L’esperienza ravennate è ben descritta nel libro ”Strada alle Donne”al femminile.
di Giovanna Piaia
Toponomastica al femminile nel comune di Ravenna, realizzato per sottolineare e rendere maggiormente visibile un percorso aperto dall’amministrazione comunale al riconoscimento delle figure femminili – negli ultimi anni si è triplicato il numero delle strade dedicate alle donne, fino ad arrivare a settantacinque alla fine del 2012, mantenendosi in continuo sviluppo.
La parità fra uomini e donne nella toponomastica non è un capriccio di parità, ma una questione simbolica non marginale.
Nominare ed essere nominate come donne ci fa esistere come persone senza scarti di genere. La toponomastica è un tassello nella ricerca di spazi di cui ancora appropriarsi.
Per le donne diventare simboli nella civiltà e nella cultura è conquista recente.
Anche a Ravenna siamo partite per crescere da molto in basso. Questo dato negativo si è triplicato in pochi anni.
Per correggere lo squilibrio, in qualità di assessora alle Pari opportunità con delega alla toponomastica, ho impostato delle azioni di base, creando dapprima una commissione con presenza paritaria e fissando poi regole di parità nelle titolazioni.
A conferma di quanto siano le regole di parità e la volontà di concretizzarle che fanno ottenere risultati e non la semplice delega femminile a capo della Commissione, lo dimostra il fatto che l’attuale assessore Massimo Cameliani sta mantenendo una operativa continuità.
Il movimento recente che si è creato a livello nazionale a sostegno della toponomastica femminile non ha trovato Ravenna impreparata, anzi rappresenta un caso emblematico per la sensibilità degli amministratori.
Ravenna è stata citata da La7 nella rubrica di Paolo Pagliaro lo scorso 8 marzo e in un articolo della rivista dell”Anci per la particolare qualità delle titolazioni.
Abbiamo ricordato maestre, donne premio Nobel, partigiane, vittime della storia o della mafia, donne di arte e di cultura. Non solo sante, madonne o benefattrici come maggiormente presenti nelle altre città.
Ciononostante, quello che ancora oggi viene sottolineato come un dato eccezionale deve diventare norma.
Tributare alle donne i giusti riconoscimenti deve configurarsi come una consuetudine che avanza di pari passo con una reale parità di opportunità nella vita di tutti i giorni.
L’assessore alla Toponomastica ha inoltre manifestato l’intenzione, per la futura intitolazione di strade o aree verdi a figure femminili, “di indagare più approfonditamente il ruolo delle donne nel mondo dell’imprenditoria e della cooperazione ravennati” e ha attivato, nell’ambito dei progetti estivi dell’iniziativa “Lavori in Comune”, un Laboratorio finalizzato proprio alla mappatura delle strade dedicate a donne e alla proposta di nuove denominazioni.
Il volume Strada alle donne è stato curato da Claudia Giuliani, dirigente del Servizio bibliotecario dell’Istituzione Biblioteca Classense, presidente del Soroptimist Club Ravenna, membro della Commissione toponomastica insieme a Sandra Dirani e Cristina Fragorzi, bibliotecarie dell’Istituzione Biblioteca Classense.
L’Istituzione Biblioteca Classense, luogo privilegiato della memoria storica cittadina, ha voluto essere presente con il contributo di molte bibliotecarie, con la ricchezza delle proprie fonti librarie e documentarie, partecipando attivamente alla ricostruzione storica che è alla base di questo lavoro.
Le schede biografiche del libro sono state rivisitate da molte donne collaboratrici: Floriana Amicucci, Paola Andrini, Sandra Dirani, Silvia Fiammenghi, Claudia Foschini, Cristina Fragorzi, Anna Galletti, Barbara Gentile, Claudia Giuliani, Daniela Poggiali e Marta Zocchi; per il Soroptimist Club Ravenna Julia Chance, Stefania Gambirasio, Raffaella Gueltrini, Manuela Mantani, Maria Cinzia Medri, Fulvia Missiroli, Alba Maria Orselli, Nadia Colomba Tassini; e inoltre Magda Gentile e la sottoscritta.
Il volume ha una impostazione rigorosamente storico-biografica ed è un’antologia di donne. Nel senso antico, etimologico del termine: una raccolta di fiori, di biografie scelte. Non sono agiografie, anche se spesso le vite narrate aspirano a essere tali per l’esemplarità di un impegno, di una vita, di una vicenda. Non in tale chiave vanno lette le loro storie, ma nella cifra di una presenza. Se è vero che le donne sono state cancellate dalla storia, ed è spesso assente il loro protagonismo, ebbene queste donne ora sono presenti, attraverso i loro nomi assegnati alle strade, ai giardini, alle piazze e alle rotonde della città, popolando la nostra quotidianità.
Le protagoniste sono state divise in vincitrici del premio Nobel (Pearl Buck, Grazia Deledda, Selma Lagerlöf, Gabriela Mistral, Nelly Sachs, Gerty Cori, Marie Curie, Gertrude Belle Elion, Emily Greene Balch, Alva Myrdal, Bertha von Suttner, Madre Teresa di Calcutta), donne di scienza e di medicina (Laura Conti, Giorgina Danesi, Argia Drudi, Cornelia Fabri, Dian Fossey, Isotta Gervasi), donne di arti e di lettere (Luigia Bendazzi, Emma Calderini, Malvina Cavallazzi, Elisa Guastalla Ricci, “Gugù”Augusta Rasponi, Elsa Morante, Ada Negri, Cordula Poletti, Felicia Rasponi, Renata Viganò), maestre (Maestra Giacomina, Maestra Teresita Norreri, Wilma Soprani), imperatrici e regine (Amalasunta, Galla Placidia, Teodora), donne politiche (Adele Bei, Elsa Conci, Maria Federici, Angela Maria Guidi Cingolani, Nilde Iotti, Lina Merlin, Teresa Noce, Giovanna Bosi Maramotti, Jone Fenati Gentile, Maria Goia, Emma Miserocchi Orselli) donne di lotta e di impegno (la patriota risorgimentale Anita Garibaldi; le partigiane Maria Bartolotti, Maria Bassi, Natalina Vacchi, Itala Valpiani, Iris Versari; le filantrope Caterina Borghese Pasolini, Maria Ponti Pasolini, Gabriella Spalletti Rasponi, Laura Vitali Ghezzo), sante (Sant’Agata, Sant’Anna, Santa Caterina, Santa Teresa), vittime nella storia (Antonella Ceci, Anne Frank, Morena Maccherozzi, Mafalda di Savoia, Maria Margotti, Maria Montanari, Emanuela Setti Carraro), le donne dei poeti, da Dante a Montale (Beatrice Alighieri, Beatrice, Costanza, Francesca, Lucia, Matelda, Piccarda, Dora Markus).
Infine il volume cita una delibera approvata dalla giunta nel gennaio di quest’anno, contenente sette nuovi toponimi per altrettante aree verdi (giardini e parchi) dedicate alle donne: Patrizia Angiolini Martinelli (1940-2000), storica dell’arte; Argentina Bonetti Altobelli (1866-1942), dirigente nazionale socialista, prima donna sindacalista italiana; Maria Luisa Fagnocchi (scomparsa nel 2002), poetessa, ultima discendente delle famiglie ravennati dei Rava e dei Baccarini; Ipazia (seconda metà IV sec.), filosofa, scienziata, martire dell’integralismo religioso; Maria Montessori (1870-1952), medico, filosofa, pedagogista; Beata Vincenza (prima metà IV sec.), moglie di San Severo, vescovo di Ravenna; Cristina Trivulzio di Belgioioso (1808-1871), patriota risorgimentale.
1 commento
Complimenti all’amministrazione del Comune di Ravenna e alle/ai docenti impegnate nella ricostruzione e recupero storico dei materiali biografici delle donne protagoniste della Storia.
L’antologia, che ho avuto il piacere di leggere, è davvero interessante e completa nelle informazioni storiche e scorrevole nella lettura.
Da consigliare in tutte le scuole!