Matrimoni combinati. Ma tolto il velo?
Ci troviamo in un’area non ben definita del Regno Saudita, culla del wahabismo e di conseguenza della tradizione islamica più rigorosa.
Qui un uomo e una donna decidono di convolare a nozze. Come spesso accade da queste parti il matrimonio (generalmente combinato dalle rispettive famiglie dei sposi) viene celebrato “al buio”, ossia senza che i diretti interessati abbiano mai avuto la possibilità di conoscersi o almeno di guardarsi reciprocamente negli occhi.
Molto spesso le unioni stabilite ad hoc per svariati motivi risultano durevoli nel tempo anche perchè, se da un lato in Arabia Saudita le donne non hanno diritti in quanto riconosciute solo come semplici “fattrici” a totale disposizione del maschio padrone, dall’altro è pur vero che gli uomini stessi difficilmente sono disposti a rinunciare all’opportunità di poter esercitare il proprio dominio sulla femmina di casa.
Nel caso dei due giovani sopra citati non qualcosa non ha peró funzionato a dovere.
E quando dopo la celebrazione della cerimonia il neo marito ha chiesto alla sposina di togliersi il velo, l’incanto artificiale del momento ha lasciato repentinamente il posto allo sgomento. Evidentemente insoddisfatto dal viso della consorte che vedeva per la prima volta, l’uomo ha immediatamente chiesto il divorzio.
Alla ragazza abbandonata sono rimaste le lacrime di vergogna e forse – chissà! – una ragione in più per meditare sull’assurdità delle usanze desuete che quotidianamente ostacolano ogni forma di libertà femminile.