La toponomastica femminile triestina in mostra a Villa Prinz
di Michela Novel
Si è inaugurata giovedì 5 marzo, nella bella cornice di Villa Prinz a Trieste, la mostra fotografica ‘Sulle vie della parità’, organizzata dalla Commissione Pari Opportunità del Comune di Trieste, in collaborazione con Toponomastica femminile e Fotografaredonna.
Un grazie speciale va a Lucio Perini (fotografo) e a Claudia Antolini (studiosa), che hanno avuto il merito di dare avvio all’iniziativa tre anni or sono, sensibilizzando le Istituzioni locali e costruendo, passo dopo passo, la collezione delle immagini friulane e giulie e l’interesse cittadino verso la tematica odonomastica.
A Trieste fino al 2012 erano 35 le strade dedicate a donne, contro le 729 riservate a uomini. Di queste, 18 sono madonne, sante o figure religiose, spesso testimonianze di chiese o santuari a loro dedicate; tre sono toponimi, che ricordano donne delle quali si sa pochissimo (via della Geppa, via della Piranella e Ponte della Fabra), altre tre sono benefattrici locali, due sono matrone romane (Cornelia Romana e Livia) e due sono poetesse del ‘500, che pare non abbiano avuto legami con la città (Gaspara Stampa e Vittoria Colonna), poi vi è Carlotta, la moglie di Massimiliano d’Asburgo ed Elisa Baciocchi, sorella di Napoleone e Granduchessa di Toscana, che risiedettero per alcuni periodi a Trieste. E poi ancora la madre di un diplomatico dell’800, che voleva ricordarla in questo modo. Della storia recente due sono partigiane, una è una vittima delle foibe, e una appartiene alla casa Savoia, e anche in quest’ultimo caso sfugge il legame con la città, però, certo, è morta tragicamente a Buchenwald (Mafalda di Savoia).
Per ovviare a questa disparità l’attuale amministrazione comunale ha varato sette nuove intitolazioni, tutte dedicate a donne che si sono distinte nel campo dell’arte, dello sport e dell’impegno politico (l’attrice Ave Ninchi, la scrittrice Marisa Madieri, la cantante lirica Fedora Barbieri, le fotografe Wanda e Marion Wulz, la cestista azzurra Chiara Longo, l’artista Leonor Fini e la partigiana Ondina Peteani). Si tratta per lo più di giardini, dal momento che non sono disponibili nuove vie o piazza da intitolare. Ma sappiamo che ricordare queste e altre figure così o con targhe sui luoghi da loro frequentati, o dedicando scuole, aule magne, biblioteche e altro appare fondamentale per la trasmissione di modelli alle nuove generazioni.
La mostra è visitabile fino a martedì 10 marzo, con orario 10-12 e 16-18, ma riaprirà ad aprile a Prosecco e nei mesi successivi nelle altre circoscrizioni della città. Si prevede di organizzare in ogni circoscrizione un momento di approfondimento sulla storia di queste donne, ma, soprattutto, su quelle che mancano…
E poi, certo, visite guidate per le scuole