Certo le valli della Val Vigezzo non sono così conosciute come quelle delle Dolomiti e della Val d’Aosta, ma sono sicuramente pittoresche, verdeggianti e soprattutto non affollate dal turismo di massa.
Cosa, in stagione estiva “alta” come fine luglio/agosto, senz’altro inestimabile.
Le valli della Val Vigezzo che si snodano da Domodossola a Locarno, sembrano tagliate fuori dai grandi flussi di “alpinisti” di ferragosto”. Una specie di oasi rimasta parzialmente integra, abitata da locali e da turisti che ne hanno fatto talvolta la loro residenza. Santa Maria Maggiore, Malesco, Craveggia, Re, i centri piu’ grossi. Un ente del turismo che funziona, ed una storia in comune, ed infine quel trenino a scartamento ridotto che si inerpica per le montagne e che in circa un’ora e mezzo porta da Domo (cosi’ chiamata dai locali) a Locarno in Svizzera, sul lago Maggiore.
centovalliArrivo200.jpgLa linea ferroviaria, parte in sotterranea da Locarno per terminare sempre sottoterra a Domodossola, ma paradossalmente è una linea di montagna. Dai finestrini del treno che corre per 52 km coprendo un dislivello di 1100 m, si possono ammirare declivi lussureggianti e gole profonde. Sembra un trenino che collega una casa all’altra. Le stazioni piccole, talvolta sembrano spuntare fuori dagli alberi. Quando sono salita sul treno a Santa Maria, “ho attraversato” il binario a piedi e con un balzo mi sono tirata sul predellino di qualcosa che sembra piu’ un salotto di casa che un treno.
La ferrovia delle Centovalli (cosi’ la chiamano in Svizzera) o la Vigezzina (cosi’ la denominano invece in Italia) pur essendo così piccola ha un carattere internazionale: e’ un anello di congiunzione tra due ferrovie alpine, il San Gottardo ed il Sempione e collega inoltre due nazioni.
La sua storia è lunga: ci sono voluti 25 anni perchè venisse completata, continuamente ostacolata nella sua costruzione, ma finalmente realizzata, servì a collegare con il resto del mondo queste montagne e queste valli che tanta emigrazione di manodopera hanno portata alla Svizzera.
Oggigiorno la situazione è cambiata, ma i vecchi della valle mantengono questo stretto contatto con il vicino Cantone ed i giovani, vivono qui ma, magari, si servono della ferrovia per lavorare a Locarno e tornare nella propria valle a dormire la notte. Perchè qui sono le loro radici.