Educare alla parità é il tema discusso a San Giuliano Terme al Festival Donna&Salute per parlare di stereotipi di genere nel linguaggio, nella cultura, a scuola
da Noidonne
‘Educare alla paritá’ é il tema della Tavola Rotonda che si svolge al Festival Donna&Salute domenica 11 maggio 2014 con l’obiettivo di analizzare quanto ancora siano presenti stereotipi di genere nel linguaggio, nella scuola e nella famiglia. “Il linguaggio verbale é uno tra gli strumenti più importanti all’interno dei processi di educazione alla parità – ha detto la Professoressa Cecilia Robustelli, linguista Universitá Modena e Reggio Emilia e collaboratrice dell’Accademia della Crusca – per questo é necessario che coloro che hanno responsabilitá in questo campo acquisiscano sempre maggiore consapevolezza del ruolo che ha il linguaggio nella rappresentazione dei generi”.
La psicologa Francesca Lemmi ha affrontato il tema su due direttrici: educare alla consapevolezza e al rispetto delle differenze. “Quello cha va fatto ha più un carattere socratico, cioé tirare fuori le carateristiche del bambino e bambina. Al momento della nascita, e prima ancora quando concepisce, il genitore proietta sul figlio aspettative, desideri e fantasie che riguardano anche il genere, quindi occorre domandarsi cosa significa per quel genitore educare al maschile o femminile l’idea ed entra in campo il rapporto con la madre e il padre, il modelllo di rapporto e le esperienze personali accanto al contesto socioculturale. Lo stereotipo di genere, anche inconsapevolmente, viene introiettato. Quindi il messaggio sui giochi, interessi, emozioni sono diversificati per i bambini e le bambine sollecitando in modo diverso oppure negando ai maschi e alle femmine, rifacendosi a stereotipi e pregiudizi. Questo limita le potenzialitá e direziona scelte e comportamenti, percorso formativo e sviluppo cognitivo.
L’educazione passa anche attraverso il comportamento, é importantissmo il ruolo dei genitori e della scuola diverso ruolo educativo della madre e del padre, educare contro tendenza, rispettare i bambini e le bambini ad esempio nei tempi e nelle attivitá ludiche. Educare alle differenze significa che occorre prendere atto che differenze ci sono e vanno rispettate, valorizzare per sviluppare adeguatamente il potenziale maschile e femminile“.
Irene Biemmi, ricercatrice Dipartimento Scienze dell’Educazione e dei Processi culturali e Formativi dell’Universitá di Firenze, ha ripercorso gli stereotipi sessisti ancora molto presenti nella società e che incidono ancora molto nei processi educativi. A proposito di editoria attenta alle differenze di genere e interessata a proporre libri per l’infanzia che propongono modelli e figure rispettose delle differenze é intervenuta Luisella Arzani, direttrice della casa editrice Giralangolo EDT di Torino che ha illustrato alcuni libri della collana Sottosopra dedicata proprrio a questi aspetti.
Ethel Serravalle, responsabile Istruzione dell’Associazione Italiana Editori, ha sottolineato l’importanza del fatto che in una legge é presente la formazione all’educazione alla paritá nella scuola per il corpo docente ricordando che sono soprattutto i maschi ad avere necessitá di un’educazione alla paritá. “I libri devono essere liberi e gli insegnanti devono imparare a scegliere nella consapevolezza che la libertá é un bene irrinunciabile, ma gli insegnanti non sono stati formati alla capacitá di scelta dei libri di testo. Gli editori si sono dati un codice nel 2001 che andava consegnato agli autori che si apprestavano a scrivere i libri e ai docenti che avrebbero scelto i testi. L’allora Ministra Moratti non ha ritenuto quello un percorso utile alla scuola’. Seravalle ha poi spiegato come il femminicidio sia collegato alla crescita della consapevolezza conquistata dalle donne, realtá che gli uomini non riescno ad accettare. Maria Grazia Anatra, che ha moderato il Tavolo, ha sottolineato che proprio sul tema della incapacitá degli uomini a sintonizarsi con questa nuova identitá femminile occorre concentrarsi.
Patrizia Falcone, presidente del Comitato provinciale Unicef di Pisa, ha precisato che accanto all’impegno a livello internazionale e in situazioni di emergenza l’organizzazione lavora anche nella dimensione locale per accrescere una diffusa consapevolezza di tutela dei diritti dei bambini e delle bambine e lo fa collaborando con le istituzioni e la scuola. Applaudito il ricordo del rapimento nella scuola delle adolescenti in Nigeria e la sollecitazione ad aderire alla campagna mondiale che sta crscendo in queste ore e su cui é intervenuta Michelle Obama. Ha inoltre illustrato una campagna dell’Unicef sulla piaga delle spose bambine, riflettendo anche sulla vicinanza di queste realtá tra gli immigrati. La soluzione Unicef la individua in una maggiore scolarizzazione delle bambine con particolare attenzione alle aree in cui sono escluse, e questo é l’obiettivo che si pone a livello mondiale l’organizzazione con la campagna #ottomarzodellebambine.
Pina Salinitro di AIED ha sottolineato l’importanza di sollecitare continuamente attenzione sui messaggi stereotipati che continuano a passare anche nonostante il tanto lavoro che si é fatto e che si fa.