Gloria Canevazzi da interprete parlamentare ad amica dei cani, è la dimostrazione che cambiare vita si può
da tipitosti.it
Quaranta anni fa arrivava a guadagnare anche cento mila lire al giorno. Conosceva i potenti della terra. Saliva e scendeva dagli aerei. Era spesso all’estero. Oggi vive con 950 euro il mese, in un piccolo prefabbricato malandato nella campagna del Viterbese, in compagnia di sessanta cani, molti anziani, che ha strappato alla strada e alla fame o che le hanno dato in affido, spesso in cambio di niente.
Però, da quello che mi racconta, Gloria Canevazzi, nata 66 anni fa a Roma, da famiglia emiliana, è felice della sterzata che ha dato alla sua vita. Certo, un po’ stanca, con problemi seri di salute e preoccupata per il futuro. Ma indietro non tornerebbe.
“Ho conosciuto l’arroganza, la prepotenza, l’egoismo, la crudeltà verso i più deboli – afferma – per questo ho deciso di ritirarmi dal mondo e vivere solo per i miei cani. E poi, non amo i compromessi, le zone grigie mi mandano in tilt. Sono idealista e inseguo la chiarezza. Preferisco starmene qui coi cani che continuare ad elemosinare la sincerità e l’amore delle persone. E’ vero, non si può generalizzare. Ma lo ripeto, vivo meglio così. E degli anni in cui lavoravo per le Ambasciate o per il Ministero degli esteri, mi è rimasto solo un ricordo, che mi lascia indifferente”.
Gloria è un’interprete parlamentare. Parla e scrive sei lingue, tra cui il persiano e l’arabo. Tanti anni fa era ben pagata e aveva una vita molto brillante. Ha lavorato anche per Aldo Moro, cinque volte Presidente del Consiglio dei Ministri. Ma di quel passato non vuole parlare.
“Tanto – dice – a chi può fregare?” La vita a Roma, dove arrivò dall’Emilia Romagna, quando aveva solo dodici anni, non le è mai piaciuta tanto. Ha sempre amato la campagna.
Nel 2004 si è separata, ma non ha mai sofferto tanto. “Anzi – confessa – ho recuperato la mia libertà”. E dopo qualche anno si è data alla sua missione, gli animali.
“A dire la verità – fa sapere – in famiglia eravamo tutti animalisti. Ricordo che mio nonno, medico condotto a Reggio Emilia, riceveva dai suoi pazienti capponi, galline, tartarughe, pesciolini. Non ne abbiamo mai ammazzato uno. Vivevano con noi e morivano di vecchiaia. Ho continuato ad amare tutti gli animali. Ma la mia passione sono i cani. Ne ho raccattati molti per strada. Alcuni li ho trovati dietro la porta di casa, altri mi sono stati dati in affido. Dormo con quattordici di loro. La mia preferita è Biancaneve, una cagna adorabile, un pastore maremmano, che ho trovato per strada con la mandibola fracassata da un calcio. Le sono affezionata perché mi ricorda mia madre. Quando la trovai ero con lei, all’epoca malata di Alzheimer. Fu lei a curarla. Ma amo molto anche Cico e Cinghialina, orrenda, con tre zampe, ma molto affettuosa. Alcuni sono malandati, ma felici. Come me”. https://www.facebook.com/rifugiodeibarbacani