”Io ci sono – la mia storia di amore”, libro testimonianza di Lucia Annibali, avvocatessa coraggiosa, sfregiata con l’acido
di Francesca Montemagno da Wister
In questi giorni di ponte, tra Liberazione e Festa del Lavoro, mi ha tenuto compagnia Lucia Annibali, l’avvocatessa coraggiosa, insieme a Giusi Fasano, giornalista del Corriere della Sera, con il libro IO CI SONO – La mia storia di non amore.
La rete WISTER, tra innovazione, tecnologia e genere, è attiva in tema di cyberbullismo ed in occasione di ogni evento riserva un posto ad una donna che non potrà più prendere parte a nessuna iniziativa perché uccisa per mano di un fidanzato, di un marito, di un amante o di un qualsiasi ex. WISTER aderisce infatti alla campagna POSTO OCCUPATO. Ecco perché in questo blog trova posto Lucia con la sua faccia nuova, quella conquistata passo dopo passo con impegno e determinazione a partire dal 16 aprile 2013.
La storia di Lucia la conosciamo: ne abbiamo sentito parlare durante i telegiornali della scorsa primavera, ne abbiamo letto sui quotidiani e sugli speciali del 25 novembre quando a livello internazionale si manifesta contro quel fenomeno diffuso della violenza contro le donne.
Preciso subito un mio pensiero per smorzare qualsiasi polemica: per me il femminicidio è un omicidio e non sono necessarie normative ulteriori, serve però che queste norme vengano applicate e tradotte in strumenti utili e veloci che aiutino il soggetto in difficoltà. Utilizzo però questo neologismo che sottolinea un fenomeno sociologico del nostro tempo: la donna ridotta ad oggetto, a proprietà diventa bersaglio delle debolezze e delle lacune non risolte di un uomo che non accetta l’abbandono, la separazione reagendo con violenza e crudeltà. Un neologismo che parla di dinamiche e di relazioni alterate, patologiche.
Tornando alla storia di Lucia. Il 16 aprile 2013 viene aggredita sulla porta di casa. Un soggetto le getta sul viso dell’acido con l’intento di sfigurarla, di toglierle l’identità, di annullarla. Questo soggetto in realtà, aiutato da un amico che fungeva da palo, agiva su commissione. Il vero autore, colui che ha costruito l’agguato è l’ex di Lucia, un essere spregevole e miserabile a tratti patologico come emergerà dagli atti del processo. Un avvocato bugiardo, dalla doppia vita e dalle infinite bugie, cocainomane come si scoprirà nel corso del processo.
Lucia racconta la sua storia sbagliata, particolarmente sbagliata verrebbe da dire alla luce dei fatti. E lo dice lei stessa segnalando e sottolineando tutti i campanelli d’allarme ignorati o sottovalutati. Ed è proprio nel momento in cui Lucia raccoglie le forze e trova in sé l’energia per venire fuori da una relazione inadeguata succede il peggio. Forse. Sicuramente succede quanto di più doloroso ma in quel 16 aprile Lucia trova la sua personale Liberazione e dimostra sin da subito quel coraggio che traspare dagli occhi che lei definisce “tirati da cinese”.
Nelle 270 pagine Lucia ripercorre tutte le operazioni per riconquistare la vista, per ritrovare una nuova faccia. Quella della Lucia restituitaci dalla TV nel giorno in cui viene nominata Cavaliera della Repubblica. Quella Lucia che ha affrontato a testa alta i suoi aggressori in aula. Quella Lucia a cui pagina dopo pagina auguri di vivere quanto di meglio d’ora in poi. Una rinascita vera che merita di essere premiata con un futuro pieno.
Capitolo dopo capitolo si susseguono i genitori, il fratello, gli amici, gli affetti, le figure degli infermieri (che si improvvisano anche estetiste! :-)) ) e dei medici come il Califfo (non vi dirò di più su quest’uomo, dovete leggere il libro), le autorità che hanno fatto il proprio dovere facendo in modo che la Legge avesse un suo valore e “In nome del Popolo Italiano” hanno portato con la loro opera alla condanna dei tre colpevoli.
Lucia non parla di vendetta. Parla di giustizia. Lucia riconosce dei suoi errori e riconosce di aver preso per amore ciò che non lo era. Di aver scambiato per attenzione e per cura ciò che poi si è trasformato in persecuzione. Ma cara Lucia i revisionismi, come dici anche tu, non funzionano. Gli esempi si. E tu oggi sei un esempio per tutti noi. Uomini e Donne. Donne amate e non amate. Donne che si infilano in storie sbagliate. Può capitare, è umano. Donne che si ostinano o in un nome di un sentimento solo immaginato o in un nome della serenità di un figlio o di una famiglia che in realtà non è tale.
Al mattino mio Padre salutandomi da piccola mi diceva “buona giornata e sii presente a te stessa sempre”. All’epoca mi sembrava un saluto particolarmente solenne prima di avviarci ciascuno per il proprio quotidiano e per ritrovarci la sera. Oggi da Donna ne comprendo il significato più profondo e lo ringrazio.
Lucia, oggi sei presente a te stessa. IO CI SONO, per l’appunto.Ed il tuo sorriso ed i tuoi splendidi capelli rappresentano per noi un esempio di coraggio e di dignità. Ed in questi giorni un po’ confusi di lavoro che manca, istituzioni da riformare, un’ Italia che deve ritrovare i suoi valori oltre la crisi, la lettura del tuo libro regala un racconto positivo e degno dell’onore di una Cavaliera. Certo, mi hai anche fatto piangere Donna esile quanto forte. Ed anch’io Luci, come i tanti che ti hanno scritto e contattata, ti abbraccio forte! #buona lettura
IO CI SONO – La mia storia di non amore Lucia Annibali con Giusi Fasano 270 pagg. – 15,00 euro o 12,90 con il Corriere Controtempo-Rizzoli P.S. Questo libro diventerà il mio #librosospeso. Lo lascerò aderendo all’iniziativa nella prima libreria possibile al mio rientro a Milano. Quella del LIBRO SOSPESO è un’iniziativa scoperta per caso su twitter anche grazie ad una Wisterina Tiziana Medici. Nasce da un’idea di un libraio di Polla, Michele Gentile,per sostenere la lettura tra i più giovani e trae spunto dal caffè sospeso della consuetudine partenopea. Dovete sapere che le anime della rete WISTER sono sempre vivaci e velocemente abbiamo pensato di voler contribuire a nostro modo. E con un’altra Wisterina Anna Lacci stiamo mettendo a punto una sorpresa #Wisteriasospesa. Vi aggiorneremo nelle prossime settimane!