La regina Rania di Giordania è lapidaria: “L’Isis”, ha affermato, “distorce l’immagine del mondo arabo e tradisce l’Islam”.
Musulmana convinta, la consorte di re Abdallah II non risponde affatto ai canoni tradizionali con cui il mondo non islamico tende a identificare le figlie di Allah.
Impeccabile in abiti occidentali, Rania si è sempre mostrata realmente sensibile e vicina alle esigenze del suo popolo. Recentemente è stata anche fotografata insieme alla moglie di Moaz Kasasbeh, il pilota Giordano arso vivo dai jihadisti; e a nessuno è sfuggita la sua presenza in prima fila all’imponente manifestazione parigina seguita al massacro avvenuto per mano integralista nella redazione del settimanale satirico Charlie Hebdo.
Al Media Summit di Abu Dhabi (Emirati Uniti), la regina non ha lesinato parole di fuoco contro la sempre più concreta minaccia globale rappresentata dal Califfato.
A suo giudizio, sull’universo arabo incombe lo spettro di un ritorno forzato al Medioevo a causa delle restrizioni imposte dalla rigida applicazione della Sharìa (legge islamica) da parte degli uomini di al-Baghdadi.
Da condannare, in particolare, sarebbero poi per Rania i numerosi video che i guerriglieri non smettono di diffondere sul web, immagini non solo lontanissime dalla realtà araba ma anche e soprattutto lesive della dignità collettiva, “estranee e ripugnanti per la stragrande maggioranza degli arabi, musulmani e cristiani”.
È insomma chiaramente in atto un vero “attacco ai nostri valori popolari e alla nostra storia collettiva. Questa è la loro (dei jihadisti, ndr) versione della storia del mondo arabo”.
Non risparmiando neppure l’ala moderata dell’Islam, che si ostina a mantenere il silenzio su un pericolo così concreto per tutti, Rania ha esortato i vari governi mondiali che credono nei valori umani a “sfidare e sconfiggere l’Isis, ribaltando così l’immagine che i miliziani offrono all’esterno del mondo islamico. Dobbiamo creare una nuova storia e trasmetterla a tutti”, ha concluso. “Perché se non decidiamo quale sia la nostra identità e quale sarà la nostra eredità, gli estremisti lo faranno per noi”.