Salwa Bugaighis è morta. Uccisa il 25 giugno 2014 a Bengasi.
Era un’attivista, Salwa Bugaighis. Dall’inquieta Bengasi, si batteva per gli emarginati, i deboli, i dimenticati. Non sopportava le’ingiustizie e combatteva ogni giorno una strenua, personale battaglia contro ogni forma di discriminazione.sociale. I diritti umani rappresentavano per lei una priorità assoluta anche nell’esercizio della sua professione, l’avvocatura.
Per questo dava fastidio a molti, troppi. Per questo è stata barbaramente uccisa tra le mura domestiche proprio nel giorno delle elezioni in Libia.
Tutto è accaduto all’improvviso. La sera prima era rientrata dall’estero apposta per votare. Assieme al marito aveva infatti accompagnato in Giordania il figlio, sfuggito a un precedente tentativo di rapimento.
Salwa Bugaighis aveva giocato un ruolo determinante nella rivoluzione del 2011, conclusasi con la caduta del regime di Muhammarr Gheddafi ed era amatissima da popolo.
Ai suoi funerali la presenza femminile è stata davvero imponente; per assistere alle esequie di Salwa le donne hanno rotto un tabù ancestrale, che imponeva loro di recarsi al cimitero solo in un seconto tempo, separatamente dagli uomini.
“Si è trattato di un gesto spontaneo, non organizzato. E’ stato un desiderio della popolazione.Dobbiamo farci forza, restare uniti per cercare di affrontare insieme le difficoltà di questo travagliato periodo”, ha commentato Iman Bugaighis, una sorella della defunta,
“Ora la nostra preoccuapazione principale è quella di fare del nostro meglio per sostenere Essam”.
Essam Al-Ghariani, marito di Slawa, è stato infatti a sua volta rapito nel corso del famigerato raid compiuto dalle squadre omicide e di lui non si hanno più notizie.
“Dubito che gli assassini verranno catturati e assicurati alla giustizia”, è stata la convinta affermazione di Hamira al-Thani, una studentessa tripolina che con migliaia di persone radunate in Algeria Square partecipava alla veglia funebre in ricordo di Salwa, la sera di giovedi 26 giugno.
“Loro sanno perfettamente che potranno sempre agire indisturbati”, ha aggiunto suo fratello Faied. “Perche (Salwa Bugaighis) non ha lasciato la zona? Eppure immaginava che prima o poi sarebbe accaduto qualcosa di grave. L’ambasciatore Usa Deborah Jones è rimasta per poco tempo, ma c’erano alcuni politici locali. Gli stessi che hanno permesso alla situazione di degenerare così. Hanno fatto un favore agli Islamisti”, ha concluso sconsolato.
Salwa Bugaighis era alquanto stimata ovunque e la sua morte ha scosso il mondo intero.
Hillary Clinton ha ricordato che “la voce della giustizia è stata ridotta al silenzio“; il Segretarion Generale dell’Onu ha invece ricordato la donna come “colei che ha difeso coraggiosamente i diritti umani”.
Dal canto suo, Amnesty International si è augurata che gli inquirenti libici riescano ad aprire urgentemente una debita inchiesta per appurare l’accaduto e individuare i responsabili del barbaro omicidio.