Se le donne continuano a contare come le scartine a briscola le quote rosa in politica ci saranno forse solo ne 2019
Dunque: a quanto pare, in questo assurdo paese le donne continuano a contare come le scartine a briscola. Cioè zero assoluto.
Proprio di questi giorni è infatti la conferma al fatto che fino al 2019 le cosiddette quote rosa inizialmente auspicate nel novero delle candidature alle elezioni europee possono tranquillamente aspettare. Come dire: non sono importanti.
E la cosa ancora più emblematica è che a questo ennesimo affondo maschile al cuore della lotta per la parità di genere non pare che l’universo femminile abbia reagito nel dovuto modo. Al contrario, esso continua a rimanere il fulcro supremo di ogni logica contraddizione.
Se da un lato c’è chi come al solito urla la propria indignazione (quasi che il riconoscimento della dignità femminile a livello politico dipendesse solo da sterili percentuali), dall’altro esistono coloro le quali, giustamente, obiettano che il tentativo stesso di “obbligare” i partiti a includere un determinato numero di donne nelle rispettive liste sia già di per sè testimonianza indiscutibile del sordido tentativo di ghettizzazione.
Ora, al di là dei soliti, noiosissimi dibattiti televisivi in cui le parole si sprecano all’insegna paradossale del non detto, la situazione permane invariata: le donne italiane non possono, non sanno conquistare il loro posto in società. Non solo perché purtroppo viviamo in un contesto tutt’altro che meritocratico (semmai fallocratico, questo sì), ma anche in quanto non si dimostrano affatto solidali fra loro nemmeno quando si tratta di affrontare storiche problematiche comuni.
Non ci stancheremo mai di ricordare che l’unione (reale) fa davvero la forza, ma che prima di tutto occorre credere veramente nella potenzialità femminile, che va assolutamente espansa ad ogni livello esistenziale. Possibile che ancora oggi molte donne si ostinino a non capire quanto sia determinante la dedizione alla causa? E’ stato più volte dimostrato come in alcune nazioni nord
europee dove le donne detengono consapevolmente i vertici del potere le condizioni di vita delle popolazioni risultino migliori.
Del resto, i grandi insuccessi bellici, politici, sociali rammentati dalla storia riconducono immancabilmente a figure maschili assetate di potere,fama, denaro e totalmente indifferenti alle sofferenze o alle insoddisfazioni delle masse. Credete forse che se al posto di Hitler e Mussolini ci fossero state Eva Braun o Edda Ciano gli eventi che sappiamo avrebbero seguito il medesimo corso?
Si rimane logicamente interdetti di fronte all’immobilismo intellettuale di donne che insistono nell’ autodefinirsi “progressiste” mentre contemporaneamente si astengono da qualsiasi intervento in termini concreti nella battaglia per la vera emancipazione. Che non nasce dalle quote rosa (stile manuale Cencelli del colore: un petalo rosa a te, uno azzurro a me)
bensì da un’accresciuta consapevolezza interiore circa il proprio legittimo valore esistenziale: quante volte ancora occorrà ribadirlo affinchè questo ennesimo appello non seguiti a cadere nel vuoto del silenzio e dell’indifferenza globali?