Si è tenuto a Roma il 6 giugno 2014 (dalle ore 9.30 – 13:30) nella Sala del Consiglio MUNICIPIO I, Via della Greca n. 5 – ROMA, il convegno organizzato dal Movimento Rete Interattiva Press ”Donna oggetto nella società violenta”
Poniamo l’accento sull’importanza del riconoscimento della violenza maschile contro le donne, una violenza che spesso viene confusa con il termine “conflitto”, ma è importante chiarire la distinzione tra “violenza” e “conflitto” perché è vero tutto parte dal conflitto che però può successivamente degenerare e sfociare in episodi di violenza. Parliamo della “dinamica dell’escalation da conflitto a violenza”. In una situazione conflittuale esiste sempre, potenzialmente, la possibilità di evitare la violenza ma quando le situazioni degenerano significa che noi – o chi ci sta intorno – non abbiamo/hanno visto/ascoltato i “segnali” di rischio che nel corso del conflitto si sono manifestati. Di fronte ai numerosi casi di femminicidio riportati quasi quotidianamente dai media l’opinione pubblica manifesta dolore, sdegno, preoccupazione, ma ormai anche rassegnazione e questo non possiamo accettarlo, serve reagire, soprattutto attraverso l’impegno di tutti. Servono azioni concrete ed energiche perché il fine è quello di dimostrare alle donne che non sono sole.
I DATI
Una donna su tre nel mondo è vittima di violenze da parte del partner o di violenze sessuali esercitate da altri, secondo un rapporto dell’Oms Organizzazione mondiale della sanità, che si basa sulle stime di dati sulla popolazione di 81 Paesi. La violenza fisica o sessuale colpisce più di un terzo delle donne nel mondo (35%) e la violenza domestica inflitta dal partner è la forma più comune (30%). Molti casi non vengono denunciati. «La violenza contro le donne è un problema mondiale di salute pubblica di proporzioni epidemiche», ha dichiarato Margaret Chan, direttore generale dell’Oms, presentando il «primo studio sistematico» mai condotto con dati globali, redatto dall’Organizzazione Mondiale della Sanità in collaborazione con la London School of Hygiene and Tropical Medicine e con il Consiglio sudafricano della Ricerca medica. Margaret Chan ha inoltre affermato: “i dati mostrano che la violenza femminile è divenuto un problema di salute di enormi proporzioni. Abbiamo notato che i Servizi Sanitari Nazionali di diversi Paesi possono e devono fare di più per dare conforto a donne che subiscono atti di violenza fisica e abusi sessuali”.
I dati sulle donne vittime di abusi da parte di un partner intimo evidenziano che:
morte e lesioni: lo studio ha riportato che il 38% di femminicidi nel mondo è causato dal partner intimo, mentre il 42% delle donne che hanno subito abusi fisici da parte del proprio compagno ha anche patito danni da lesioni;
depressione: subire un atto di violenza dal proprio partner contribuisce considerevolmente allo sviluppo di disturbi mentali. Le donne sottoposte ad abusi da parte del proprio compagno hanno, infatti, quasi il doppio delle probabilità di soffrire di depressione, in confronto a donne che non hanno subito violenze;
abuso di alcol: le donne che subiscono abusi per mano del proprio partner hanno quasi il doppio delle probabilità di sviluppare problemi con l’alcol;
malattie sessualmente trasmissibili: le donne vittime di abusi da parte sia del proprio partner, che di sconosciuti, hanno l’1,5% di probabilità in più di contrarre infezioni, come la sifilide, la clamidia o la gonorrea. In alcune regioni (come l’Africa subsahariana) hanno l’1,5% di probabilità in più di contrarre l’HIV;
gravidanze indesiderate e aborti: sia la violenza subita dal partner, sia quella da parte di sconosciuti può portare a gravidanze indesiderate. Lo studio ha dimostrato che le donne che subiscono abusi fisici hanno quasi il doppio delle probabilità di avere un aborto, rispetto alle donne che non hanno subito violenze;
3 commenti
IL CONVEGNO E’ NATO E SI E’ REALIZZATO PER RICORDARE,ANCHE COSI’, CLAUDIO,IL PICCINO DI 16 MESI, GETTATO VIVO E COSCENTE DAL MOSTRUOSO GENITORE, IL PADRE PATRIZIO FRANCESCHELLI NEL TEVERE, IL 4.2.2012. PER LA STORIA DI CLAUDIO CFR I SITI http://WWW.AMICIDICLAUDIO.IT E http://WWW.ASSOCIAZIONEAMICICLAUDIO.IT. CLAUDIO E’STATO LO STRUMENTO ,IL MEZZO PER COLPIRE UNA FAM. DI DONNE:LA MAMMA CLAUDIA,LA NONNA , VEDOVA,SIG.RA RITA E LA SORELLA DI CLAUDIA ,MANUELA ALL’EPOCA AL IX MESE DI GRAVIDANZA .
SPERIAMO NELLA BUONA RIUSCITA DELL’EVENTO…PER POTER RICORDARE TANTI PICCOLI , COME CLAUDIO,UCCISI DA PADRI O MADRI, E SOPRATTUTTO TANTE DONNE, MADRI,MOGLI, COMPAGNE MALTRATTATE, CALPESTATE,UCCISE ..
Queste vicende colpiscono l’ambito familiare e diventano una tragedia non solo per la scomparsa della persona che viene a mancare spesso è anche la vita dell’intera famiglia che viene colpita in maniera traumatica e violenta. L’uguaglianza democratica deve iniziare a impegnare in misura eguale sia gli uomini che le donne. Non lasciamo alle sole donne l’onere delle battaglia. Questo è un delitto culturale da contrastare “insieme” senza distinzioni di genere.