Consegna a Toponomastica femmnile del Premio Immagine amica 2014 nato per contrastare gli stereotipi e la violenza veicolati dalla pubblicità
di Nadia Cario e Giulia Penzo
Venezia è fresca e giovane lunedì 10 marzo. Alle 9.30, nell’aula magna dell’Ateneo Veneto, arricchita da preziose opere seicentesche, si consegna il Premio Immagine amiche 2014, nato per contrastare gli stereotipi e la violenza veicolati dalla pubblicità e per valorizzare una comunicazione visiva socialmente responsabile e rispettosa della dignità delle donne.
L’iniziativa, giunta alla sua quarta edizione, è promossa dall’UDI, dal Parlamento Europeo e dalla Città di Venezia, attraverso l’Assessorato alla Cittadinanza delle Donne con il servizio Europe Direct, sotto l’alto patronato del Presidente della Repubblica.
Vittoria Tola, responsabile nazionale dell’Udi, insieme all’attrice Georgia Cardacci, apre l’evento, leggendo un telegramma di Giorgio Napolitano e proiettando un video messaggio di saluti e incoraggiamento di Laura Boldrini.
Attraverso immagini d’epoca si ricorda la nascita dell’UDI, a partire dai Gruppi operativi di difesa della donna sorti per la mobilitazione femminile di massa del 1943.
Tiziana Agostini, Assessora alla Cittadinanza delle Donne, Cultura delle Differenze e Toponomastica di Venezia (presente anche al Convegno Veneto di Toponomastica femminile svoltosi a Chioggia il 23 novembre scorso), porta i saluti delle Autorità e la sua esperienza nel campo, e riceve la menzione speciale fuori concorso per il comportamento virtuoso della Città di Venezia nella promozione del premio.
La giuria è presieduta dalla giornalista e scrittrice Daniela Brancati e composta da Vittoria Tola, Clara Albani (Cofondatrice del premio ), Bruno Marasà (Ufficio italiano del Parlamento Europeo), Gioia di Cristofaro Longo (Docente di Antropologia all’Università La Sapienza), Monia Azzalini (Ricercatrice), Milly Buonanno (docente universitaria), Loredana Lipperini (scrittrice e giornalista), Valeria Monti (esperta di comunicazione d’impresa).
La premiazione prevede due ordini di vincitori: il primo, decretato dalla Giuria, ha valutato le candidate spontaneamente iscrittesi alla competizione, il secondo, deciso dal popolo del web, ha preso in considerazione le segnalazioni esterne pervenute sul sito www.immagineamiche.it. Molte le categorie in cui si articola il Premio: affissioni, spot tv, programmi televisivi, web e scuola.
Tre premi per la categoria affissioni: “Riconosci la violenza”, “Meno giallo più rosa” e “Avon Cerchi d’acqua”.
Premiate per la pubblicità cartacea “Novolac” e “Avon”; per la televisione vincono Rainews 24 la pubblicità del vino “San Crispino”; il Comune di Formia, riceve il premio quale città virtuosa e un riconoscimento ex-aequo va a due scuole, l’Istituto Vaccarini di Catania e l’Istituto Artistico Venturi di Modena..
La presenza delle scolaresche porta calore e colore nell’ambiente solenne dell’Ateneo Veneto. Coinvolte dalla conduttrice Cardacci ad esprimere le preferenze su alcuni finalisti, il loro “voto per alzata di mano” si discosta sia da quello della giuria che da quello popolare.
Per la sezione web il premio della giuria va a “InGenere” e il premio popolare a “Toponomastica femminile”.
Per Toponomastica femminile sono presenti Nadia Cario, Giulia Penzo, Emanuela Flora e Pina Arena, proveniente da Catania nella duplice veste di toponomasta e di docente dell’Istituto Vaccarini di Catania: tutte sul palco, a ricevere la targa consegnata da Francesca Bortolotto Possati, imprenditrice veneziana. Nadia Cario ricorda il lavoro volontario del gruppo a livello nazionale, l’importanza di mantenere viva la memoria femminile e di puntare alla rimozione degli stereotipi anche attraverso l’uso del linguaggio di genere. L’emozione è grande.
Al termine della cerimonia, le toponomaste condividono due riflessioni.
La rappresentante del Dipartimento per le Pari Opportunità che ha ritirato la targa per la campagna “Riconosci la violenza” declina al maschile tutti i ruoli istituzionali svolti da donne, ricordandoci così che il linguaggio sessista, figlio della cultura patriarcale, continua a resistere anche nel pensiero femminile.
Quando viene illustrata la campagna salentina del Comune di Sogliano Cavour, “Meno giallo più rosa”, che individua i luoghi dove spesso ci si esprime in modo non rispettoso delle donne e li delimita con un nastro bianco/rosa – i dehors dei bar, le piazze buie, le fermate degli autobus – alle toponomaste viene la voglia unanime di circondare con quel nastro tutti gli spazi dove la cultura sessista si annida e ostacola la presenza femminile, a partire dai luoghi deputati alle decisioni politiche.
Fuori dall’Ateneo il sole di Venezia, le calli e il vaporetto aspettano per suggerire, come destinazione, un miglior mondo possibile.