Un dolce Chocolat alla siciliana, in cui la realtà supera la fantasia, delicato, sognante, toccante ma speziato al peperoncino femminista, che si scioglie sulla lingua, e nel cuore, lentamente come una rosea pralina…
di Alehina Musumeci
“In un tempo non tanto lontano, in un luogo d’incanto nel mondo… tutti i cani furono banditi dal paese. Questa è la storia di quel che accadde dopo” Così recita la voce narrante all’inizio del film che si apre con l’abbagliante bellezza di Scicli ed un bel cagnone color miele che la osserva da lontano…
Il film racconta la storia vera di Italo, randagio che apparve dal nulla nella cittadina di Scicli, nel 2009, dopo la tragica uccisione di un bambino da parte di un branco di randagi, e riuscì a conquistarsi la fiducia e l’affetto dell’intero paese fino ad averne la cittadinanza onoraria.
Italo andava a messa, presenziava a matrimoni e funerali, a feste di piazza e consigli comunali, accompagnava i bambini a scuola e giocava con loro, scacciava le macchine dalla zona pedonale, guidava da compito cicerone i visitatori nel tour di Scicli, e poi tra le altre cose, la sera, prima di ritirarsi nella sua cuccia accanto al Municipio, scortava la barista, che aveva salvata da una violenza, fino a casa.
Uno Spirito Guida Animale giunto a riparare una grave colpa… ma quante le colpe degli umani? Un Nume Tutelare, un Deus ex Machina al cui apparire, come nel film, pian piano, tutte le divisioni, le contraddizioni, le paure ed i dolori sia privati che pubblici si sciolgono trasmutandosi in nuova e cosciente armonia.
Un Cane, un Cittadino, un Essere straordinario che insegnò l’educazione ad un intero paese, ricordando che siamo tutti parte di una Grande Anima Universale, e la cui presenza protettiva aleggia ancora su Scicli.
Dal fatale incontro con Italo, un colpo di fulmine, al desiu di Alessia Scarso di realizzare su di lui il suo primo lungometraggio, il passo fu breve, difficoltoso ma inarrestabile. Questo film, infatti, unico italiano che abbia per protagonista un cane, è il Sogno divenuto realtà di 4 temerarie trentenni: la regista Scarso, la sceneggiatrice Coralla Ciccolini, l’editor Isabella Aguilar e la produttrice Roberta Trovato, tutte del 79 e tutte del Sud.
Giovani donne riuscite, con una squadra quasi tutta al femminile (di cui ricordiamo la bravissima direttora della fotografia Daria D’amico) ad infrangere con la loro ostinata determinazione (la rossa palla da demolizione del logo della Casa di Produzione Arà ) ogni difficoltà e il duro soffitto di cristallo della patriarcale cultura isolana oltre ad altri soffitti non meno proibitivi del mondo del cinema… Nuove presenze che si vanno a sommare ad una fiorita schiera di Signore che in ogni campo rinverdiscono l’anima della cultura femminile in Sicilia: da Roberta Torre a Maria G. Cucinotta, a Donatella Finocchiaro; da Lara Cardella, a Melissa P; a Marella Ferrera; da Giuni Russo a Carmen Consoli ed a moltissime altre.
Un femminismo di nuova generazione assodato, indiscutibile ed ironico incarnato dalle due coprotagoniste della storia. Laura (Elena Radonicich) dolce e sognante maestrina, una professione conquistata col primo femminismo ottocentesco, che con fare naif dice allo sbigottito ma indomito sindaco Antonio (Marco Bocci) che essere maschi non giova alla conversazione e che noi donne siamo … migliori!
E Luisa ( Barbara Tabita) vulcanica, irresistibile leopardata assessora comunale, armata di cazzuola per ricostruire la Cultura del paese, che annuncia la sua candidatura a Sindaco volendo votare per un volto in cui riconoscersi! Personaggio ispirato alla rossa Gorgone, la grande scrittrice Silvana Grasso, assessora anni fa a Catania, presentatasi in Tv armata di sega per eliminare ciò che impediva il godimento dei Beni Culturali, teste comprese…
Tutti bravi e nel personaggio gli attori, specie i tre giovani protagonisti alla loro prima esperienza nel cinema: Vincenzo Lauretta un Meno solitario e taciturno figlio del sindaco che sarà scelto da Italo come padrone part time; Martina Antonaci la dolce e fraglie Chiara che stravede per Meno…e il piccolo Matteo Korreshi indiscusso bulletto della classe nonché promettente figlio della magmatica assessora.
La regista ha voluto anche alcuni dei volti più famosi ed amati del cinema e del teatro siciliano, da Tuccio Musumeci tenero Natalino, a Lucia Sardo, la cuttigghiara (pettegola) Concetta nonna di Chiara, a Leo Gullotta la voce narrante; e perfino alcuni degli attori della fortunatissima serie del Commissario Montalbano nei panni di una sorta di ironico Coro Greco paesano ( i 3 anziani seduti sulla panchina), oltre al prestigioso cameo del grande pittore Piero Guccione, gli altri due Numi Tutelari delle terre ragusane.
Ma il protagonista assoluto che ruba la scena a tutti è sempre Italo interpretato da Tomack, tenero golden retriever di 8 anni, addestrato dal celebre Massimo Perla. Italo che usa il suo sguardo dolce e la sua coda gentile come una bacchetta magica per risanare e riunire il mondo degli adulti a quello dei bambini in un film che parla della formazione delle giovani menti e la trasformazione delle anime.
E su tutto traspare l’amore per la propria terra specialmente dalla splendida fotografia che immortala Scicli in una fiabesca luce dorata fuori dal tempo, e la ricolloca nel mito, nella fiaba, nel cunto in cui seguendo Italo fra vicoli e piazze, noi ci smarriamo rapiti, e sospinti dalle musiche di Marco Cascone, deliziose melodie da giostra e da carillon che ritmano l’andatura trotterellante dei cani e dei bambini, o ci cunottano (consolano, calmano) in onde d’abbracci tra le rive dell’amore e della vita o del dolore e della morte. Quell’Oltre che Italo attraversò troppo presto, il 31-1-2011, scomparendo così come era giunto.
Forte dell’insegnamento di Italo, la Produzione ha permesso all’ Enpa (Ente Nazionale Protezione Animali) di vendere, lo scorso 10 Gennaio, il peluche di Italo, un randagio contro il Randagismo in cambio di un’offerta da destinare a Progetti per i randagi.
E per concludere, vorremmo, ci fossero cento, mille Italo, adottati da famiglie, da rioni, quartieri o da interi paesi perché come ci rassicura, alla fine del film Peppino il terzo anziano, la Fantasia supera la Realtà e lui l’ha detto sempre… Tutto può essere!
Alehina Musumeci
…” Originaria del Sud Italia, dopo la Facoltà di Lingue si specializza in Museologia e Comunicazione Visiva. Imprenditrice, Operatrice Culturale e Artista, si occupa di Turismo Culturale e Cultura di Genere con particolare riguardo alla Sacralità femminile. E’ ecologista ed animalista. Si definisce una “Farfalla d’Acciaio” in cerca di Bellezza e Verità che, pur avendo incontrato venti contrari, si entusiasma ancora…”