La cannabis aiuta a non ingrassare e a combattere il diabete?
L’autorevole The American Journal of Medicine ha pubblicato recentemente un interessante studio sui benefici che la marijuana apporterebbe alla salute. Secondo i ricercatori del Beth Israela Deaconess Medical Center di Boston , della University of Nebraska e dell’Harvard School of Public Health che hanno partecipato allo studio, infatti, consumare regolarmente questa sostanza riduce la possibilità di ingrassare e il rischio di diabete.
Determinate peculiarità benefiche della cannabis sono risapute e note da tempo alla scienza e alla medicina; non è difficile averne la prova, basta documentarsi facendo una ricerca su internet a proposito dell’uso medico della sostanza e della storia degli studi sulla cannabis medica.
La scienza dimostra dunque l’opposto di ciò che si era sempre creduto: è infatti luogo comune pensare che fumare i famosi spinelli porti alla cosiddetta “fame chimica”, che comporta una maggiore richiesta di cibo per l’organismo. Basta tuttavia semplicemente osservare i fumatori abituali di marijuana per rendersi conto che le cose non stanno realmente in questi termini, in quanto sono in media generalmente più magri di coloro che non fanno uso di cannabis.
Dove si deve cercare, quindi, la causa di quello che è evidentemente un aumento di attività del metabolismo corporeo? E’ la stessa ricerca statunitense a fornire le risposte. Su un campione di circa 4600 individui non affetti da alcuna patologia, di cui il 12% era consumatore regolare di cannabis, mentre il 48% lo era stato in passato, la maggior parte di loro, sotto osservazione, ha fatto scoprire ai ricercatori dei risultati molto interessanti.
Utilizzando gli stessi parametri di valutazione, ossia sesso, età, attività sportiva e caratteristiche fisiche, i consumatori regolari di marijuana sono risultati sempre più magri dei non consumatori e inoltre il loro livello di colesterolo “buono” nel sangue era più alto che nei non consumatori.
Oltretutto, un risultato sorprendente della ricerca riguarda in particolare il livello di zuccheri nel sangue, nettamente inferiore nei fumatori abituali di cannabis. Quanto emerso dimostra che la marijuana abbassa l’insulina, migliorandone, quindi, la funzione corrispondente.
Questa rivoluzionaria scoperta potrebbe aprire le porte ad ulteriori e più approfondite ricerche sull’impiego terapeutico della cannabis, impiego peraltro già adottato con successo negli Stati Uniti per la cura di numerose patologie, anche molto gravi e allo stadio terminale.
I risultati della ricerca potrebbero inoltre influenzare positivamente anche il dibattito nel nostro Paese nella direzione di una normativa maggiormente equa e razionale, mentre al momento, come è noto, l’utilizzo della cannabis è proibito in toto ed è equiparato all’uso di droghe pesanti.
Il proibizionismo si scontra però con le migliaia, anzi milioni, di consumatori occasionali di cannabis in Italia, che chiedono la depenalizzazione dell’uso di questa sostanza. La legge attualmente in vigore consente l’acquisto legale dei semi di canapa, ma risulta essere assai lacunosa in merito alla coltivazione e al consumo, che dovrebbero essere regolamentati in base alle finalità e al contesto.
In attesa degli sviluppi delle ricerche sugli effetti benefici della cannabis, sarebbe tutt’altro che negativo se l’Italia contemplasse effettivamente l’uso terapeutico a livello nazionale, dato che le leggi regionali ad esso inerenti approvate a livello locale non sono ancora state messe completamente in atto.