figli li avrai a breve, indipendentemente dal fatto che tu lo voglia o meno. In genere dai 30 in su le donne soffrono di una forte discriminazione sul posto di lavoro perchè considerate ‘in pericolo di rimanere incinta’. Alcuni datori di lavoro, legge o no, me l’hanno pure detto in viso. Conclusione… 8 anni di precariato, impauriti da una mia possibile futura ‘famiglia’ che sul suolo italico nemmeno è mai esistita…
Aggiungiamo pure che se hai fatto la scelta “disgraziata” di tirarti su i figli per i primi anni invece di consegnarli all’asilo nido a tre mesi, ti scordi di trovare una qualsivoglia porta aperta…. non sei più nè carne nè pesce…
Concordo in pieno. Per il momento mio marito e io non ne desideriamo, in fondo ce lo hanno anche chiesto in pochi… le persone più tradizionaliste della famiglia… Mia mamma ogni tanto fa riferimento al nipotino di questa o quell’amica… Mi guarderò bene dal fare un bambino, con tutto quel che comporta, solo per rendere felici persone in fondo a me estranee, almeno culturalmente e come idee!
Non si devono avere figli per forza, non è un atto dovuto per far contenta la società o mamma o per ragioni religiose.
E’ una scelta libera che la carriera può anche in un certo qual modo ostacolare ma la decisione di fare o meno figli è una scelta profondamente intima che può arrivare anche più in là nel tempo(limite biologico permettendo) ma senza condizionamenti.
Purtroppo questo argomento rientra fra uno dei paradossi della nostra società e della nostra cultura italiana che la sociologa Chiara Saraceno ha giustamente definito “schizofrenica”: da una parte, è visto come “strano” non fare figli (come se l’essere donna implicasse automaticamente e necessariamente essere anche madre) ma dall’altra, quando poi arrivano i figli, ben poco viene fatto per tutelare e supportare madri e genitori.
infine un altro aspetto di non poco conto è ancora una volta uno stereotipo di genere intrinseco a questa delicata questione: mentre è concepibile e accettabile un uomo che non ha figli e magari pure single o senza relazione stabile, quando la questione riguarda una una donna, l’opinione e l’atteggiamento generale e popolare cambia!
ci vuole anche un parere di mamma 🙂
Sono rimasta incinta della prima figlia a 25 anni, non vengo dall’ignoranza… ho studiato bene, ero consapevole q.b. e quel figlio lo desideravo, convivevo (e convivo tuttora) e un figlio mi mancava. Così come ho desiderato intensamente il secondo. Anche se quando poi sono rimasta incinta sono andata in panico… la prima era grandina.. aveva 5 anni… dormiva… uscivamo e non faceva più storie, era autonoma, il lavoro mi andava bene e avevo le mie soddisfazioni… anche se la figlia la vedevo poco perchè lavoravo fino a sera.
Il panico è durato fino all’istante in cui ho partorito.
A me i bimbi sono sempre piaciuti… e mi infastidisce chi sgrana gli occhi quando scopre che a 37 anni ho due figli… e che la prima.. va alle medie…
Del resto oggi se si diventa mamme, lo si diventa effettivamente tardi.
Detto ciò…
Per me è difficile comprendere chi non desidera figli. Ma non per “razzismo”…, perchè per me sono una gioia infinita, perchè non scambierei le mie serate pur poco tranquille con altro, e quasi mi dispiace che altri non possano o non vogliano provare tale gioia. Sentimento di parte. Me ne rendo benissimo conto.
Pur non comprendendo è però vero che non ho nessuna intenzione di fare il giudice di scelte che sono, oltremodo personali.
L’istinto genitoriale si può non avere, e se non avere figli è una scelta… non so dove stia il problema.
Mi spiace di più per chi la scelta non la fa o la fa male, intendo, e ne conosco, coppie che sono arrivate ad un certo punto in cui lei (o lui)… si chiede come sarebbe stato se avesse avuto dei figli… con una sorta di doloroso rimpianto. Ecco… lì non hai scelto bene probabilmente… o ti sei fatto condizionare dal desiderio dell’altro nella coppia… oppure ti sei lasciato andare troppo all’egoismo. Del resto forse accade anche al contrario… donne che si fanno convincere dal mondo, dal compagno, dalla mamma… a fare dei figli…. per poi silenziosamente (o anche no) pentirsene, o fare danni di altro tipo.
In conclusione, seppure dall’altra parte… condivido il vostro pensiero. Personalmente senza figli non mi sentirei completa, la mia identità di donna resta comunque viva, il senso di completezza è differente dalla dignità di essere umano di per se stesso. Senza un compagno potrei stare ma sto bene con il mio e quindi, a parte qualche momento in cui rimpiango la solitudine…, mi sento bene così.
Non so perchè sia sempre necessario poi catalogare le persone, anche perchè spesso non è una necessità pratica ad imporlo ma solo la necessità di dare un giudizio… bionde, rosse, magre, grasse, zitelle, conviventi, sposate, mamme, lesbiche…
Aggiungo di mio… rimango invece perplessa da chi sceglie fuori tempo massimo…, ecco lì il giudizio mi viene, perchè finchè non ci sono figli, il bene a cui pensare è solo il tuo… dopo, le cose cambiano… Buona vita, con o senza pargoletti
Mai voluto figli, oltretutto sono anche lesbica, e a 45 anni devo ancora giustificare con tutti il fatto che no, i bambini non mi piacciono e non mi sento incompleta né sono egoista, e no non mi piacciono nemmeno gli uomini e sono felice così. Ma che stress! I bigotti ci saranno anche in Inghilterra e ovunque, solo che mi sa che qui in Italia sono un po’ di più. E a proposito, tutti a gridare alla crescita zero, io lavoro a contatto con il pubblico e di famiglie con bambini e non straniere ne vedo tante. Per cui non rompano a chi non vuole figli.
Sì i bigotti sicuramente ci sono anche qui, comunque a livello legislativo riguardo a famiglia e relazioni questa nazione sembra avanti anni luce rispetto all’Italia. E di solito la legislazione è in ritardo rispetto a ciò che la popolazione prova, quindi a livello sociale il divario è grosso. Questa è una differenza che mi è saltata all’occhio neppure una settimana dopo il mio arrivo. Qui le coppie gay possono avere figli o non (e spero passi anche la legge per il matrimonio, perchè civil union fa un pò ridere..), se vuoi avere tanti figli lo stato ti supporta, se non ne vuoi avere va bene così…. 😉
Non mi sono mai sentita chiedere “perchè non hai figli?”, ecco.