Sono quelli che per i quali da piccoli sprimersi con arte e creativita’ e’ un bisogno primario.
Parlano poco e disegnano molto, sono i creativi, sono quelli che da piccoli trascorrono ore e ore alle prese con le costruzioni lego, quelli che con le mani sanno fare tutto, quelli che spesso sono sinistri, cioe’ mancini, quelli che al mare si prendono le peggiori insolazioni, perche’ non fanno un semplice castello di sabbia, ma realizzano un intero villaggio o una serie di sculture, insomma sono gli artisti.
Averne uno in casa sono gioie e dolori, significa combattere con la camera sempre in disordine e la sveglia sempre ignorata, significa abituarsi ad accettare che potrebbero uscire senza cappotto in inverno e con le gli stivali in estate. Sono quelli che vanno bene a scuola solo quando decidono di imparare le cose che gli interessano, sono i figli migliori o peggiori a seconda dei casi, sono belli, intelligenti, dotati, ma soprattutto liberi e disinibiti, sono quelli che nonostante tutto crescono fuori dagli schemi perche’ non sanno fare altro, perche’ per loro esprimersi con arte e creativita’ e’ per loro un bisogno primario, come mangiare, bere, respirare.
Diventano o falliti o disegnatori o musicisti, ma anche ricercatori o autentici leader politici. Rappresentano il proseguio. Ma perche’ danno cosi’ fastidio, perche’ sono invece cosi’ alienati e detestati ? Cerchiamo in ogni modo di incanalarli e di appiattirli, li vogliamo come gli altri a testa bassa a fare il consueto, il convenzionale, per poi poterci lamentare che tanto le cose non cambieranno mai sul serio.
E’ adesso che dobbiamo programmare il futuro e non sappiamo che senza di loro, senza le persone creative, diverse e libere il futuro diventa soltanto qualcosa che gia’ e’ accaduto.