Sonia Montegiove, informatica perugina, è giornalista pubblicista dal 1997. Lavora nel settore dell’ICT come analista programmatore e formatore. E nella sua vita dimostra che ”se vuoi, puoi farcela.
Ha collaborato con testate di informazione locale e curato rubriche di nuove tecnologie. Dal 2011 scrive per Girl Geek Life (www.girlgeeklife.com), è blogger e contributing editor.
Comunicazione e informatica. Un buon esempio di ‘ Savity’.
Seguendo le sue passioni ed i suoi interessi, Sonia è riuscita a fare quello che le piace, cioè seguire il mondo dei computer non da utilizzatrice passiva ma da programmatrice e quindi da colei che le mani in pasta ce l’ha. Senza nulla togliere alle iniziative ‘’volontaristiche’’ e solidali.
Tra i progetti più importanti che ha seguito in prima persona LibreUmbria (www.libreumbria.it) che ha come obiettivo primario l’adozione su larga scala nelle PA umbre di LibreOffice, software libero per la produttività individuale d’ufficio (videoscrittura, calcolo, presentazioni). LibreUmbria intende favorire l’adozione a livello regionale del formato aperto, che garantisce leggibilità nel tempo e sicurezza nello scambio di documenti.
36 anni, due figli piccoli (uno di 5 ed uno di 9 anni) ed un lavoro alla Provincia di Perugia, in telelavoro per metà del tempo.
Come ti trovi con il lavoro a distanza?
All’inizio temevo di perdere i contatti con i miei colleghi, ma poi, considerando le mie necessità famigliari ed il fatto che due giorni li passo in ufficio, mi è sembrata un’esperienza ottima e della quale ormai non farei più a meno.
Lavori meglio o peggio a distanza? I figli non ti disturbano?
Ho impostato delle regole ferree per cui non possono entrare nel mio studio quando lavoro. Comunque anche lavorare in ufficio è fonte di distrazioni per chi entra nella tua stanza quando stai programmando o lavorando ad un documento di analisi. Mi sembra l’occupazione a distanza molto più produttiva.
Ti vedo impegnata in molti gruppi e settori. Ma non ti stanchi mai?
Anni fa mi fu diagnosticato un melanoma. Ora sembra tutto a posto. Tuttavia da quel momento la mia vita è cambiata, come penso succeda a molte delle persone nella mia situazione. Volevo attuare tutto ciò che la vita mi permetteva di fare. Una specie di bulimia della vita.
Poi il pericolo è passato, ma l’approccio acquisito in quei tempi è rimasto.
Infatti sei girlgeek, wister e cos’altro?
Tutto ciò che avvicina le donne e le nuove generazioni alle tecnologie. Da questo nasce la favola per bimbi dai 6 agli 8 anni “Valentina nello spazio” (https://www.facebook.com/valentinanellospazio) che ho pubblicato a dicembre. L’impegno a favore delle donne in particolare è dovuto al fatto che queste spesso arretrano davanti alle difficoltà che si pongono loro nelle tecnologie, invece di cimentarsi e sperimentare. Perché oggi l’informatica non è più un UFO e tutti possono utilizzarla. E se non ci si riesce, su Google si possono trovare le risposte ad ogni domanda. Basta leggere e provare
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