Posto occupato è un’iniziativa nata in Sicilia con Maria Andaloro perchè l’attenzione sulla violenza contro le dopnne sempre frequentinua e continua non si abbassi. L’iniziativa mira ad attrarre e coinvolgere anche gli uomini con una comunicazione visiva molto forte: una locandina da collocare su spazi che potrebbero occupati da una donna e rimangono vuoti. E‘ una campagna di sensibilizzazione sociale e di comunicazione responsabile. Non è una campagna contro gli uomini. È una campagna d’amore.
Maria come è nata l’iniziativa? E chi ne è stata la mente?
”Posto occupato” è un’idea, un dolore, un pensiero, una reazione che ha cominciato a prendere forma man mano che i numeri crescevano e cresceva l’indignazione di fronte alla notizia dell’ennesima donna assassinata.
Ciascuna di quelle donne, prima che un marito, un ex, un amante, uno sconosciuto decidesse di porre fine alla sua vita, occupava un posto nella società, sul tram, a scuola, in metropolitana.
Quel posto desideriamo riservarlo a loro, affinché la quotidianità non lo sommerga, per simbolizzare un’assenza che avrebbe dovuto essere presenza se non ci fosse stato l’incrocio fatale con un uomo che ha manifestato la sua bestialità, ammantandola di un “amore” che altro non è che disprezzo.
Con un definitivo e ultimo gesto per sancire un presunto diritto di proprietà.
L’idea di “posto occupato” è stata mia. Ma è grazie alla collaborazione di un gruppo di lavoro, sebbene molto piccolo, che sono – e, dunque, siamo – riusciti a farlo diventare quello che si è rivelato essere, sin dai primi giorni di vita, un fiume in piena irrefrenabile. Le teste e i cuori del gruppo erano e sono nella redazione de La Grande Testata, diretta da Massimo Ghinolfi (anche lui, ci è stato di sostegno nelle prime fasi di avvio della campagna, così come Serena Iannicelli e Gilda Bisceglia).
Da dove è partita e quali sono le motivazioni?
È partita il 29 giugno da un piccolo centro della provincia siciliana in cui risiedo, Rometta. Abbiamo “riservato/occupato” dei posti nell’anfiteatro della villa comunale e, subito dopo il sindaco e la sua giunta hanno aderito alla campagna occupando un posto d’avanti al Municipio. Da allora, in pochi mesi, il “contagio” si è esteso in ogni angolo d’Italia. Il 25 settembre siamo stati anche in piazza Montecitorio con lo spettacolo “15 22“. Sono state tantissime le testate nazionali e internazionali che hanno dato spazio sulle loro pagine a Posto Occupato: per le internazionali, una per tutte, l’Huffington Post NY.
Le motivazioni che ci hanno spinto alla creazione della campagna sono intrinsecamente raccontate dal nome stesso della campagna.
Se non si fosse concretizzato attraverso un segno visivo, un impegno reale teso a coinvolgere ogni categoria della società, uomini, donne e ragazzi, sarebbe rimasto un bisogno intimo, una rabbia inespressa, un dolore muto. Invece è diventata una campagna di sensibilizzazione contro la violenza sulle donne di cui il femminicidio è solo l’ultimo atto estremo.
Il concept grafico del logo è di Maria Grazia (Magra) Di Gennaro. È lei che si occupa della comunicazione visiva di tutta la campagna: come dico sempre, lei ha dato un volto e ha tradotto in “segno” il terremoto di pensieri e idee che mi bollivano nella testa. Con la sua collaborazione, in tandem con Sofia San Martino, Giovanna Calabresi e Silvia Romano (che ora vive all’estero ma che ancora ringrazio per quanto ha potuto fare nei primi tre mesi), abbiamo tenuto testa al mare di lettere, mail, fotografie di posti occupati, testimonianze d’affetto, articoli su carta stampata e su testate online: dalla fine di agosto è online il sito postoccupato.org per la cui motorizzazione devo ringraziare Werther Di Gianni che, con Magra che ne ha curato il vestito, si è speso nel mettere in moto i form di adesione individuali e istituzionali, gli automatismi della map
pa aggiornata dei posti occupati caricati online, ecc.
Ah, se posso, voglio cogliere l’occasione per scusarmi con quanti non vedono ancora pubblicati i propri “posti occupati” sul nostro sito, ma solo rilanciati sulla pagina fan di Facebook: siamo davvero oberati di lavoro; sono tanti, anzi, tantissimi i materiali che quotidianamente riceviamo, e riuscire a censire tutto nei modi e nei tempi previsti, ci viene davvero difficile, proprio perché siamo pochi a lavorarci.
Quali risultati pensate di ottenere? E quali avete già ottenuto?
La campagna ha come obiettivo principale non far abbassare il livello di attenzione su questo tema così delicato, complesso e spesso raccontato con clamore scandalistico o con superficialità.
La violenza va raccontata, fatta emergere per poterla isolare. Perché ogni giorno, ciascuna donna offesa, umiliata, picchiata, possa sapere di avere non solo il diritto ma anche il dovere di denunciare. Dovrà farlo per sé, per i propri figli, per i suoi amici e per dare un segno a ciascuna di quelle donne che ancora non sanno di poter contare sul supporto delle forze dell’ordine, della legge e del sostegno di strutture (come i centri antiviolenza o il numero nazionale 1522) nate proprio per proteggerle da quell’orrore. Sempre.
Da nord a sud vedere che amministrazioni, teatri, università, semplici cittadini riservano un posto è un segnale per farle sentire soggetti attenzionati sempre, non solo nei giorni in cui tutti dedicano tempo e spazio a questa emergenza sociale.
Infatti uno degli hashtag che usiamo oltre a #postoccupato e #laretedipostoccupato è #nonsoloil25novembre.
A chi è rivolto principalmente?
Posto occupato si rivolge a tutti, a tutte. La violenza contro le donne, verbale, psicologica, fisica appartiene ad ogni livello sociale, a qualsiasi latidutine da nord a sud e riguarda le donne fra i 15 e i 65 anni che statisticamente una ogni tre subisce violenza.
Non può non rivolgersi a tutti.
Quelle donne hanno mariti, fratelli, madri, amiche, amici, padri, vicini di casa che spesso non capiscono, non hanno gli strumenti perché sono cresciuti tutti con un codice violento, hanno visto la nonna picchiata dal nonno, la madre picchiata o umiliata dal padre e credono che se il marito o il fidanzato le picchi sia normale, anzi, che sia un gesto d’amore. Molte, moltissime non ne parlano per paura, per vergogna, per dipendenza economica, per i figli che sono altri soggetti vittime di queste situazioni, e che se non adeguatamente sostenute non ammetteranno neanche a sé stesse di essere state private del diritto di vivere liberamente e subiscono giorno dopo giorno qualsiasi cosa in nome di un amore che non c’è.
Quanti anni hai e come mai sei ancora in Sicilia?
Ho quasi 44 anni e vivo a Rometta. Mai lasciata la Sicilia per andare a lavorare studiare fuori. Ma ho avuto una specie di doppia cittadinanza per anni fra Rometta e Lugo di Romagna.
A 15 anni volevo cambiare il mondo: studiavo.
A 21 anni volevo cambiare l’Italia: lavoravo.
A 29 anni volevo cambiare la Sicilia: sognavo.
A 43 mi sono svegliata e ho capito che forse dovevo cambiare. Partendo da me stessa.
Ho sempre svolto attività di agente di commercio. Da un anno lo faccio per BexB, una azienda che si occupa di barter. Sono editore di una rivista online “La grande testata” settimanale di cui sono molto orgogliosa, con la quale abbiamo lanciato la campagna Posto Occupato.
Non ho più la mamma: forte come una roccia, è morta di cancro quando avevo 25 anni.
Non ho più neanche papà: mi ha lasciata l’anno scorso.
Non ho figli. E non ho un marito.
Ho perso l’amicizia dei “non amici”. Meglio così.
Ho molti amici, vecchi e nuovi, di cui non voglio e non posso fare a meno.
Ho un sacco di difetti che però non nascondo, né rinnego.
Mi capita spesso di chiedere scusa a causa della mia impulsività.
Aspiro all’Umanità e non alla Santità: per questo ho scelto AGATA (AGATHE) come nome per l’associazione che terrà insieme le attività di Posto Occupato, Banco Occupato (stiamo lavorando per le scuole con una campagna più adeguata.
Agata divenne santa. Ma era una donna. Violata e morta per non cedere alla violenza.
Chi aderisce a ”posto occupato”?? Associazioni, privati, uomini donne?
Dal 29 giugno ad oggi, abbiamo superato i 5000 like sulla fanpage di Facebook; sul sito abbiamo già più di 700 adesioni tra individuali e istituzionali.
Non ci sono adesioni più o meno importanti ma alcune vanno citate per la forza comunicativa che hanno avuto: c’è il video messaggio di Moni Ovadia, Fiorella Mannoia che ne parla ad un suo concerto, la Coop Lombardia con 54 posti occupati nei punti vendita, il Premio Aretè in cui “Posto Occupato” riceve una menzione speciale (tra colossi come Rai, Enel e Telecom) nella categoria delle Campagne di Comunicazione Responsabile. Questo il link al video (montato per noi da Mariangela Mariani, che ringrazio): http://www.youtube.com/watch?v=Nkks5GuS-S0
E poi le Wister (Women for Intelligent and Smart Territories), la rete di Sondrio, la rete di Brescia, quella di Sassari.
Molti i Consigli regionali, un centinaio i Comuni italiani e le Associazioni che hanno aderito e i numeri crescono di giorno in giorno.
Mi piacerebbe fare i nomi di tutti ma dimenticherei qualcuno, posso dire che ho incontrato persone straordinarie in questi pochi mesi che hanno aderito e riservato in ogni occasione utile quel posto e ringrazio tutti gli amministratori pubblici che hanno formalmente aderito in modalità permanete riservando per sempre quel posto nelle aule consiliari comunali, provinciali e regionali. Nei teatri, nelle aule delle università come nei teatri.
Al link è possibile visionare l’elenco che si aggiorna quotidianamente http://postoccupato.org/aderisci/
*divenuta santa in quell’epoca per avere preferito morire piuttosto che cedere alle voglie del potente di turno, che la violò nel corpo e nell’anima, le tagliò per fino i seni.
Ma lei allora non aveva gli strumenti, oggi è inconcepibile anche pensare a tale violenza e sopruso ed assistere impotenti.