Il nuovo libro di poesie di Lucia Sallustio, ”Inter-city” , va letto come un poemetto del viaggio, un percorso della durata di 1 anno, attraverso le 4 stagioni e nel fluire dei diversi stati d’animo.
Lucia Sallustio (Bari, 1960) attualmente risiede a Molfetta. Dirigente Scolastico, si divide fra scuola, letteratura, traduzioni e famiglia.
Collaboratrice di varie riviste letterarie, è autrice di racconti e poesie disseminati in numerose antologie, tra cui, con il gruppo dei “Poeti a Bari”, Chiedici la parola (a cura di M. Sciancalepore, Stilo, Bari, 2013) e, quale collaborazione a un esperimento artistico con finalità solidaristiche, SOS Bangladesh. Il futuro in una biblioteca (a cura di S. Vetturi, WIP, Bari, 2012).
Le proprie liriche sono state ripetutamente premiate in concorsi di poesia nazionali. In particolare Rimpatrio, in una versione lievemente differente da quella contenuta in questo volume, è stata insignita del Primo premio assoluto in occasione della 35° edizione del Premio nazionale di poesia “Levante 2011 – Armando Rositani”.
Nel luglio del 2011 è stato altresì pubblicato il suo primo romanzo breve, La fidanzata di Joe (Faligi, Aosta). Per tale occasione ha inaugurato il blog lafidanzatadijoe.wordpress.com, che è stato affiancato a quello personale, luciasallustio.wordpress.com, attivo sin dal 2009.
Lucia ama scrivere di poesia e quindi non una sorpresa il suo nuovo libro di poesie , appena uscito, ”Inter-city” del quale ci regale una silloge che va letta come un poemetto del viaggio, un percorso della durata di 1 anno, attraverso le 4 stagioni e nel fluire dei diversi stati d’animo.
Racconta Lucia stessa che :” Una delle quattro poesie, “Reti”, è significativa del ruolo di donna nella società passata come in quella odierna. Dedicata alla mia bisnonna è stata da me composta e declamata in occasione di un convegno dedicato al ruolo della donna nella scuola come nella società, ruolo delicato atto a creare “reti” e condivisioni significative per risarcire molti strappi attuali della società pur continuando a prendersi cura dei giovani come storicamente fatto dalle donne, a scuola come nella famiglia.”
INTERCITY
Mi trovi sempre qui
al chiarore del giorno
ad aspettare.
Occhi che fagocitano
passi erranti di migranti,
vite stanche,
orecchie che filtrano
spezzoni di discorsi,
flash di speranze e attese,
rimandi a tradimenti,
anticipazioni di domani sognati
appena delineati
nella bruma del mattino.
Fari si accendono improvvisi
puntano discreti i viaggiatori.
Arriva l’Intercity di soppiatto
timoroso di fermare l’incanto.
Riparte lento
al fischio lungo
d’un giorno che s’apre.
ANCORA
Assorta dentro cellulari
la fiumana scorre.
Anime striscianti
confondono assonnate
linee di demarcazione
tra il giorno e la notte.
Pesano, le ventiquattr’ore,
alle luci vaghe del mattino
si sciolgono apprensioni
nella frenesia di promesse
di soluzioni a vecchi intrecci.
Tra i profumi invadenti
di croissants e cappuccini
e tintinnio di tazze al bar,
finalmente si parte.
Ancora.
RETI
Annoda Rosina,
annoda reti robuste.
Pazienza governi
la tua mano stanca
ché possa lasciare
alla stirpe tua futura
nodi di ferro
che tengano il tempo.
Continua Rosina,
instancabile, a tessere
ricami di umiltà ostinata
senza contare i giorni
finché reclinerai il capo
sul grembo prosciugato.
E…
E… attraverso ancora
stazioni fetide di vita
logorate da storie
raccontate sottovoce
su piattaforme abusate
in attesa di annunci
che stentano ad arrivare.
E… mi logora il tempo
mentre diramo pensieri
rotti da folate di sogno
attraversata da un gelido vento
che non vuole cessare
all’incalzare delle stagioni.
All’alba, sospinge spavalda
la massa di studenti
che sfida il nuovo giorno.
A sera, un latrato lontano
sveglia i randagi in stazione.
Di rimando, abbaia feroce
il branco, difende il territorio.
E…il silenzio è coperta di feltro,
Stracciata dal passo del rientro.
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